Sviluppo
sostenibile: e se partissimo proprio da Whirlpool?
Nel dibattito sulla conversione
industriale che riguarda il sito Whirlpool, si potrebbe provare ad inserire
alcuni ragionamenti di sviluppo sostenibile. Abbiamo una struttura che sarà
messa a disposizione per attività industriali future e sarebbe auspicabile che
tali attività potessero essere inquadrate in un ambito di sostenibilità
ambientale d’avanguardia. Un altro problema irrisolto e che sarà tema di
approfondimento sia durante la campagna elettorale, ma soprattutto poi in
ambito gestionale della futura amministrazione, riguarda la gestione del
residuo indifferenziato, cioè la famosa chiusura del cerchio della partita
rifiuti. L’accostamento dei due temi non è casuale, bensì lo propongo come
abbinamento per un ragionamento, in prospettiva, relativamente alla conversione
del sito industriale abbinata alla realizzazione di un impianto industriale di
trattamento meccanico del residuo indifferenziato. Il luogo ben si presterebbe
per locazione, dato che è vicino alla tangenziale e pure all’autostrada; vi è già
una notevole disponibilità di energia elettrica prelevabile, visto il
precedente impiego, per poter far funzionare lo stabilimento stesso. Rimane da
progettare il percorso di conversione e adattamento delle strutture e calibrare
il sistema, magari sulla traccia del famoso “progetto Cerani” che, già un paio
di anni fa, grazie all’interessamento dei comuni della piana Rotaliana e spinto
dalle associazioni ambientaliste come Coordinamento Trentino Pulito e Nimby
Trentino, era stato proposto in alternativa al dismesso inceneritore. Ora i
tempi sono maturi per riprendere in mano una gestione all’avanguardia della
partita rifiuti, non vi sono più scontri su posizioni in antitesi tra loro e,
la struttura Whirlpool, potrebbe rappresentare un punto di partenza per una
conversione industriale tesa al rispetto ambientale. La proposta sopra
descritta, rientra in un programma di sviluppo sostenibile in sinergia con il
concetto di blue economy, sinteticamente riassumibile nell’evoluzione della
green economy, cioè non più investimenti per inseguire il miglioramento
ambientale, bensì progettualità nel perseguire percorsi ecosostenibili. Le idee
ci sono, la politica vuole provare ad innovare e dobbiamo credere in un futuro
migliore e lavorare con approcci diversi per trovare soluzioni che mettano in
campo modelli economici diversi da quelli sostenuti finora. Da qui, noi
ecologisti e civici verdi europei, vogliamo partire per lanciare un programma
di innovazione, di speranza e di progresso; un programma dove l’antico pensiero
ambientalista, che molti associavano a freno fastidioso per uno sviluppo basato
sulla perenne crescita, diventa ora probabilmente l’unico percorso realmente
perseguibile, per uscire da una crisi globale e irreversibile, di sistema e
strutturale, che certo non sta risparmiando nemmeno il nostro Trentino; nel
programma di governo abbiamo chiesto al nostro candidato presidente Ugo Rossi,
di inserire progettualità innovativa, mirata a percorsi virtuosi strettamente
legati ai concetti della blue economy, che il Trentino, terra all’avanguardia
in fatto di ricerca e sviluppo, ha l’obbligo di percorrere, per il proprio
futuro e per dare anche un impulso esemplare alla nazione; siamo sempre stati
indicati come artefici di progresso e innovazione e, ora,possiamo diventare
sempre più un punto di riferimento per tutto il paese e per l’Europa;
siamo obbligati a farlo, per un Trentino migliore, autonomo ed europeo.
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