Lavoro,ambiente,economia,politica,Trentino,autonomia,sviluppo sostenibile,ecologia,energia,scuola e formazione,sport.
"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)
mercoledì 20 dicembre 2017
I sudtirolesi preferiscono l'Austria o l'Italia? Dipenderà da chi paga meglio?
I sudtirolesi preferiscono l'Austria o l'Italia? Dipenderà da chi paga meglio?
Leggi qui dal FATTO QUOTIDIANO:
Cliccare qui per leggere l'articolo.
Marco Ianes - Trento
giovedì 16 novembre 2017
#Tari gonfiata, l’errore sulla Tassa rifiuti è macroscopico. E a pagarlo sarà come sempre Pantalone.
#Tari gonfiata, l’errore sulla Tassa rifiuti è macroscopico. E a pagarlo sarà come sempre Pantalone. Dal Fatto Quotidiano:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/16/tari-gonfiata-lerrore-sulla-tassa-rifiuti-e-macroscopico-e-a-pagarlo-sara-come-sempre-pantalone/3979345/
domenica 22 ottobre 2017
Visita oculistica: chi la “vede”?
Si sa, con l’avanzare degli anni la vista cala, inevitabilmente.
Da qualche tempo mi accorgo che gli occhiali da vista che sto usando, non mi permettono di leggere bene, quindi chiamo il CUP e cerco di fissare una visita oculistica. La gentilissima operatrice mi dice che per tali visite si va verso la metà del prossimo anno e siamo al 20 ottobre! Sette-otto mesi per una visita oculistica, nel mio Trentino, luce e faro nazionale per la gestione virtuosa della sanità pubblica. Declino l’invito della signorina e vado on-line, sul sito del CUP per verificare personalmente. In prestazione privata trovo disponibilità già per il 7 novembre, stessi ambulatori, stessi medici, ma pagando dai 90 ai 110 Euro, a seconda del professionista scelto. Mi chiedo, ma che senso ha? Sono dipendenti pubblici che usano le strutture pubbliche per esercitare la professione privatamente. Pagheranno certamente il dovuto “affitto”, non dubito, ma che senso ha? Non si potrebbe ampliare l’offerta pubblica pagando loro straordinari? Pure io ho esercitato a lungo la libera professione, ma mi pagavo l’affitto di uno studio, mica chiedevo alla mia scuola di usufruire di PC e locali! Trovo assurda questa situazione, davvero senza senso. E anche vergognosa, viste le tasse che paghiamo. Rivedere queste situazioni sarebbe davvero importante. È un assurdo non trovare una visita in tempi accettabili, salvo poi scoprire che la stessa visita è possibile pagando in prestazione privata, ma in luoghi deputati all’esercizio della sanità pubblica. Davvero vergognoso e inqualificabile per la nostra sanità “autonoma”!
Da qualche tempo mi accorgo che gli occhiali da vista che sto usando, non mi permettono di leggere bene, quindi chiamo il CUP e cerco di fissare una visita oculistica. La gentilissima operatrice mi dice che per tali visite si va verso la metà del prossimo anno e siamo al 20 ottobre! Sette-otto mesi per una visita oculistica, nel mio Trentino, luce e faro nazionale per la gestione virtuosa della sanità pubblica. Declino l’invito della signorina e vado on-line, sul sito del CUP per verificare personalmente. In prestazione privata trovo disponibilità già per il 7 novembre, stessi ambulatori, stessi medici, ma pagando dai 90 ai 110 Euro, a seconda del professionista scelto. Mi chiedo, ma che senso ha? Sono dipendenti pubblici che usano le strutture pubbliche per esercitare la professione privatamente. Pagheranno certamente il dovuto “affitto”, non dubito, ma che senso ha? Non si potrebbe ampliare l’offerta pubblica pagando loro straordinari? Pure io ho esercitato a lungo la libera professione, ma mi pagavo l’affitto di uno studio, mica chiedevo alla mia scuola di usufruire di PC e locali! Trovo assurda questa situazione, davvero senza senso. E anche vergognosa, viste le tasse che paghiamo. Rivedere queste situazioni sarebbe davvero importante. È un assurdo non trovare una visita in tempi accettabili, salvo poi scoprire che la stessa visita è possibile pagando in prestazione privata, ma in luoghi deputati all’esercizio della sanità pubblica. Davvero vergognoso e inqualificabile per la nostra sanità “autonoma”!
mercoledì 16 agosto 2017
Mamma orsa KJ2 abbattuta. Il Trentino perde la faccia.
Dal Fatto Quotidiano.
Qui il link all'articolo sul Fatto Quotidiano ( cliccare sul titolo sotto).
lunedì 24 luglio 2017
Orsi in Trentino, tra incapacità di gestione e incontri poco amichevoli.
#trentino #orso #daniza #biodiversità Orsi in Trentino, tra incapacità di gestione e incontri poco amichevoli. Dal Fatto Quotidiano: Orso in Trentino.
lunedì 10 luglio 2017
Vaccini, molte perplessità e scarsa chiarezza...
Vaccini, molte perplessità, mai fugate...
Sono molto perplesso sul programma di governo che prevede la vaccinazione estesa a 12, ora 10 parrebbe, vaccini. Premetto, non sono medico e ammetto la mia ignoranza in materia ma, da cittadino, sono curioso di capire la questione. Alcuni anni fa mi sono occupato di inceneritore a Trento, prendendo parte attiva ad uno dei comitati promotori di soluzioni diverse all'incenerimento dei rifiuti. Che c'entra, direte voi, con la questione vaccini? Ebbene, in quel periodo ho avuto diversi contatti con medici di ISDE (www.isde.it)- International Society of Doctors for Environment, noti anche come "medici per l'ambiente" e, quindi mi sono rivolto a loro per avere un quadro della situazione. Ho chiesto loro di spiegarmi perché sarebbe così importante vaccinare in maniera diffusa come proposto dalla ministra Lorenzin. La situazione è molto controversa, poiché tra i medici stessi vi sono grandi perplessità su questa strada che il nostro governo sta intraprendendo. Mi hanno mandato alcune riflessioni e domande che non trovano risposte da parte del mondo politico, avendole loro rivolte alla ministra stessa, la quale però, attualmente, non sembra disponibile a dare dati e risposte oggettive, aldilà di quelle già note a mezzo stampa o nella versione ufficiale del decreto stesso (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/7/17G00095/sg).
Le domande, che faccio mie, come semplice cittadino, sono le seguenti:
- Quali sono le verità scientifiche che dimostrano la necessità dei 12 vaccini, ora pare diventati 10? Dove è possibile reperire tali dati, sempre se esistono?
- Abbiamo in corso 10/12 probabili epidemie in Italia, tali per cui è giustificabile un provvedimento così incisivo?
- Sono mai stati verificati gli effetti di un trattamento vaccinale (12 vaccini in un anno) come quello previsto nel decreto, su un campione significativo di popolazione?
- Quali i possibili rischi per la generazione di neonati sottoposti a ben 10/12 vaccinazioni, non conoscendone gli effetti collaterali, dato proprio il tempo di somministrazione molto breve?
Mancano le risposte a questi quesiti, che anche un normale e semplice cittadino come il sottoscritto, dovrebbe essere in grado di comprendere e valutare.
A puro titolo personale, mi viene un'altra domanda:" perché la necessità di istituire questa obbligatorietà così spinta? Non è che qualche azienda farmaceutica spinge fortemente su scelte politiche di questo genere, per ovvi motivi di interesse commerciale?" Se un ministro della Repubblica non dà informazioni sufficienti e non chiarisce bene tutti gli aspetti di una proposta sanitaria simile, è ovvio che nascano le proteste di piazza (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/02/vaccini-lorenzin-decreto-martedi-trento-protesta-contro-lobbligo-ma-non-chiamateci-no-vax/3631241/) e si creino pensieri strani ( o forse no?) su collusioni tra politica e mondo farmaceutico che, ovviamente, non sono assolutamente provate.
Ma allora, rimane ancora la domanda principale...perché tutto questo e in questo modo, non condiviso, non sufficientemente spiegato, propinato con poca base scientifica o, quantomeno, con dati non diffusi in maniera chiara?
Risposte si attendono, per creare cultura della prevenzione, non per dividere ulteriormente il Paese.
mercoledì 17 maggio 2017
Somalia: emergenza siccità! Un momento di solidarietà.
Somalia: emergenza siccità!
Un momento di solidarietà per raccolta fondi.
Ci troviamo al PARCO DI MELTA VENERDì 19 MAGGIO ORE 16:30 PER UNA PASSEGGIATA SOLIDALE A SCOPO RACCOLTA FONDI.
Il motivo? Leggi qui: http://www.tpi.it/mondo/somalia/bambini-somalia-pericolo-siccita
Un momento di solidarietà per raccolta fondi.
Ci troviamo al PARCO DI MELTA VENERDì 19 MAGGIO ORE 16:30 PER UNA PASSEGGIATA SOLIDALE A SCOPO RACCOLTA FONDI.
Il motivo? Leggi qui: http://www.tpi.it/mondo/somalia/bambini-somalia-pericolo-siccita
sabato 15 aprile 2017
TAV, tunnel Brennero, Trentino e tanta, troppa confusione e poca trasparenza.
Foto: mentre al MUSE andava in scena lo spot pubblicitario della TAV e del tunnel del Brennero, fuori le forze dell'ordine tenevano a bada i "facinorosi" cittadini che protestavano contro la TAV. Trasparenza e condivisione dei percorsi? Dibattito aperto? A me sembra la solita musica!
Nello splendido Museo della Scienza, meglio noto come MUSE,
a Trento, si è recentemente tenuto un dibattito pubblico, organizzato dal
locale quotidiano l’ADIGE sul tema “TAV e tunnel del Brennero: cosa cambierà,
una volta realizzato completamente, in Trentino e in Alto Adige, ma anche in
tutta Italia e tutta Europa? Come si stanno preparando i territori, quali
opportunità e quali rischi offre una struttura di quel tipo?” Ospiti del convegno i relatori di parte
favorevole alla costruzione dell’opera, ovvero il commissario governativo per
il tunnel, ing. Ezio Facchin, l’assessore provinciale trentino alle
infrastrutture Mauro Gilmozzi e il direttore dell’Osservatorio e del centro
informazioni per il tunnel, dott. Martin Ausserdorfer. Assente, tra i relatori,
qualsiasi rappresentante di posizioni contrarie a tale opera.
Fuori, sempre fuori dal dibattito, i manifestanti NO-TAV, a
tenere compagnia ad uno schieramento di polizia esagerato. Presenti in sala moltissimi esponenti della
maggioranza di governo locale, consiglieri provinciali e la presidente del
consiglio comunale di Trento, Lucia Coppola che rappresenta forse l’unica voce fuori
dal coro della maggioranza di cui fa parte, contro la costruzione dell’opera. Se, da una parte, l’evento ha avuto il pregio
di riportare l’attenzione su un argomento che, a mio avviso con maestria, la
politica trentina sta tenendo sopito, dall’altra però, si evidenzia sempre una
chiusura al dibattito completo, che possa prevedere al tavolo il confronto tra
le varie opinioni, anche contrarie, a quest’opera imponente, costosissima e
della quale non si conoscono bene i contorni. Sì, perché dal dibattito
proposto, non si è fatta luce su progetti relativi alle tratte tra Bolzano,
Trento, Rovereto e Verona, lasciando capire che esiste ancora il “progetto
preliminare” originale, ora rivisto e sistemato, sempre in via provvisoria da
RFI : http://www.ladige.it/news/cronaca/2017/01/26/tav-ipotesi-rfi-galleria-pi-corta-trento-niente-raddoppio-rotaliana-ma).
Praticamente, il dibattito non ha portato alcuna novità degna di nota, ma è
sembrato più un mega spot promozionale, per far sapere che il tunnel del
Brennero sta procedendo alacremente, come ha detto Martin Ausserdofer, molto
abile come promoter, affermando che in Alto Adige si sono sanati tutti i
contrasti iniziali con la cittadinanza contraria, grazie al dialogo e alla
partecipazione. Un dubbio mi viene anche sugli strumenti utilizzati… forse
magari anche grazie a qualche strategia politica di compensazione territoriale?
Chi lo sa! In Trentino, invece, tutto tace; l’assessore competente, ha fatto il
punto sulla situazione, dicendo “che ci stanno pensando” e che sarà attivato un
percorso partecipativo per dialogare con i cittadini e per raccogliere
suggerimenti. Intanto, però, da anni vengono rifiutati confronti pubblici con i
cittadini che sono contrari all’opera. Bella coerenza di trasparenza e apertura
al dialogo. Nell’intervento del commissario governativo, l’ing. Facchin ha
evidenziato che è necessario superare gli attriti, ma non un cenno a numeri che
possano giustificare un’opera simile. Ci si aspettava qualche riferimento
tecnico su cui ragionare, come ad esempio quali impatti ambientali la struttura
a progetto preliminare potrebbe generare e quali prospettive di mitigazione si
potevano introdurre; oppure, quanti treni saranno previsti e che percorsi di
conversione del traffico da ruota a rotaia, a livello economico-politico, si
sarebbero attivati per rendere sostenibile un’opera che avrà effetti impattanti
enormi su un territorio vocato all’agricoltura di montagna. Insomma, per l’ennesima
volta, un altro spot a favore della TAV, ma per assistere ad un dibattito serio su
numeri, progetti e prospettive future, mettendo sul tavolo pro e contro, dovremo
aspettare chissà quando. Sempre ammesso che questi signori si degnino di
mettersi a serio confronto! In chiusura, la ciliegina sulla torta dell’ing.
Facchin, che ha spudoratamente sollecitato la stampa, rivolgendosi ad un
imbarazzato direttore del giornale l’Adige, dicendo:” …anche voi della stampa,
dovreste guidare l’opinione pubblica sulla comprensione di queste opere”! Come
dire, e interpreto soggettivamente…chiudete la bocca a quelli che non la
pensano come noi! Sempre, però, con trasparenza e condivisione, ovviamente!
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venerdì 10 marzo 2017
#domotica #smartcities #energierinnovabili SEMINARIO TECNICO GRATUITO.
Un seminario tecnico presso ENAIP TRENTINO - CFP VILLAZZANO.
#domotica #smartcities #energierinnovabili Qui il link per prenotare il posto gratuito al seminario di cui sotto: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-domotica-ed-energie-rinnovabili-binomio-essenziale-per-uno-sviluppo-sostenibile-di-una-smart-city-32265278316?aff=ehomecard
sabato 18 febbraio 2017
giovedì 16 febbraio 2017
Ultimo saluto ad un amico, Adriano Rizzoli.
Ciao Adriano...oggi ho saputo della tua scomparsa. Te ne sei andato lasciando un grande vuoto nel mondo ambientalista, in quello vero, fuori dagli schemi preconfezionati dei partiti. Eri un grande, un grande studioso dei problemi ambientali che affliggono la nostra epoca. Prima di parlare e dire la tua ti documentavi, ti informavi, apprendevi. Chi cercava di contraddirti si trovava in grande difficoltà e, spesso, cadeva in fallo, proprio perché tu eri preparato, non parlavi mai a vanvera. Ecco perché la politica di palazzo ti ha sempre temuto e ti ha sempre visto con sospetto. Mai domo, hai combattuto sempre a tutela del bene e della salute di tutti, sempre ad evidenziare interessi occulti che deprimevano le scelte di tutela ambientale. Te ne vai così, lasciando un vuoto enorme nel mondo ambientalista, in questo periodo molto assopito e stanco. A me , come a molte altre persone, rimane il piacere di averti conosciuto, l'orgoglio di aver imparato molte cose, seguendoti e ascoltandoti, anche a volte con reciproche critiche, dure ma leali e sincere, come si fanno tra persone altrettanto vere e sincere. Ti ricorderò sempre per la tua indiscutibile intelligenza e capacità di analisi, ma anche per la tua grande dedizione al nostro amato territorio, ricchissimo di biodiversità, tema che hai sempre cercato di promuovere e salvaguardare. Ciao Adriano, fai buon viaggio e, da lassù, certamente respirerai un'aria migliore, più pulita, più salutare, più fresca. Con affetto, un abbraccio.
domenica 1 gennaio 2017
Rifiuti e inceneritore in Trentino. Anno nuovo, politiche vecchie!
Rifiuti e inceneritore in Trentino: anno nuovo, politiche vecchie.
Mentre arriva la notizia che ISPRA ha classificato il Trentino Alto Adige come seconda regione italiana a livello di raccolta differenziata dei rifiuti, la nostra provincia provvde ad incenerire il residuo indifferenziato, ricorrendo all'inceneritore di Bolzano. Davvero due notizie in antitesi tra loro. Ma andiamo per gradi, per capire come si sia arrivati a decidere di incenerire i rifiuti, nonostante la virtuosa raccolta differenziata che raggiunge percentuali elevate.
Correva l’anno 2009, quando il primo bando di gara per l’aggiudicazione
della costruzione di un inceneritore a Trento andava letteralmente deserto!
Poche le garanzie di poter bruciare quantità rilevanti di rifiuti, data la
notevole escalation della percentuale di raccolta differenziata che era stata
raggiunta e che, ad oggi, sfiora l’80%. In quegli anni erano attive alcune
associazioni (Nimby Trentino, Coordinamento Trentino pulito) che avevano
promosso momenti formativi e informativi in merito ad un progetto alternativo
all’inceneritore, noto in Trentino come “progetto Cerani”, a nome dell’ingegnere
che lo aveva predisposto (qui il link alla pagina dove trovate spiegato il
progetto: http://marcoianes.net/1/area_download_939562.html).
La classe politica trentina che era al governo ci classificò
come “ciarlatani”, venditori di idee irrealizzabili, sostenendo che l’inceneritore
sarebbe stata l’unica via per chiudere il ciclo dei rifiuti in Trentino. Dopo
il primo bando di gara sopraccitato, andato deserto perché nessuna azienda di
settore intravedeva guadagni interessanti, dato lo scarso residuo
indifferenziato da bruciare, arrivò anche la chiusura dei finanziamenti
pubblici all’energia elettrica prodotta da incenerimento dei rifiuti; così, il
percorso prima definito come “l’unica via percorribile”, venne abbandonato
definitivamente dalla politica trentina, che dichiarò che la costruzione di un
inceneritore in Trentino non serviva più.
Non fu certo una scelta dettata da
convinzioni ecologiche e ambientaliste, bensì una pura e mera constatazione che
tale via non avrebbe dato guadagni sufficienti a sostenerne l’ammortamento
economico nel tempo. Comunque, le associazioni ambientaliste avevano vinto una
battaglia importante, perché oltre all’impatto ambientale devastante che
avrebbe avuto sull’economia agro-turistica trentina, avevano pure evidenziato
le gravi lacune economiche che poi, di fatto, si sono rivelate fondate.
I “ciarlatani”,
improvvisamente avevano avuto le prove del loro buon operato. Da allora, però,
il problema della “chiusura del cerchio” dei rifiuti è rimasto irrisolto; da
una parte una raccolta differenziata che aumentava notevolmente, attestandosi
ai livelli attuali che sfiorano circa 80%, dall’altra parte il tema del residuo
indifferenziato che rimaneva non gestito e, quindi, portato in discarica.
In
questi ultimi due anni molto si è parlato qui in Trentino di costruire impianti
di recupero del materiale residuo; impianti che prevedessero il trattamento del
rifiuto con la produzione di CSS (combustibile solido secondario) che
certamente ha un mercato, ma sempre si tratta di combustibile ad alto inquinamento
(plastiche che bruciano: diossine e nanoparticelle nell’aria che respiriamo) e,
ultima novità nel piano rifiuti n°4 del 2014, anche la possibilità di valutare
impianti di riciclaggio ulteriore, come proposto dalle associazioni.
Sembrava
che ci fosse davvero un’apertura alle innovazioni tecnologiche “amiche” dell’ambiente;
sembrava che, finalmente, l’Autonomia Trentina avesse agito davvero con spirito
autonomo e nella direzione giusta di salvaguardia e tutela dell’eco-sistema
agro turistico che la provincia di Trento vanta come fiore all’occhiello. Sembrava…perché
in questi giorni la provincia autonoma di Trento ha chiuso un accordo con la
provincia autonoma di Bolzano; in questo accordo il residuo indifferenziato del
Trentino finirà nell’inceneritore già esistente a Bolzano che è in deficit di
prodotto e, quindi, abbisogna di materia prima (http://www.ildolomiti.it/ambiente/smaltimento-rifiuti-accordo-raggiunto-fra-trento-e-bolzano).
Si torna all’idea originaria, si torna all’inceneritore. Non
a Trento, ma a Bolzano, cioè a soli 50 Km di distanza da dove prima si voleva
costruire quello trentino. Praticamente, non cambia proprio nulla! Le quantità
di raccolta indifferenziata di rifiuti trentini saranno bruciate e passeranno
per il camino che butterà in aria nanoparticelle e diossine che si riverseranno
nelle stesse campagne dove si coltivano viti pregiate che danno vita ad altrettanti
vini famosi quali, ad esempio, il Teroldego, vero fiore all’occhiello delle
aziende vitivinicole trentine.
In aggiunta a ciò, aumenterà il traffico veicolare,
dato che i camion trentini viaggeranno verso Bolzano per portare i rifiuti da
bruciare; altro aggravio ambientale!
E tutti tacciono…le associazioni ormai
sono disgregate, avendo precedentemente chiuso gli obiettivi; la politica
ambientalista trentina praticamente non esiste più, dato che le forze
politiche che pure si erano impegnate
nel passato, sono praticamente inesistenti e nulla più organizzano in tema di
proposte e dibattiti e manifestazioni. Le associazioni di categoria (contadini,
esercenti del turismo) sono in ossequioso silenzio, non rendendosi conto che
ciò per cui si erano battute nel passato, ora è stato realizzato; non nel loro
giardino, certamente, ma in quello adiacente! Credono davvero che le influenze
di tali emissioni stiano alla larga dai propri confini?
Davvero
una tristezza che, alla fine, si sia arrivati ugualmente al risultato che la politica trentina progettava più di dieci
anni fa, cioè l’incenerimento dei rifiuti. Nulla è cambiato, sempre le solite
politiche ambientali. Poi ci lamentiamo se il clima cambia, se l’inquinamento
aumenta, se i tumori dettati da inquinamento atmosferico aumentano (http://www.airc.it/cancro/disinformazione/inquinamento-atmosferico/).
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