Leggo sui giornali, in questi giorni, che l’assessore Olivi
dichiara che la provincia autonoma di Trento sta orientando sempre più gli
investimenti nei settori di ricerca e scuola. Penso che questa sia una lodevole
intenzione, perché invece, se si riferisce a fatti già compiuti, mi chiedo dove
si prendano i dati per supportare tali affermazioni. Vivo nel mondo della
scuola da quindici anni e ogni momento che passa assisto attonito al calo
pauroso di disponibilità economiche per aggiornamenti dei docenti, per
approvvigionamento materiali didattici, per viaggi d’istruzione e perfino per i
materiali di consumo più banali ed immediati.
Allora permettetemi la domanda: ”Dove finiscono tutti i
soldi che la provincia stanzia per la scuola?”; gli stipendi dei docenti e del
personale ausiliario sono fermi da diversi anni, quindi non sono certo serviti
per dare aumenti, le strutture scolastiche sono in degrado perenne e
molte sono in attesa di interventi di ristrutturazione da decenni, qualcuna
presentando anche qualche rischio di sicurezza per qualche grande struttura;
inoltre, il parco macchine di molti centri di formazione professionale è
rappresentato dagli stessi macchinari che vedevo io, giovane allievo, oltre 30
anni fa!!! Abbiamo classi sempre più numerose, alcune volte addirittura oltre i
25 allievi, situazione didatticamente improponibile, ma decisa da chi di
insegnamento capisce poco o nulla; ebbene, in molte di queste classi non
abbiamo nemmeno gli strumenti per tutti, ma spesso, solamente per 20/22
persone; e questi sono fatti verificabili ogni giorno nelle nostre scuole;
inoltre spesso i supporti informatici, che dovrebbero essere all’avanguardia
per far crescere i nostri giovani, sono invece rappresentati da computer
talmente vecchi che ci mettono alcuni minuti solamente per avviarsi; per non
parlare degli aggiornamenti software che non vediamo da anni! Ora, per
cortesia, possiamo sapere dove sono tutti questi soldi che si dice vengano
stanziati per la scuola? Noi insegnanti gradiremmo vedere i fatti concreti e
non sentire dichiarazioni inutili e fuorvianti. Andate a farvi un giretto per
le varie scuole, professionali, licei, medie, elementari; parlate con i docenti
che vivono in prima linea la programmazione e la gestione, soprattutto nelle
aree tecniche, e ascoltate cosa vi possono
raccontare; forse, ancora una volta, si riscontrerà l’enorme distanza tra la
politica e la vita reale.
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