Sport, chiusura delle strutture derivata da chiusura alle innovazioni.
Qualche anno fa avevo presentato un progetto, quasi esecutivo e quindi molto dettagliato, in merito alla possibilità di installare un impianto fotovoltaico sul palazzo dello sport e del ghiaccio di Trento, proposta anche evidenziata dalla stampa.All'epoca era in vigore ancora il secondo conto energia, con tariffe incentivanti molto elevate. In tale progetto, prospettavo due strade possibili da percorrere; la prima prevedeva un investimento diretto del comune nella realizzazione dell'opera, finanziandola con l'accesso al credito che, sempre per l'epoca e per la tipologia del sistema, era facilmente accessibile. La seconda ipotesi, prevedeva di dare l'esecuzione dell'opera ad una Esco(energy service company), che si sarebbe tenuta gli introiti delle tariffe incentivanti, lasciando comunque al comune l'uso dell'energia autoprodotta, quindi risparmiata in quanto non acquistata. In entrambi i casi, comunque, il comune avrebbe potuto godere di notevoli introiti e agevolazioni economiche, tali per cui oggi, molto probabilmente, si sarebbero potuti investire quei soldi per evitare la chiusura estiva del palazzo del ghiaccio; si parla di cifre intorno agli 80.000 euro all'anno, tra risparmio di energia e tariffe incentivanti, che magari, appunto, avrebbero permesso di dare un servizio alla cittadinanza,anziché toglierlo.Parole e proposte nel deserto di questa politica mediocre, che vuole solo amministrare con tagli e metodi vecchi, senza intraprendere strade nuove, che porterebbero risparmi reali e, come nel caso prospettato, risorse da girare e utilizzare per altri capitoli di spesa. Qualcuno dirà che qui si fa campagna elettorale; può anche essere, non lo nego, però rimane il fatto che si era tentato di proporre qualcosa di diverso e di nuovo, sfruttando le possibilità date dalla tecnica e dalla legislazione vigente e invece, pure questa volta, come in altre occasioni, non si sono nemmeno considerate strade nuove e perseguibili, peraltro quasi a costo zero e con introiti a beneficio della collettività. Perchè chi gestisce il bene collettivo non prova a percorrere queste nuove vie? Perché la politica della gestione del consolidato non prova a studiare percorsi innovativi, invece di rincorrere solamente i pareggi di bilancio con tagli estremi di servizi? Elemento sicuramente importante il pareggio di bilancio,ma potrebbe essere raggiunto con idee innovative e lungimiranti, con minori tagli e migliori investimenti. Perchè solamente chi investirà in maniera innovativa potrà garantire servizi di alto livello nel tempo; diversamente si cadrà nella banale gestione burocratica, che porterà al decadimento del benessere di tutti. Qui si tratta di avere un pochino di visione futura, ma questa è fantapolitica, probabilmente irraggiungibile utopia, vista la mediocrità imperante nelle forze politiche, tutte tese ad individuare i nuovi capi bastone, tralasciando programmi per il futuro, considerati in secondo piano e poco rilevanti.
Marco Ianes
Ecologisti e reti civiche- Verdi europei
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