A tutti i migliori auguri per un buon fine anno, ma soprattutto un augurio di un migliore anno nuovo!
Che possa portare felicità e serenità, in questi tempi di forte crisi di lavoro e di valori.
Molte scadenze importanti sono presto imminenti, nel nuovo anno che verrà; speriamo che tutti, assieme, si possa riuscire a cambiare in positivo questa situazione di crisi del lavoro, della politica e dei valori.
Buon anno nuovo a tutti.
Marco Ianes
www.marcoianes.blogspot.com
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E-mail: marco@marcoianes.net
Lavoro,ambiente,economia,politica,Trentino,autonomia,sviluppo sostenibile,ecologia,energia,scuola e formazione,sport.
"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)
lunedì 31 dicembre 2012
martedì 25 dicembre 2012
Buon Natale...
“E se invece di un Dio glorioso ci imbattiamo in un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. Perché da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi della Sua onnipotenza. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita”.
(don Tonino Bello, Andiamo a Betlemme, 2005)
Auguri a tutti per un lieto Natale...
Marco Ianes - Trento
giovedì 13 dicembre 2012
martedì 4 dicembre 2012
Presentazione delle proposte programmatiche per il futuro del Trentino
GIOVEDI 6 DICEMBRE ORE 20:30 CENTRO CIVICO BRIONE ROVERETO
“Ecologisti e Reti civiche – Verdi europei” di Rovereto
presentano le proposte programmatiche per il futuro del Trentino in preparazione delle elezioni politiche e delle elezioni provinciali del 2013.
Si tratta di proposte elaborate in gruppi di lavoro, aperte alla collaborazione e al contributo dei cittadini interessati.
Introduce: Rug
“Ecologisti e Reti civiche – Verdi europei” di Rovereto
presentano le proposte programmatiche per il futuro del Trentino in preparazione delle elezioni politiche e delle elezioni provinciali del 2013.
Si tratta di proposte elaborate in gruppi di lavoro, aperte alla collaborazione e al contributo dei cittadini interessati.
Introduce: Rug
gero POZZER - consigliere della Comunità della Vallagarina
Interviene: Michele TRAINOTTI - coordinatore del Programma
Partecipano alla presentazione:
Giorgia NISI - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi di Rovereto
Michele PEDROTTI - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi di Rovereto
Mauro PREVIDI - vice-presidente del Consiglio comunale di Rovereto
Marco IANES - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi del Trentino
Lucia COPPOLA - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi del Trentino
Sono inviti a partecipare gli organi di informazione e tutti i cittadini interessati
Interviene: Michele TRAINOTTI - coordinatore del Programma
Partecipano alla presentazione:
Giorgia NISI - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi di Rovereto
Michele PEDROTTI - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi di Rovereto
Mauro PREVIDI - vice-presidente del Consiglio comunale di Rovereto
Marco IANES - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi del Trentino
Lucia COPPOLA - co-portavoce degli Eco-civici e Verdi del Trentino
Sono inviti a partecipare gli organi di informazione e tutti i cittadini interessati
sabato 24 novembre 2012
Parte la presentazione del programma itinerante di buon governo dei beni comuni.
Un nuovo modello sociale ed economico è necessario.
In questi momenti difficili siamo costretti a rivedere molte priorità di investimento delle risorse pubbliche. Ogni amministratore deve, e dovrà sempre più, fare i conti con contrazioni esponenziali delle risorse. Garantire i servizi ed evitare la caduta della qualità degli stessi ė sicuramente una delle priorità da perseguire, ma non è possibile farlo con i modelli economici che ci hanno portato e ci porteranno, sempre più, verso il ribasso della qualità della vita.Non vi è dubbio che determinate politiche economiche e sociali, finora adottate, sono state possibili per la grande disponibilità economica che abbiamo avuto. Ora è necessario cambiare approccio e pure rimodellare le priorità. Che senso ha, per esempio, predisporre tagli lineari a sanità, scuola e servizi pubblici e poi continuare a sostenere operazioni immobiliari come, ad esempio,un centro congressi presso il nuovo quartiere delle Albere? Ha davvero il sapore amaro di una beffa nei confronti dei cittadini ai quali vengono richiesti sempre maggiori sacrifici. Un nuovo modello di sviluppo è quindi necessario e la cosa non rappresenta un'utopia. "Piccole grandi opere", al posto di faraonici progetti, possono essere possibili per creare sviluppo, lavoro e rispetto e tutela del territorio e dell'ambiente. Gli investimenti destinati a queste vere e proprie "cattedrali nel deserto"potrebbero, ad esempio,essere dirottati verso progetti di recupero edilizio del patrimonio immobiliare pubblico, ottenendo un triplice beneficio: si darebbe lavoro al settore edilizio ed impiantistico elettrico e termoidraulico che versa in forte crisi, si metterebbero in sicurezza stabili fatiscenti o malridotti e si contribuirebbe ad un notevole risparmio energetico, fonte primaria di "produzione di energia " ( la miglior produzione di energia è quella risparmiata)! Questo è solo un esempio pratico e diretto, non utopistico, di corretta scelta di impiego delle risorse pubbliche; questo è un inizio di corretto approccio verso un modello di sviluppo eco sostenibile, che noi andiamo proponendo nel nostro programma di buon governo dei beni comuni. Non vogliamo assolutamente passare per la forza politica del no a prescindere; noi abbiamo molti si, molte proposte che mettono in primo piano i concetti di salvaguardia della salute, della tutela del lavoro, dello sviluppo economico delle imprese, il tutto in sinergia con il rispetto dell'ambiente e del territorio in cui viviamo e dell'autonomia che sosteniamo fortemente e vogliamo assolutamente mantenere e preservare, ma con schemi diversi da quelli finora adottati e senza scadere nella rappresentazione teatrale e assurda che qualche noto esponente politico vorrebbe attuare, con musei che hanno un futuro poco credibile e difficilmente comprensibile.Quindi noi proponiamo una visione diversa della gestione dell'autonomia trentina, mettendo al centro le vere priorità necessarie per un modello diverso. Il programma è stato abbozzato come contenuto di idee da sottoporre alla cittadinanza. Stiamo partendo per un viaggio itinerante nel nostro Trentino, convinti che sottoporre alla gente le nostre idee, per raccogliere altrettante idee, osservazioni, necessità dei territori, sia un passaggio fondamentale per una forza ecologista e civica che ha l'ambizione di provare a proporre approcci diversi e innovativi di gestione dei beni comuni. Saremo aperti a chiunque vorrà dialogare con noi: cittadini, istituzioni e forze politiche, senza preclusione alcuna, ma proponiamo un modello nuovo, non cerchiamo facili consensi e non facciamo politica urlata, rispettando anche chi ha deciso strade diverse per proporre alternative, pur non condividendone, spesso, i metodi che sembrano poco democratici . Vogliamo, in primis,ragionare assieme alla gente, proponendo un programma aperto e in costruzione, che parta dal concetto, possibile e necessario, di generare un modello di sviluppo diverso ed eco sostenibile. Per una politica costruttiva, di dialogo e confronto, ma innovativa, convinti che le risposte sono in questi nuovi modelli, che altrove , come ad esempio in Germania, stanno dando effetti notevoli di sviluppo economico e sociale. Aspettiamo confronti e dibattiti, nelle nostre iniziative informative. Partiremo il 6 dicembre da un incontro a Rovereto alle 20.30 presso la sala del Brione, per poi proseguire in ogni valle, con incontri territoriali aperti ad associazioni, movimenti e gente di buona volontà.Marco Ianes - co portavoce Ecologisti e reti civiche Verdi Europei Trentino.
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martedì 20 novembre 2012
Caro papà...grazie per tutto...
Caro papà,quanti ricordi affiorano alla mente...
Quanti "ex giovani" della mia generazione, nel
nostro quartiere, ti hanno conosciuto per ciò che hai fatto per tutti noi.
Quando eravamo ragazzini, con l'associazione "Noi
Amizi",che avevi contribuito a far nascere,assieme ad altri genitori,
animavi l'attività del quartiere.
Chi può scordare i mitici tornei di calcio al campetto
della torre 3? E le gite sulla neve con i giochi a squadre, o il carnevale per
i bambini della torre 5?
Per tutti avevi sempre un sorriso e una buona parola, per
tutti eri semplicemente "el Mario"!
Sempre pronto a organizzare le attività ricreative, con
lo scopo di farci stare bene, in amicizia.
La vecchia chiesetta, di fianco alla chiesa parrocchiale
di Madonna Bianca, ristrutturata con i volontari che avevi raccolto, per dare
al quartiere, a noi ragazzi, un posto per trovarci a giocare a calcetto, un
posto per fare comunità!
In quegli anni, a noi ragazzi, hai dato tanto e, credo,
che molti di questi ex ragazzi ti ricorderanno sempre con affetto.Tutti ricorderanno "el Mario"!
Caro papà, a noi tutti hai insegnato i valori della
solidarietà, dell'amicizia, del rispetto degli altri.
Oggi ci saluti da lassù, ne sono certo, con il tuo
immancabile sorriso e tutti noi vogliamo ricordarti così e dirti grazie, grazie
di cuore!
Caro papà, mi mancherai, anzi mi manchi già
tantissimo...le discussioni con te mi mancheranno, il confronto diretto, a
volte anche acceso, sulla politica, sul calcio, sui problemi del nostro Paese e
le soluzioni semplici semplici, ma che tu, da uomo di mondo, sapevi che non
sarebbero mai state adottate, perché troppo semplici...
Caro papà, mi manchi già tantissimo, ma resterai davvero
sempre nel mio cuore; di te ricorderò sempre ogni singola parola, ogni singolo
insegnamento...grazie di cuore, Mario, grazie di cuore...papà!
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domenica 28 ottobre 2012
Trentino in Europa: presentato il programma per le provinciali 2013 ; programmi e non candidature!
Si è svolta sabato 27 ottobre la conferenza stampa di presentazione del programma per un buon governo provinciale, degli Ecologisti e reti civiche-verdi Europei del Trentino.
In sintesi ecco la presentazione; per chi vuole approfondire, lascio i links per il testo del programma vero e proprio e le slides della presentazione.
Proponiamo
una gestione diversa della nostra autonomia, senza denigrare ciò che di buono è
stato fatto, ma cercando di migliorare ulteriormente.
Un
piccolo esempio: abbiamo una buona legge provinciale sulla regolamentazione
dell'energia, ma la stiamo usando solo nel settore idroelettrico, snobbando lo
sviluppo su larga scala delle altre fonti rinnovabili, come il
fotovoltaico,l'eolico, la biomassa. Quindi regolamentare in questo campo è
necessario.
Siamo
in piena disorganizzazione totale in merito alla gestione dei rifiuti residui;
si fa l'inceneritore a tutti i costi, è quello che ci è stato detto fino a
pochi giorni fa, ma ora vengono a galla le grandi contraddizioni che noi
abbiamo sempre evidenziato. Quindi ecco la necessità di un programma politico
che veda la gestione della partita dei rifiuti con un approccio radicalmente
diverso. E questo nel nostro programma è contemplato: non più rifiuto,ma materia
da re immettere nel ciclo produttivo, con notevole risparmio energetico e
salvaguardia dell'ambiente. Vogliamo mettere in campo una mobilità che sia
sostenibile, non solo economicamente, ma anche ambientalmente.
Ma
non di solo ambiente vogliamo parlare; lavoro, scuola e formazione, università,
rapporti con le imprese e tra le imprese, per una crescita e uno sviluppo eco
sostenibile della nostra economia.
Vediamo
la grande opportunità di avere un'autonomia che spesso è stata usata per
erogare soldi pubblici in maniera poco trasparente e a volte quantomeno
discutibile.Noi intendiamo salvaguardare la nostra autonomia, dando valore agli
investimenti pubblici e sostenendo una visione economica diversa da quella che
mira solamente all'erogazione di contributi a pioggia. Autonomia che per noi
significa opportunità di ricerca su nuove strade per la gestione dei rifiuti,
per la gestione energetica, per lo sviluppo agro turistico e per la tutela e la
valorizzazione del territorio. Un'autonomia reale al servizio di tutti e per la
crescita di tutti.
Proponiamo,
quindi, un nuovo modello di sviluppo, un modello aperto alle innovazioni e che
abbia un approccio diverso alla gestione delle risorse pubbliche. Un modello
trasparente, che valorizzi anche e soprattutto i giovani, che favorisca il
ricambio naturale e generazionale anche nei ruoli chiave, sia politici, sia
amministrativi della macchina pubblica.
Il
programma presentato oggi è un punto di partenza e non un programma calato
dall'alto; è un documento "itinerante", con il quale gireremo per il
Trentino per raccogliere critiche, osservazioni, proponimenti e integrazioni,
al fine di renderlo il più possibile "un programma per tutti e di
tutti". Per prepararci ad una forma di governo diversa e innovativa. Noi proporremo
il nostro programma alla gente e alle forze politiche e civiche del Trentino,
ribadendo una visione innovativa di un'autonomia vera, innovativa e
propositiva, non schiava dei contributi a pioggia, ma interprete di uno
sviluppo sociale ed economico per tutti. Con chi saremo? Con tutti coloro che
vorranno dialogare con noi e con quelli che condivideranno la nostra visione
per un Trentino autonomo che sia promotore di un modello invidiabile, non
solamente per la grande disponibilità di risorse avute fino ad ora, ma anche
per la qualità di come vengono impiegate queste risorse.
Marco Ianes- co portavoce degli Ecologisti e reti civiche-Verdi Europei
sabato 27 ottobre 2012
Inceneritore: si cambia strategia o è solo fumo negli occhi?
Il
senatore Divina dice che,finalmente,grazie alla Lega, l'inceneritore non si
farà.
Pur condividendo i contenuti, mi stupisce davvero come un esponente di un
partito incenetorista del nord, possa arrogarsi il merito di aver determinato
la scelta di un passo indietro, peraltro nemmeno ufficiale, sul tema
inceneritore.Infatti, non scordiamo che la Lega, nelle giunte del nord,
sostiene inceneritori e,anzi, ha propri rappresentanti nei vari consigli di
amministrazione delle varie società partecipate che gestiscono gli impianti.
Davvero coerente la politica leghista. Inoltre, segnalo che, purtroppo, non è
ancora ben definito come saranno gestiti i rifiuti residui e, questo, se
permettete, preoccupa non poco. Si parla di produrre CDR (combustibile da
rifiuto), per centrali che qui da noi non ci sono, oppure per cementifici. Ma
queste combustioni possono ugualmente essere pericolosissime, addirittura
peggiori di quelle di un inceneritore. Poi, chi e come si controllano le
emissioni delle combustioni di cementifici di privati?Quindi, necessario
attendere il nuovo piano rifiuti prima di cantare vittorie di Pirro! Ho sempre
sostenuto che qui manca il giusto approccio politico alla gestione dei rifiuti
e così rimane, a quanto si vede dalle dichiarazioni di chi sta gestendo la
partita, per ora. Noi abbiamo le idee chiare: non rifiuto, ma risorsa e materia
prima seconda, da re-immettere nel ciclo produttivo. Nessuna emissione, nessuna
combustione, risparmio energetico al massimo possibile. È realtà e non utopia,
al di là di ogni demagogia politica. Se si vuole si può intraprendere una
strada nuova e eco sostenibile, con costi molto più contenuti di ipotesi di
inceneritori, gassificatori (surrogati di inceneritori) o sistemi di produzione
di CDR. L'avevamo detto anni fa, ora lo ribadiamo: il Trentino può e deve
uscire da soluzioni standard e non più sostenibili economicamente e
ambientalmente. Anche queste nuove vie servirebbero per dare valore alla nostra
giusta autonomia. Senza scendere in piazza con bandierine e capei col piumot,
possiamo far vedere che autonomia significa innovazione e rispetto per
l'ambiente. Noi ci proviamo, assieme ai trentini che credono in questi progetti
nuovi di politica innovativa.
Marco
Ianes co-portavoce Ecologisti e reti civiche- Verdi Europei
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mercoledì 24 ottobre 2012
CONFERENZA STAMPA SABATO 27/10 ORE 10:30 HOTEL AMERICA - TRENTO:
CONFERENZA STAMPA SABATO 27/10 ORE 10:30 HOTEL AMERICA - TRENTO:
Proposte programmatiche aperte ai cittadini del nuovo soggetto politico "ECOLOGISTI E RETI CIVICHE-VERDI EUROPEI" per il governo della provincia di Trento.Noi presentiamo il programma, che porteremo in giro per la provincia di Trento, dialogando con i cittadini! Altri mirano a spartirsi "le careghe"!
Qualcuno pensa a chi farà il presidente della provincia, noi, invece, vogliamo parlare prima di programmi e poi di persone!!!
Ecco perché SABATO 27/10/2012 ORE 10:30 presenteremo il programma da sottoporre al vaglio dei cittadini; da sabato partirà il nostro viaggio per la provincia di Trento, con incontri e dibattiti, per raccogliere le opinioni della gente sul nostro programma, al fine di tradurle nel programma definitivo con il quale vorremmo presentarci per le prossime elezioni provinciali a Trento.
Un programma costruito dai Trentini, con i Trentini e per i Trentini.
Programmi prima e persone poi!.
Marco Ianes - Portavoce Ecologisti e Reti Civiche- Verdi Europei.
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lunedì 8 ottobre 2012
Meglio tardi che mai: nuovo piano rifiuti a Trento.
Meglio tardi che mai...
Apprendiamo, dal quotidiano L'Adige, che la provincia ha preso finalmente atto della necessità di rivedere il piano rifiuti, rielaborandolo visti i risultati ottenuti,soprattutto nella raccolta differenziata. La cosa non può che far piacere a tutti coloro che, da anni, stanno sollecitando questo passo, finora mai nemmeno considerato,anzi osteggiato caldamente, dai nostri governanti provinciali. Mi chiedo perché fino a qualche mese fa le discariche erano in esaurimento, la differenziata non poteva essere spinta oltre certi limiti e l'inceneritore era la soluzione unica possibile. Cosa è cambiato? Presto spiegato: differenziata ben oltre le più rosee previsioni, grazie ai cittadini che si sono impegnati e continuano a farlo, inceneritore non più sostenibile per la mancanza degli incentivi (ecco il perché, in sostanza, del bando deserto!). Intanto, abbiamo perso una marea di tempo e le discariche si continuano a riempire (ma non dovevano esaurirsi a fine 2013?). Se si fosse aperto un dibattito politico serio, con un'analisi delle alternative possibili e con un nuovo piano rifiuti già due anni fa, ora probabilmente staremmo già costruendo il sistema alternativo possibile, avremmo già la tariffa puntuale attiva ( a Trento sarà introdotta a gennaio 2013, solo perché obbligatorio come termine ultimo, non certo per convinzione politica...) e, molto probabilmente avremmo livelli superiori di differenziata. Forse,forse,forse...intanto il tempo passa e chi deve decidere ha rinviato continuamente e così farà fino alle prossime elezioni, ormai! Ben venga questa decisione di rivedere il piano rifiuti e aggiornarlo, ma poteva davvero essere fatto prima, definendo strategie più moderne e più sostenibili, come peraltro indicato da diverse associazioni e anche da forze politiche; come al solito rimane l'amarezza di apprendere che ciò che abbiamo sempre sostenuto, alla fine era corretto, ma chi ci governa ci ha sempre snobbato e classificato come "ciarlatani". Prendiamo atto, con piacere, che il tempo è davvero galantuomo e, quasi sempre, per fortuna, mette in luce le reali capacità o i veri limiti, sia dei ciarlatani,sia dei politici che non ascoltano, ma si vantano ugualmente di essere paladini di una democrazia partecipativa.
Ne è un esempio il blog "Passo", dove abbiamo inviato moltissimi spunti e considerazioni sul tema dei rifiuti, ma se andate a cercare i nostri interventi non li trovate, perché non sono mai stati pubblicati; i pochi contributi da noi inviati e pubblicati sono ben nascosti e difficilmente raggiungibili, dispersi in un percorso nascostissimo.Se questa è democrazia partecipativa...; comunque, prendiamo atto che, meglio tardi che mai, qualcosa si sta muovendo, nell'ottica di uno sviluppo maggiormente sostenibile. Saranno i risvolti positivi della crisi, che ha costretto tutti a tagliare spese inutili, compreso inceneritori non più incentivati? Vedremo gli sviluppi, ma intanto il tempo passa e chi deciderà, molto probabilmente, sarà nella prossima giunta provinciale. Ricordiamolo, quando andremo a votare.
Marco Ianes
E-mail: marco@marcoianes.net
mercoledì 3 ottobre 2012
Incontro pubblico con Marco Boschini:"ANTICASTA E BUONA POLITICA"
Vi segnalo un incontro pubblico, molto interessante.
SABATO 6 OTTOBRE ORE 15:00
SALA ROSA - PALAZZO DELLA REGIONE
TRENTO
Marco Boschini ci parlerà di:" Anticasta e buona politica".
I comuni virtuosi e l'Italia che funziona.
SABATO 6 OTTOBRE ORE 15:00
SALA ROSA - PALAZZO DELLA REGIONE
TRENTO
Marco Boschini ci parlerà di:" Anticasta e buona politica".
I comuni virtuosi e l'Italia che funziona.
giovedì 13 settembre 2012
Follia é continuare a fare le stesse cose...
Follia è continuare a fare le stesse cose, aspettandosi un risultando diverso. Albert Einstein.
E da qui vorrei partire, per una riflessione ad ampio raggio, sul modello di impostazione politica che la nostra società continua a perseguire.
Assistiamo, quotidianamente, alla rappresentazione quasi teatrale direi, di una politica avulsa dai programmi futuri, invece imbastita sul personalismo dei soliti soggetti. Il tutto avviene a livello nazionale, con la ricerca dei futuri premier, oppure qui da noi, nel dibattito perenne sul successore alla presidenza della provincia. Nulla di nuovo sotto il sole, di programmi che identifichino percorsi innovativi per risolvere i problemi della disoccupazione giovanile, oppure della mancanza di crescita economica, se ne parla davvero poco. Anche gli approcci politici ad un qualche accenno di programma, presentano poco o nulla di innovativo. Pressione fiscale sempre elevata e sui soliti facili soggetti,tagli secchi e lineari sui soliti facili capitoli di spesa, quali la scuola o la ricerca, solo per citare un esempio a caso. Non sentiamo parlare di misure reali e drastiche contro l'enorme evasione fiscale, che ha in serbo numeri da manovra finanziaria, non si sente parlare di incentivi alla scuola e alla ricerca, ignorando che un paese che taglia fondi sulla formazione della propria gioventù, è un paese destinato al declino inesorabile. Si continua a perseguire con i soliti metodi di proposte politiche che antepongono la forma individualista del leader da seguire, piuttosto che individuare percorsi innovativi che mettono al centro un programma di sviluppo realmente sostenibile. Sinceramente, credo che molte persone stiano valutando se andare a votare oppure no, proprio perché ci si rende conto dell'assenza di programmazione e dell'assenza di una visione futura nuova e sostenibile. Chi avrà il coraggio di parlare seriamente di proposte, senza anteporre un nome o un partito? Perché i giornali non lanciano un concorso di idee su future visioni per una nuova società credibile e sostenibile? Perché si preferisce dare ancora spazio ai nomi, prima che ai programmi? Ecco, mi piacerebbe leggere nei prossimi giorni, che qualche organo di stampa ha aperto uno spazio, magari accessibile a tutti e non solo ai soliti politici noti,in cui ogni cittadino di buona volontà può inserire idee e proposte per il futuro. Anche con questi metodi di stampa innovativa, magari , si potrebbe cominciare a cambiare qualcosa! Ma,forse, questa è utopia o semplice illusione.
Marco Ianes
www.marcoianes.blogspot.com
www.politicatrentina.blogspot.com
E-mail: marco@marcoianes.net
giovedì 9 agosto 2012
Infrastrutture e programmi politici
Nel mio errabondare vacanziero, mi è capitato di visitare alcuni luoghi che portano, per alcuni aspetti, innovazioni tecnologiche, unite a problemi strutturali evidenti.
Ho visitato uno dei più grandi parchi eolici del sud, in Calabria e, qui, ho notato subito che molti aerogeneratori erano inattivi; parlando con un ingegnere della società spagnola che ha fornito gli aerogeneratori e che mi ha ospitato per questa mia visita,ho scoperto che il parco eolico sta lavorando a ritmo ridotto per il semplice motivo che, la rete elettrica che accoglie la produzione, non è in grado di sopportare tutta l'energia che potrebbe essere prodotta. Quindi, il parco eolico conta 75 macchine da 50 MW l'una, per totale di 3.750 MW di produzione possibile, ma solo la metà di questa può essere sfruttata, perchè il distributore di zona non ha ancora adeguato le linee! E, il peggio è che, il gestore del parco eolico, riceve ugualmente gli incentivi per la potenza nominale, cioè su una stima del producibile a potenza totale, poiché la mancata produzione non è a lui imputabile. L'inadeguatezza delle infrastrutture produce un triplo danno economico: il primo è quello della ovvia perdita di energia rinnovabile non producibile per i fermi macchina, il secondo è quello riguardante l'erogazione totale degli incentivi nonostante la mancata produzione e il terzo è quello che, a livello nazionale, da qualche altra parte quell'energia mancante dovrà essere reperita da altre fonti, magari non rinnovabili. Saluto l'ingegnere e mi avvio a tornare al mio campeggio e, sulla strada mi imbatto in un'altro grande problema infrastrutturale: un acquedotto a servizio dell'irrigazione dei campi, con notevoli falle che determinano grandi perdite di acqua! Anche qui, mi fermo per fare una fotografia e chiedo al contadino,sul campo vicino, da quanto va avanti quella perdita. Lui, candidamente, mi risponde che sono più di due anni che ha segnalato il guasto al consorzio irriguo della zona, ma non hanno i soldi per sostituire la tubazione e, quindi, devono arrangiarsi a tenerla così. Di riparazione non se ne parla, perchè non c'è nessuno che vuole farla! Ancora un problema strutturale italiano! Proprio al sud, dove l'acqua non abbonda di certo!
Ecco, solo alcuni esempi concreti di piccole, grandi opere necessarie allo sviluppo del nostro Paese, senza montarsi la testa e pensare a grandi e inutili infrastrutture, sarebbe ora di pensare ad adeguare e migliorare le reti nazionali (elettriche, idriche, telecomunicazioni e viarie). In questo, a mio avviso, la politica è quanto mai lontana dalla capacità di organizzare interventi e predisporre corretti finanziamenti. Ma di queste opere, come mai nessun politico ne parla? Come mai tutti sono bravi a proporre nuove cementificazioni o nuove opere mastodontiche (ponte di Messina docet...) e nessuno si rende conto che lo sviluppo ed il progresso hanno bisogno di reti infrastrutturali adeguate? In questo settore, si potrebbero creare anche nuovi posti di lavoro, nuovi appalti pubblici realmente necessari alla collettività. Chi avrà la capacità di provare a prendere in mano questa situazione? A mio avviso, solamente chi realmente opera giornalmente nell'ambito delle costruzioni ma, si sa, noi tecnici non siamo in grado di comprendere la politica, così com'è attualmente; però, alcuni di noi ci vogliono provare, per tentare di dare luce ad un sistema diverso, proiettato a soddisfare, o almeno a tentare di soddisfare, le reali necessità della comunità. Alcuni di noi si stanno mettendo a servizio della collettività per elaborare un programma di "piccoli,grandi opere", che serviranno per il reale sviluppo del Paese. Lo stiamo facendo a livello nazionale e anche localmente, con la costituente ecologista che sta partendo con il progetto Ecologisti e reti Civiche-Verdi Europei. Per elaborare un programma di governo nazionale e provinciale, che metta al centro il benessere dell'individuo, nel rispetto delle risorse naturali che non sono infinite e vanno gestite con oculatezza e parsimonia; ma non solo: etica politica, un nuovo modello economico possibile ed eco-sostenibile, nuovi rapporti tra Stato e autonomia, in una visione europeista, ma che garantisca la salvaguardia degli aspetti positivi, e sono molti,della nostra autonomia. Con uno sguardo al futuro dei giovani, che devono avere sempre più spazio, sia in politica che nel lavoro, in prospettiva di creare una nuova classe dirigente, non stanziale, ma dinamica, aperta alle innovazioni. Abbiamo un sogno e, ora, stiamo cercando di strutturarlo, perché possa diventare una realtà vivibile e sostenibile.
Marco Ianes co-portavoce Ecologisti e reti civiche Verdi Europei
www.marcoianes.blogspot.com;
www.politicatrentina.blogspot.com
E-mail: marco@marcoianes.net
Nella foto: l'acquedotto che perde, in Calabria.
Ho visitato uno dei più grandi parchi eolici del sud, in Calabria e, qui, ho notato subito che molti aerogeneratori erano inattivi; parlando con un ingegnere della società spagnola che ha fornito gli aerogeneratori e che mi ha ospitato per questa mia visita,ho scoperto che il parco eolico sta lavorando a ritmo ridotto per il semplice motivo che, la rete elettrica che accoglie la produzione, non è in grado di sopportare tutta l'energia che potrebbe essere prodotta. Quindi, il parco eolico conta 75 macchine da 50 MW l'una, per totale di 3.750 MW di produzione possibile, ma solo la metà di questa può essere sfruttata, perchè il distributore di zona non ha ancora adeguato le linee! E, il peggio è che, il gestore del parco eolico, riceve ugualmente gli incentivi per la potenza nominale, cioè su una stima del producibile a potenza totale, poiché la mancata produzione non è a lui imputabile. L'inadeguatezza delle infrastrutture produce un triplo danno economico: il primo è quello della ovvia perdita di energia rinnovabile non producibile per i fermi macchina, il secondo è quello riguardante l'erogazione totale degli incentivi nonostante la mancata produzione e il terzo è quello che, a livello nazionale, da qualche altra parte quell'energia mancante dovrà essere reperita da altre fonti, magari non rinnovabili. Saluto l'ingegnere e mi avvio a tornare al mio campeggio e, sulla strada mi imbatto in un'altro grande problema infrastrutturale: un acquedotto a servizio dell'irrigazione dei campi, con notevoli falle che determinano grandi perdite di acqua! Anche qui, mi fermo per fare una fotografia e chiedo al contadino,sul campo vicino, da quanto va avanti quella perdita. Lui, candidamente, mi risponde che sono più di due anni che ha segnalato il guasto al consorzio irriguo della zona, ma non hanno i soldi per sostituire la tubazione e, quindi, devono arrangiarsi a tenerla così. Di riparazione non se ne parla, perchè non c'è nessuno che vuole farla! Ancora un problema strutturale italiano! Proprio al sud, dove l'acqua non abbonda di certo!
Ecco, solo alcuni esempi concreti di piccole, grandi opere necessarie allo sviluppo del nostro Paese, senza montarsi la testa e pensare a grandi e inutili infrastrutture, sarebbe ora di pensare ad adeguare e migliorare le reti nazionali (elettriche, idriche, telecomunicazioni e viarie). In questo, a mio avviso, la politica è quanto mai lontana dalla capacità di organizzare interventi e predisporre corretti finanziamenti. Ma di queste opere, come mai nessun politico ne parla? Come mai tutti sono bravi a proporre nuove cementificazioni o nuove opere mastodontiche (ponte di Messina docet...) e nessuno si rende conto che lo sviluppo ed il progresso hanno bisogno di reti infrastrutturali adeguate? In questo settore, si potrebbero creare anche nuovi posti di lavoro, nuovi appalti pubblici realmente necessari alla collettività. Chi avrà la capacità di provare a prendere in mano questa situazione? A mio avviso, solamente chi realmente opera giornalmente nell'ambito delle costruzioni ma, si sa, noi tecnici non siamo in grado di comprendere la politica, così com'è attualmente; però, alcuni di noi ci vogliono provare, per tentare di dare luce ad un sistema diverso, proiettato a soddisfare, o almeno a tentare di soddisfare, le reali necessità della comunità. Alcuni di noi si stanno mettendo a servizio della collettività per elaborare un programma di "piccoli,grandi opere", che serviranno per il reale sviluppo del Paese. Lo stiamo facendo a livello nazionale e anche localmente, con la costituente ecologista che sta partendo con il progetto Ecologisti e reti Civiche-Verdi Europei. Per elaborare un programma di governo nazionale e provinciale, che metta al centro il benessere dell'individuo, nel rispetto delle risorse naturali che non sono infinite e vanno gestite con oculatezza e parsimonia; ma non solo: etica politica, un nuovo modello economico possibile ed eco-sostenibile, nuovi rapporti tra Stato e autonomia, in una visione europeista, ma che garantisca la salvaguardia degli aspetti positivi, e sono molti,della nostra autonomia. Con uno sguardo al futuro dei giovani, che devono avere sempre più spazio, sia in politica che nel lavoro, in prospettiva di creare una nuova classe dirigente, non stanziale, ma dinamica, aperta alle innovazioni. Abbiamo un sogno e, ora, stiamo cercando di strutturarlo, perché possa diventare una realtà vivibile e sostenibile.
Marco Ianes co-portavoce Ecologisti e reti civiche Verdi Europei
www.marcoianes.blogspot.com;
www.politicatrentina.blogspot.com
E-mail: marco@marcoianes.net
Nella foto: l'acquedotto che perde, in Calabria.
mercoledì 1 agosto 2012
Candidature a governatore: ma i programmi dove sono?
In questi giorni, sui quotidiani locali, come su quelli nazionali,si leggono notizie inerenti le candidature di Tizio,piuttosto che Caio o Sempronio; candidature a premier nazionale, oppure a governatore della provincia di Trento. Zero passaggi o riferimenti a programmi, su come risolvere la crisi imperante, oppure a proposte relative allo sviluppo economico, del lavoro, delle condizioni future dei giovani!
Ma questi "Dorian Gray" della politica nostrana e nazionale, pensano davvero di prendere voti sulla base della loro bella faccia, oppure pensano anche di proporci qualcosa di nuovo, qualcosa in cui credere per il futuro delle nostre imprese,delle nostre famiglie e dei nostri giovani? Oppure sono davvero convinti che andremo ancora a votare per loro, solamente perché sostenuti dal partito X piuttosto che dal movimento Y? E poi ci chiediamo perché i grillini volano nei sondaggi? Un piccolo e modesto suggerimento, a questo centro-sinistra locale e nazionale: cominciamo a parlare di progetti e di futuro sostenibile;lavorando assieme si potrà convergere sulle persone adatte a portare avanti un progetto reale ben studiato! Ma, forse, anche questa è politica futuristica e non a tutti è congeniale! Noi stiamo lavorando al programma, ma forse questo non interessa granché, visto che anche la stampa concede spazio solamente ai soliti noti, che avanzano candidature "estive", senza alcuna base programmatica. Siamo al solito teatrino della politica, sia a livello locale, sia a livello nazionale. Non stupiamoci, però, se nulla mai cambierà...
Marco Ianes. Co-portavoce Ecologisti e reti civiche-Verdi Europei del Trentino.
Marco Ianes. Co-portavoce Ecologisti e reti civiche-Verdi Europei del Trentino.
www.marcoianes.blogspot.com
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E-mail: marco@marcoianes.net
venerdì 20 luglio 2012
CRISI ECONOMICA DEL SISTEMA, DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA E DEL LAVORO: COME USCIRNE?
CRISI ECONOMICA DEL SISTEMA, DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA E DEL LAVORO: COME USCIRNE?
Il mio intervento al convegno CGIL del 17/07/2012.
I temi del dibattito odierno rappresentano i problemi quotidiani di tutto il Paese, compreso il nostro Trentino; problemi che troviamo presenti in ogni momento della giornata, in ogni attività e che coinvolgono tutti gli attori della vita sociale ed economica del Paese stesso.
Sono, quindi, temi sui quali è sempre necessario discutere e
analizzare proposte, idee e percorsi da intraprendere per cercare di trovare
risposte sostenibili e, soprattutto, credibili.
Su questi due ultimi termini vorrei soffermarmi un
attimo e proporre qualche riflessione.
Sostenibilità e credibilità.
Il sistema su cui si basa l’attuale economia del Paese, ma
oserei anche dire del mondo intero, così com’ è strutturato, non è più
sostenibile. Al di là delle opinioni personali, questo è diventato un dato
oggettivo e difficilmente confutabile. È un sistema viziato da speculazioni
fortissime su investimenti finanziari che, molto spesso, si rivelano delle vere
e proprie “bolle” che esplodono in mano agli investitori stessi; non a tutti,
ovviamente; coinvolgono i piccoli risparmiatori che si vedono defraudati di
risparmi di una vita e, invece, permettono agli squali della finanza di speculare
ed arricchirsi sempre più; è un sistema non più sostenibile, perché si basa su un modello si sviluppo superato;
si basa sullo sfruttamento delle fonti di energia fossili, che sono in via di
esaurimento e stanno causando danni ambientali pesantissimi e costosissimi; un
modello di sviluppo basato su scambi finanziari che mettono in secondo piano il
benessere dei cittadini e dei lavoratori; un modello di sviluppo che ha al
centro lo sfruttamento delle risorse per il mero profitto di pochi, sfruttando
il lavoro della maggioranza delle gente, costretta, tra l’altro, poi a
dissanguarsi per sostenere il sistema stesso. Siamo in mano alle agenzie di
rating, che guarda caso, regolano i flussi economici del mercato finanziario,
declassando un Paese che si sta dissanguando per tentare di risanare i conti
pubblici. Le stesse agenzie di rating che hanno conflitti di interesse enormi,
dato che forniscono consulenze a moltissimi investitori nei mercati finanziari
che loro stesse dovrebbero tenere monitorati.
Ne è un esempio la crisi economica partita negli Stati Uniti,
con le banche che erogavano mutui a chiunque, senza verificarne l’effettiva
sostenibilità da parte dei soggetti sottoscrittori; questo ha dato l’avvio ad
un effetto domino difficilmente arrestabile. Questo è solo un esempio di mala
finanza, poiché il sistema vero e proprio è basato su meccanismi poco virtuosi,
che incentivano la speculazione finanziaria, per esempio favorendola con
tassazioni che, definire “leggere” è veramente risibile. Si preferisce tassare
il lavoro diretto rispetto alle speculazioni finanziarie!
Che dire, poi, di un sistema che permette a molti evasori
fiscali di esportare denaro in maniera illegittima verso paradisi fiscali e,
poi, predispone scudi fiscali che permettono il rientro di questi denari con
tassazioni assurdamente irrisorie e con la garanzia di impunità per questi
evasori? Quale sostenibilità e credibilità possiamo vedere in un sistema
simile? Potrei citarne un’infinità di esempi come questi, di condoni fiscali
perpetuati negli anni, che sanno di presa in giro per tutte le persone oneste
che lavorano e pagano le tasse;
come possiamo, poi, parlare di sistema sostenibile, quando
abbiamo costi della politica che sono incomprensibili e ingiustificabili?
Guardate, non è una caccia alle streghe, quella di dire che il sistema politico
costa troppo per il nostro Paese; e qui non si tratta di parlare di stipendi o
indennità dei vari rappresentanti
politici; questa voce è solo la punta di un iceberg gigantesco! Sotto la
punta di questo iceberg, ci sono una miriade di costi occulti, quali, ad
esempio, enti inutili che sono sostenuti e tenuti in piedi solamente perché
rappresentano dei bacini di voti perenni per il politico di riferimento, che ne
tiene alta la bandierina. (esempi:Ente nazionale gente
dell’aria, dell’Istituto nazionale per le case degli impiegati dello Stato
costituito nel 1924 o dell’Ente nazionale per l’addestramento dei lavoratori
del commercio (questo per non parlare della Cassa conguaglio zucchero o
dell’Ente Colombo, quello di Genova 1992).
Come possiamo credere ancora in un sistema che permette a
dirigenti pubblici di andare in pensione e il giorno seguente affida incarichi
di consulenza alle stesse persone, con le stesse funzioni di prima? Quale
credibilità può avere un sistema che continua a perpetuare la presenza in
Parlamento, o anche nelle rappresentanze periferiche, delle stesse persone da
15, 20 o 30 anni? Che futuro può dare ad
un paese una classe politica che non sa generare il giusto ricambio
generazionale?
Viviamo momenti duri e, per molte aziende e lavoratori, non
ci saranno grandi prospettive di miglioramento a breve tempo; si continua a
prelevare dalle tasche della gente comune, dimenticandosi che esistono
possibilità diverse per reperire denaro utile per il risanamento dei conti
pubblici e per investimenti credibili e sostenibili. Non troverei nulla di
scandaloso , ad esempio, in una tassa patrimoniale equilibrata; non una tassa
di classe, ma una tassa sui patrimoni; non è reputata scandalosa nemmeno da chi guida il settore industriale, ma perché quindi
non viene considerata? Troverei degno di un Paese che si definisce civile, dare
forza e vigore ad una lotta all’evasione fiscale credibile e sostenibile; per
esempio confrontando i tenori di vita di alcuni personaggi con la loro
dichiarazione dei redditi e trovare i motivi, magari anche giustificabili, di
una divergenza così evidente. Oppure definendo parametri di tassazione equa sui
proventi finanziari, magari detassando, invece, i proventi dal lavoro primario,
quello cioè che determina il sostentamento delle famiglie.
Investire su formazione e ricerca, dovrebbe essere uno dei
punti cardine di un sistema di sviluppo che torni a mettere al centro il
benessere dei cittadini, il lavoro serio e dignitoso per i cittadini; siamo invece
schiavi dello spread e dobbiamo rincorrere un debito pubblico che è ormai
perennemente fuori controllo.
Questa crisi che imperversa, però, ha portato a galla anche
alcune possibilità per intraprendere percorsi diversi e più virtuosi,
nell’ambito della sostenibilità e della credibilità. Penso, ad esempio, al
settore industriale della green economy; di questo settore sento parlare
positivamente tutti gli esponenti politici, di tutti i colori e di qualsiasi
provenienza; però, nei fatti, assistiamo ancora al sostentamento del vecchio
modello economico, che sostiene le lobbies del petrolio e del gas, le grandi
multinazionali del settore energetico che vogliono mantenere il controllo sullo
sviluppo di questo nuovo modello, limitandolo e calmierandolo, per poterlo gestire
a proprio uso e profitto.; ( esempio: Enel che critica
gli incentivi al fotovoltaico, poiché ha accusato introiti minori per il
settore vendita energia del 4-5%, salvo averne sfruttato la convenienza con
ENEL GREEN POWER, tramite la costruzione di grandi centrali a terra,
incentivate dal 2° conto energia: tutto bene finché ci guadagnano loro, ma
quando è il semplice cittadino ad avere la possibilità di prodursi l’energia,
si trovano mille ostacoli burocratici per limitare o ritardare le connessioni
in rete degli impianti privati). Anche qui un modello di gestione che denota un
grande conflitto di interesse: il più grande distributore e venditore di
energia italiano che è anche il gestore della rete a cui devo collegare la
maggior parte degli impianti di produzione!
E siamo ancora alla credibilità di questa politica, che a
parole vuole sostenere la green economy, ma nei fatti continua a perpetuare
incentivi a chi produce energia con l’incenerimento dei rifiuti, incentivi a
chi usa fonti fossili, che al nostro paese costano tantissimo, poiché siamo
costretti ad importarle. M i soffermo su un piccolo esempio pratico: quale
credibilità può avere un Paese che, nel
giro di un anno e mezzo ha emesso 3 rivisitazioni del sistema di incentivazione
per lo sviluppo del fotovoltaico? Parliamo di rivisitazioni strutturali, non di
piccoli ritocchi. Ditemi come è possibile per le aziende, programmare
investimenti in un progetto di
rivalutazione energetica, senza una stabilità di riferimento legislativo?
Ebbene, ecco qui che torna il concetto di credibilità di ciò che politicamente
un Paese vuole fare per uno sviluppo sostenibile; zero credibilità per gli
investitori, scarsi investimenti che si traducono in posti lavoro persi o non
incrementati, in un settore che, invece, sarebbe in forte sviluppo e
rappresenterebbe davvero un percorso nuovo dal punto di vista della
sostenibilità economica e ambientale. Si vuole sostenere la green economy, ma
non si parla di progettazione del rinnovamento della rete elettrica nazionale,
vero tallone di Achille del nostro sud! Abbiamo impianti eolici incentivati,
nel sud Italia, che sono costretti a lavorare al 40-50% della loro
potenzialità, perché nelle zone in cui sono stati installati, le linee
elettriche sono obsolete o inadeguate; e qui, possiamo introdurre lo sviluppo
delle infrastrutture; quali infrastrutture sviluppare in Italia? Ma certamente
il ponte di Messina, che risolve i nostri problemi!! In un paese che si
definisce avanzato e sviluppato, manca un vero e proprio piano energetico
nazionale, che preveda il risanamento delle infrastrutture, investimenti seri e
ben calibrati sull’uso e l’incentivazione delle fonti di energia rinnovabile
(eolico,fotovoltaico, idroelettrico, biomassa….); un sistema energetico che ci
permetta di limitare e calare sensibilmente la dipendenza dalle fonti fossili,
con ovvi benefici anche per il nostro ambiente.
La domanda posta – COME USCIRNE?- non ha certamente una facile risposta e,qui,
non si può certo pretendere di dare risposte esaustive e nemmeno si può ambire
ad avere la classica bacchetta magica che tira fuori dal cilindro la soluzione
a tutti i problemi; tuttavia, alcuni temi fondanti per rigenerare un percorso
vecchio e stantìo, ci sono e sarebbe bene cominciare davvero a valorizzarli.
-
Sviluppo
reale della Green economy: in questo settore entrano una serie di attività che,
molto spesso, vengono confuse solamente con lo sviluppo del settore
fotovoltaico o eolico; ebbene, in questo macro settore, entrano una serie di
filiere industriali che potrebbero davvero essere il nuovo motore di una nuova
e piccola rivoluzione industriale, che
potrebbe mettere in campo nuovi percorsi di investimento, nuovi posti di
lavoro, con conversioni industriali di stabilimenti che, in questo momento ,
sono a rischio di chiusura; penso, ad esempio allo sviluppo delle nuove
tecnologie di gestione dei rifiuti, dove si prevede il quasi totale reimpiego
delle componenti essenziali dei vari materiali : plastiche, carta e cartone,
metalli…; queste nuove industrie potrebbero aprire le porte ad una gestione
eco-sostenibile del problema rifiuti.
-
Sviluppo
di un sistema fiscale che premi le attività imprenditoriali ed i lavoratori che
sono in regola con il fisco e penalizzi fortemente gli evasori fiscali; non ci
può essere impunità per chi evade le tasse; ma questo deve diventare un momento
culturale importante: il concetto che pagare le tasse è necessario per lo
sviluppo e la crescita del paese, deve essere coltivato anche nella formazione
scolastica di ogni cittadino; per contro, però, è necessario ridare fiato a chi
le tasse le paga veramente, cominciando ad alleggerire la tassazione,
permettendo così alle famiglie di riappropriarsi di una capacità di acquisto
adeguata;
-
Ridare
credibilità alla politica: e questo è davvero un nodo cruciale per il nostro
Paese. È necessaria una nuova legge elettorale che permetta l’elezione diretta
dei rappresentanti politici; i cittadini devono sapere che faccia hanno gli
amministratori ai quali affidano la gestione del Paese; inoltre, è davvero
vincolante, per la credibilità della politica, limitare il numero di mandati, a
tutti i livelli; si eviterebbero fenomeni di accentramento del potere e si
favorirebbe la crescita e lo sviluppo di giovani leve.
Ovviamente, questi sono solo alcuni spunti sui quali dovremo
lavorare tutti, indistintamente; chi non crede in questi percorsi nuovi o,
peggio, fa finta di crederci, coltivando l’idea di proseguire imperterrito sui
vecchi sentieri, dimostra di non aver capito che siamo arrivati davvero molto vicini
al baratro; risalire la china sarà possibile, ma solamente con metodi nuovi e
diversi, con una politica realmente credibile e sostenibile, fatta di fatti e
non promesse vacue.
Ci sono molte realtà che stanno cercando di proporre sistemi
diversi, percorsi nuovi per una politica credibile e sostenibile; non è facile
trasmettere nuovi concetti, nuove idee, nuovi percorsi; non è facile
coinvolgere le persone , che sono molto amareggiate e letteralmente schifate da
questa politica per nulla credibile; non è facile divulgare queste nuove
possibilità e questi nuovi percorsi, anche perché, molta stampa non da spazio a
idee diverse e a persone non schierate con chi regge il timone di questa nave
alla deriva. Molta stampa percepisce contributi dal sistema e, quindi, deve
anch’essa prestare attenzione a chi dare spazio; ma, per fortuna, ci sono mezzi
che possono arrivare alla gente comune, quali il web o, anche più
semplicemente, i vecchi e tradizionali banchetti in piazza; raggiungendo la
gente e parlando tra di noi, semplici cittadini, forse potremo dare un valido
contributo ad un cambio di modello di sistema che è sempre più necessario ed
essenziale. E, questa, contrariamente a quanto sostengono molti politicanti di
mestiere, non è anti-politica, ma la vera politica al servizio dei cittadini.
La nuova strada è in salita, tortuosa e impervia, ma
solamente percorrendo questa strada, sarà possibile ristrutturare un Paese che
appare destinato ad un declino inesorabile, guidato da una classe politica che
ha perso ogni contatto con la realtà e con i propri cittadini.
Marco Ianes - Trento
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