Il fatto che il bando di gara, per l’inceneritore di Trento, sia andato deserto, è una notizia che apre a molte prospettive possibili.
Si potrebbe strutturare un tavolo tecnico che analizzi nuove tecnologie, predisporre, quindi, un nuovo bando di gara che apra a tecnologie moderne ed all’avanguardia. Per esempio, è notizia certa che, in Ohio (U.S.A.), stanno predisponendo un impianto che tratti i residui quali pannolini e pannoloni, separandone le varie componenti. La fase sperimentale è terminata e ora stanno passando alla fase operativa, cioè di installazione dell’impianto vero e proprio. Anche in Italia, nel prossimo anno, ci sarà un impianto di tale categoria, poiché c’è già qualcuno che ci sta investendo. Quindi, le prospettive si aprono a nuove tecnologie che tendono sempre più ad abbandonare la strada dell’incenerimento dei rifiuti, favorendo quella del riciclo spinto, con sviluppo di nuove tecnologie. La scelta di incenerire, in Trentino, è maturata diversi anni fa, quando la tecnologia non offriva molte alternative possibili; ma ora, la tecnica compie passi da gigante, quasi giornalmente e sarebbe davvero poco lungimirante, anche alla luce dei recenti fatti relativi al bando di gara, non rivalutare altre possibilità.
Il bando di gara, evidentemente, non è risultato appetibile alle aziende costruttrici, prova ne sia che la stessa Dolomiti Energia se ne è tirata fuori, anche se, sinceramente, non so se avrebbe avuto il know-how per partecipare, poiché non ha mai avuto esperienze nel settore, come era richiesto nel bando medesimo. Comunque, ciò sta a significare che i parametri limitativi del bando sono stati giudicati troppo onerosi per partecipare; ora, non vorremmo che il nuovo percorso che si intraprenderà, metta in gioco ribassi tali da ridurre quella che è stata declamata come “scelta per la sicurezza dei cittadini”; si spera che non vengano ritoccati al ribasso i parametri che fissavano le soglie di rifiuti trattabili, che non vengano ritoccati i parametri relativi alle garanzie che i decisori politici declamavano per sostenere la validità della scelta, in tema di salute per i cittadini.
Questa situazione rappresenta una nuova occasione di riflessione per tutti; chi ha deciso per l’inceneritore, ora può davvero dire:” ci abbiamo provato, ma visto che nessuno partecipa, apriamo a nuove alternative per vedere se troviamo di meglio”! Sarebbe davvero una scelta di grande apertura politica e di grande responsabilità civile, rispettosa della salvaguardia dell’ambiente che ci circonda e del futuro della salute di tutti. è un’occasione da non perdere, per ripartire con nuove tecnologie e nuove possibilità che realmente esistono e sono possibili. Un esempio pratico: la città di Sidney ha un sistema di trattamento meccanico biologico ( quindi anche per l’umido) che funziona benissimo dal 2004! Apriamo, quindi, alla tecnologia, valutando nuove prospettive e nuove visioni per un futuro migliore, scevro da scelte che, alla luce dei recenti fatti, appaiono difficilmente percorribili anche da chi si ostina a voler incenerire. Una nuova stagione è possibile? Forse, se la politica avrà il coraggio di aprirsi a nuove prospettive, peraltro già realizzate altrove nel mondo!
Marco Ianes - Trento
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