Ma ecco, di seguito, la lettera inviata al giornale con le criticità rilevate alle definizioni del sig. Giornani di Rovereto, che, appunto, sosteneva la bontà dell'inceneritore.
Egregio Direttore, in merito all’articolo a firma del signor Walter Giordani, siamo a specificare alcune cose:
- Non è possibile realizzare una rete di teleriscaldamento supportata da un inceneritore da sole 103.000 Ton, come previsto dal progetto; non ci risulta che tali quantitativi di rifiuti siano sufficienti per supportare una rete di teleriscaldamento e, inoltre, produrre anche energia elettrica.
- Altra questione, che deriva dalla precedente: con una raccolta differenziata al 60-65%, dove si pensa di reperire i rifiuti necessari a sostenere una rete di teleriscaldamento? Il pericolo è quello di aprire la strada ad altre provenienze, poiché altrimenti non si riuscirebbe a sostenere il progetto di teleriscaldamento.
- Ulteriore puntualizzazione: per realizzare una rete di teleriscaldamento a Trento ( falde acquifere, attraversamento del fiume Adige, posa delle tubazioni e degli stacchi presso le abitazioni e nelle strade, realizzazioni di sotto-stazioni decentrate e periferiche) ci vogliono dai 10 ai 12 anni e un investimento di qualche milione di Euro; come si pensa di reperire i soldi necessari e come si pensa, ancora, di ammortizzare tale investimento che inevitabilmente graverebbe sulle nostre tasche?
- Il calcolo fatto dal signor Giordani, parte dal 3° piano provinciale dei rifiuti; non sarebbe meglio aggiornare tale piano e verificare realmente le potenzialità di un sistema diverso, abbinato alla raccolta differenziata, che già si attesta al 60-65%?
- Esiste una valida alternativa all’inceneritore, che recupera l’energia dei rifiuti reimmettendoli nel circuito produttivo; prima di “convertire” l’energia per sfuttarla in altro modo (elettrica o termica) è necessario e più conveniente risparmiarla; la combustione dei rifiuti è una conversione di energia; riutilizzarli, riciclandoli è invece un risparmio, con il beneficio ambientale di non inquinare ulteriormente.
- Banalizzare,poi, l’aspetto salute a quanto espresso dal sig. Giordani, è davvero pericoloso e fuorviante: non esiste uno studio approfondito dei venti; lo stesso studio di fattibilità provinciale mette in risalto che”non sono noti i riscontri possibili” in tal senso; inoltre, non vi è uno studio approfondito sulle ripercussioni sulle colture (affermazione del noto scienziato agronomono prof. Fregoni).
Rimaniamo fortemente perplessi da articoli simili, atti solamente a supportare scelte non più attuali con le tecnologie moderne e men che meno attualizzabili a Trento, in tempi accettabili e con costi enormi, sia in termini monetari, sia in termini di impatto ambientale e per la salute.
Siamo disponibili a fornire ulteriori dettagli sul progetto alternativo all’inceneritore, qualora il suo giornale ci garantisca uno spazio adeguato per spiegare il tutto.
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