Foto: mentre al MUSE andava in scena lo spot pubblicitario della TAV e del tunnel del Brennero, fuori le forze dell'ordine tenevano a bada i "facinorosi" cittadini che protestavano contro la TAV. Trasparenza e condivisione dei percorsi? Dibattito aperto? A me sembra la solita musica!
Nello splendido Museo della Scienza, meglio noto come MUSE,
a Trento, si è recentemente tenuto un dibattito pubblico, organizzato dal
locale quotidiano l’ADIGE sul tema “TAV e tunnel del Brennero: cosa cambierà,
una volta realizzato completamente, in Trentino e in Alto Adige, ma anche in
tutta Italia e tutta Europa? Come si stanno preparando i territori, quali
opportunità e quali rischi offre una struttura di quel tipo?” Ospiti del convegno i relatori di parte
favorevole alla costruzione dell’opera, ovvero il commissario governativo per
il tunnel, ing. Ezio Facchin, l’assessore provinciale trentino alle
infrastrutture Mauro Gilmozzi e il direttore dell’Osservatorio e del centro
informazioni per il tunnel, dott. Martin Ausserdorfer. Assente, tra i relatori,
qualsiasi rappresentante di posizioni contrarie a tale opera.
Fuori, sempre fuori dal dibattito, i manifestanti NO-TAV, a
tenere compagnia ad uno schieramento di polizia esagerato. Presenti in sala moltissimi esponenti della
maggioranza di governo locale, consiglieri provinciali e la presidente del
consiglio comunale di Trento, Lucia Coppola che rappresenta forse l’unica voce fuori
dal coro della maggioranza di cui fa parte, contro la costruzione dell’opera. Se, da una parte, l’evento ha avuto il pregio
di riportare l’attenzione su un argomento che, a mio avviso con maestria, la
politica trentina sta tenendo sopito, dall’altra però, si evidenzia sempre una
chiusura al dibattito completo, che possa prevedere al tavolo il confronto tra
le varie opinioni, anche contrarie, a quest’opera imponente, costosissima e
della quale non si conoscono bene i contorni. Sì, perché dal dibattito
proposto, non si è fatta luce su progetti relativi alle tratte tra Bolzano,
Trento, Rovereto e Verona, lasciando capire che esiste ancora il “progetto
preliminare” originale, ora rivisto e sistemato, sempre in via provvisoria da
RFI : http://www.ladige.it/news/cronaca/2017/01/26/tav-ipotesi-rfi-galleria-pi-corta-trento-niente-raddoppio-rotaliana-ma).
Praticamente, il dibattito non ha portato alcuna novità degna di nota, ma è
sembrato più un mega spot promozionale, per far sapere che il tunnel del
Brennero sta procedendo alacremente, come ha detto Martin Ausserdofer, molto
abile come promoter, affermando che in Alto Adige si sono sanati tutti i
contrasti iniziali con la cittadinanza contraria, grazie al dialogo e alla
partecipazione. Un dubbio mi viene anche sugli strumenti utilizzati… forse
magari anche grazie a qualche strategia politica di compensazione territoriale?
Chi lo sa! In Trentino, invece, tutto tace; l’assessore competente, ha fatto il
punto sulla situazione, dicendo “che ci stanno pensando” e che sarà attivato un
percorso partecipativo per dialogare con i cittadini e per raccogliere
suggerimenti. Intanto, però, da anni vengono rifiutati confronti pubblici con i
cittadini che sono contrari all’opera. Bella coerenza di trasparenza e apertura
al dialogo. Nell’intervento del commissario governativo, l’ing. Facchin ha
evidenziato che è necessario superare gli attriti, ma non un cenno a numeri che
possano giustificare un’opera simile. Ci si aspettava qualche riferimento
tecnico su cui ragionare, come ad esempio quali impatti ambientali la struttura
a progetto preliminare potrebbe generare e quali prospettive di mitigazione si
potevano introdurre; oppure, quanti treni saranno previsti e che percorsi di
conversione del traffico da ruota a rotaia, a livello economico-politico, si
sarebbero attivati per rendere sostenibile un’opera che avrà effetti impattanti
enormi su un territorio vocato all’agricoltura di montagna. Insomma, per l’ennesima
volta, un altro spot a favore della TAV, ma per assistere ad un dibattito serio su
numeri, progetti e prospettive future, mettendo sul tavolo pro e contro, dovremo
aspettare chissà quando. Sempre ammesso che questi signori si degnino di
mettersi a serio confronto! In chiusura, la ciliegina sulla torta dell’ing.
Facchin, che ha spudoratamente sollecitato la stampa, rivolgendosi ad un
imbarazzato direttore del giornale l’Adige, dicendo:” …anche voi della stampa,
dovreste guidare l’opinione pubblica sulla comprensione di queste opere”! Come
dire, e interpreto soggettivamente…chiudete la bocca a quelli che non la
pensano come noi! Sempre, però, con trasparenza e condivisione, ovviamente!