"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


venerdì 25 settembre 2015

Viote del Bondone, caserme austro ungariche e progetto di rilancio: una proposta esiste!





Leggo, con stupore, che l'assessore Mauro Gilmozzi afferma che nessuno vuole investire sul rilancio del Bondone.Eppure un anno fa un progetto era stato presentato!
Che fine ha fatto? Lo ha letto l'assessore?
Qui lo ripropongo, segnalando che molto spesso basta cercare vicino per trovare soluzioni possibili.
 

Viote: esiste un’alternativa al resort di lusso per rilanciare l’area ex Caserme.
Un documento-proposta, studiato da alcuni professionisti del settore alberghiero è stato depositato  presso Trentino Sviluppo, qualche tempo fa. Si tratta di un’idea diversa  di sviluppo del monte Bondone, con particolare riferimento all’area ex caserme. È noto che esiste l’idea  di realizzare, in quell’area, un resort  di lusso   che porterebbe a ulteriori cementificazioni del Bondone, con un progetto che definire insostenibile (36 milioni di euro) è essere eleganti. L’alternativa è stata presentata da un pool di giovani imprenditori, tra l’altro trentini e non russi o cinesi   come sembra si parli invece per il resort di lusso  che viene sostenuto dalla provincia autonoma di Trento.
Questo progetto alternativo  si pone l’obiettivo di proporre una nuova formula di gestione territoriale che mira a valorizzare le funzionalità turistiche, economiche, sociali della montagna traducendole in un progetto sociale per l’occupazione con un investimento iniziale contenuto nella prospettiva di sostenere lo sviluppo e gli investimenti futuri con il cash flow generato dalla gestione.
L’obiettivo di questo progetto è di gestire questa struttura, con una nuova concezione di rete, che mette come fulcro delle proprie azioni 3 elementi principali: il TERRITORIO, le PERSONE, l’ENOGASTRONOMIA. Seguendo le linee guida proposte dall’Agenda per il turismo sostenibile, i cui dettami sulle strategie per la crescita dell’occupazione obbligano le aziende turistico alberghiere a una maggiore attenzione al rapporto esistente tra l’ impatto del servizio offerto e le sue conseguenze sull’ambiente circostante. Così facendo si creerà un indotto che parte dalla didattica per bimbi e adulti e arriva a una più corretta gestione dei rifiuti creando maggiori opportunità occupazionali sul territorio.
Ecco le linee guida del progetto presentato, che nemmeno è stato considerato:
1)      Il rispetto per il territorio utilizzando ciò che già esiste senza dover costruire  nuove strutture ricettive. Il blocco dell’ex Centro di Ecologia Alpina  verrebbe trasformato in agriturismo, ospitando nella struttura principale gli alloggi e il ristorante; il resto della struttura verrebbe destinato alla formazione e messo a disposizione per organizzare eventi legati alla cultura della montagna e del turismo. Ripristinando le voliere e la serra, destinandole a coltivazione di erbe  aromatiche e a serra didattica, recuperando i vecchi terrazzamenti per la coltivazione di patate e altre verdure e recuperando i vecchi rifugi in pietra inerbiti dei pastori. Il gruppo di casette per gli ufficiali che ospitava il comando della FORESTALE PROVINCIALE  verrebbe destinato ad alloggi per il personale o per ospitare le persone diversamente abili.
2)       L’integrazione sociale di soggetti deboli rispetto al mercato del lavoro e nella dimensione sociale proponendo di valorizzare le potenzialità ambientali, le risorse naturali, i prodotti locali e, quindi, la storia, che stanno attorno alle caserme.  Questo progetto poggia le sue fondamenta sul presupposto che, laddove esiste una rete sociale di persone che amano e rispettano il territorio dove vivono e lavorano, automaticamente si ha un ritorno economico, non dovuto ad azioni speculative, spesso incompatibili con l’ambiente, ma ad una gestione concertata delle competenze e del territorio, mirata ad un benessere diffuso, duraturo e condiviso. L’idea guida si condensa in una dimensione, quindi, nella quale sono contenuti i pilastri portanti  citati sopra: l’inserimento lavorativo di persone disagiate, con contratto stagionale, è l’aspetto distintivo ed emergente di questo progetto. Questo non mira solamente a dare loro una seconda opportunità ma anche a fornire loro un lasciapassare certo per il mondo del lavoro. Gli utenti che verranno reinseriti  potranno diventare il punto di riferimento, un modello per l’Agenzia del Lavoro da proporre alle aziende della zona operanti nell’ambito della ristorazione, dell’ agricoltura e della piccola manutenzione del verde ed in questo senso si potrebbe proporre all’agenzia del lavoro di valutare questo progetto come esperienza pilota da monitorare e valutare per una riproposizione in altri territori anche in una prospettiva di una nuova ipotesi contrattuale per le cooperative sociali del  turismo.
3)      L’azienda agricola fornirebbe l’agriturismo di prodotti tipici dell’alta montagna. L’idea è quella di avviare delle colture particolari come le patate rosse, gli spinaci e gli asparagi di monte e sfruttando le voliere come serre per erbe aromatiche e piante perenni di montagna, da vendere ai turisti e ai ristoranti della zona. I pascoli della piana consentiranno l’allevamento e l’aspetto innovativo sarà l’introduzione di allevamento di Lama e Alpaca. Tutti i sottoprodotti dalle marmellate, ai sali aromatici, saranno lavorati in azienda.
Il progetto, come detto, è stato presentato a Trentino Sviluppo   nei mesi scorsi, ma non ha nemmeno avuto dignità di discussione e non è stato nemmeno resa noto come alternativa da percorrere. In un incontro organizzato un anno fa dai Verdi del Trentino,  è emerso quasi per caso e, convinto della bontà del progetto, mi sono interfacciato con i promotori, che sono molto amareggiati per non essere stati nemmeno considerati.

Mi chiedo che senso possa avere avviare un percorso speculativo come quello del resort di lusso sul Bondone, un’area non certo appetibile   alle persone che mirano agli standard di cui dovrebbe dotarsi tale risorsa; appare evidente che chi frequenta resorts di lusso cerca, giustamente e lecitamente, servizi diversi da ciò che si può  fornire sul monte Bondone. Un progetto, invece, come quello esposto qui, permetterebbe di dare alla montagna di Trento una via di sviluppo sostenibile, in linea con il progetto della recente adesione alle reti delle riserve.  Sarebbe un progetto sostenibile economicamente e ambientalmente, che potrebbe generare un collegamento tra tutti gli operatori del Bondone, che attingerebbero all’agricoltura di montagna a chilometri zero e non subirebbero una concorrenza che sarebbe devastante con la presenza di un resort di lusso che, nel tempo, dovrebbe inevitabilmente abbassare i prezzi per sopravvivere, schiacciando così gli attuali albergatori che, finora, hanno sostenuto l’economia di questa nostra montagna.  Sono convinto che una prospettiva di sviluppo sostenibile sia davvero possibile, ma se i presupposti sono quelli di seguire strade assurde come quella che si sta per intraprendere, davvero non ha senso parlare di autonomia innovativa. Per dare valore alla nostra autonomia è necessario percorrere strade che siano credibili e sostenibili; non certo che sponsorizzino percorsi che sono assolutamente fuori scala.

venerdì 11 settembre 2015

Il consiglio comunale di Trento ripropone i gettoni di presenza nelle circoscrizioni: che coerenza!



Vorrei intervenire dopo la sconsolante notizia di oggi, nella quale apprendo che  si intende riproporre le indennità per i consigli circoscrizionali,  sia per i consiglieri che per i presidenti.
Ricordo che, in qualità di co-portavoce dei Verdi, ora ex, nell’allora nostra proposta elettorale comunicavamo che eravamo a  favore della massima rappresentanza politica, anche dal basso  e, fin qui, nulla di strano; ricordo anche che dicevamo, però, che tali rappresentanze periferiche non avrebbero dovuto avere oneri per il bilancio comunale. Ora, a lettura dei giornali, apprendo che proprio chi con me ha condiviso questa idea propone una reintroduzione delle indennità. Sono allibito del fatto che la proponente sia proprio la Presidente del Consiglio comunale, paladina del taglio agli sprechi  della politica in campagna elettorale, ma ora? Desidero, con questa mia lettera, dissociarmi totalmente da tale proposta, sia come cittadino  indignato, sia anche come ex co-portavoce di questo movimento che non riconosco più! Altro era ciò che andavamo a dire in giro per i gazebo alla gente, promettendo di garantire la giusta rappresentatività, ma eliminando i costi. Quando si dice la politica è passione, quindi lasciamo le circoscrizioni per coinvolgere la gente che vuole partecipare attivamente alla costruzione della linea politica cittadina; questo era ciò che dicevamo negli incontri con la gente. E che ora, proprio da chi ha condiviso con me un percorso chiaro e forte, venga proposta una spesa per tali assemblee circoscrizionali, mi pare proprio fuori luogo.   
Dal basso, partiremo con una petizione contro questa proposta; vedremo cosa ne pensano i cittadini. Ma intanto, rimango basito dal comportamento incoerente che rilevo dai giornali. Spero davvero in un ravvedimento operoso, ma temo che la posizione occupata, come peraltro avevo annunciato già da tempo, limiti ogni possibile ripensamento. Come volevasi dimostrare, nulla di nuovo sotto il sole che ride!  E la cosa mi provoca grande dispiacere, perché si era tentato di cambiare linea politica, di dare input diversi. Ma evidentemente meglio  continuare con la solita logica della politica remunerativa a scapito di un chiaro cambio di tendenza, che avrebbe davvero fatto credere a qualcosa di diverso. Ma se le persone che dirigono i partiti restano sempre le stesse, nulla mai cambierà!

Marco Ianes ex coportavoce dei Verdi, dissociato per divergenze evidenti!

PESTICIDI E LIMITI DI IRRORAZIONE. PARTE LA PETIZIONE ON LINE



In Trentino, terra di autonomia, dove l'agricoltura è un settore rilevante e importante, si fa un

uso smisurato di pesticidi e fitofarmaci. Questa non è un'opinione, ma un dato di fatto

oggettivo. Citiamo, da fonte ISPRA 2012:"...Analizzando i dati, infatti, la Provincia di Trento

risulta essere la seconda realtà con la maggior quantità di principi attivi su superficie

agricola con i suoi 10,2 chili per ettaro: Molto più del doppio della Provincia di Bolzano (che

si ferma a 3,8 chili per ettaro) e della media italiana (4,8 chili per ettaro). Il Trentino è

secondo nella classifica per “maglia nera” solo al Veneto che nel 2012 raggiungeva i 10,6 chili

per ettaro ma c’è un ma: in Veneto nel 2005 il dato toccava il picco di 13,2 chili per ettaro

mentre in Trentino era fermo a 8,7. Dunque negli ultimi dieci anni il Veneto è riuscito

gradualmente a ridurre l’utilizzo di fitofarmaci in agricoltura mentre in Trentino, se possibile,

si è addirittura aumentato."

Chiediamo alla PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, al suo presidente Ugo Rossi e agli assessori

competenti Michele Dallapiccola per Agricoltura e Mauro Gilmozzi per Ambiente, di predisporre una

nuova legge di tutela dell'ambiente e della salute di tutti; una legge che abbassi notevolmente

l'uso di pesticidi e fitofarmaci nelle culture trentine, che promuova maggiormente l'uso di

coltivazioni biologiche e, soprattutto, chiediamo l'introduzione del limite minimo di 50 metri

per l'irrorazione di pesticidi dalle abitazioni, abolito in questi giorni dalla provincia stessa,

che reputa la salute dei cittadini e degli esseri viventi barattabile con il profitto.

Il Trentino si definisce terra di innovazione, ma così non risulta essere nella realtà dei fatti,

con i recenti provvedimenti di abrogazione del limite di vicinanza alle abitazioni, in merito di

irrorazioni!

FIRMIAMO LA PETIZIONE PER SENSIBILIZZARE LA PROVINCIA, PER SALVAGUARDARE LA NOSTRA SALUTE E QUELLA DEI NOSTRI FIGLI.

ECCO IL LINK PER FIRMARE ON LINE:  CLICCA QUI PER LA PETIZIONE