Posto di blocco alle Novaline - Trento.
La strada per la località Novaline, a ridosso della città di
Trento, è immersa nei vigneti e nei boschi; un panorama mozzafiato.
Nei giorni
scorsi, una trivella ha iniziato a lavorare, per effettuare i primi carotaggi
di campione per quella che sarà una delle opere più devastanti che il Trentino
si troverà a subire: il treno ad alta capacità, la TAC!
La chiamano così,
invece di TAV, forse per cambiare il nome
che evoca altre situazioni di impatti ambientali e proteste associate, tipo
val di Susa. Questo inizio dei lavori è partito in sordina, senza alcuna
comunicazione da parte della politica locale; provincia e comune non si sono
degnate di avvisare la popolazione, non hanno creato quel necessario canale di
informazioni per avvisare la popolazione di questi primi carotaggi. Ma alcuni
cittadini trentini si sono associati in comitati, per protestare contro questa
nuova opera devastante per il territorio trentino. Centinaia di chilometri in
galleria, che attraversano le montagne da Verona al Brennero, intercettando
falde acquifere di importanza vitale per le floride campagne trentine, che
producono alcuni tra i migliori vini del pianeta. Tagliando montagne al cui
interno scorrono fiumi che alimentano laghi secolari, che rischiano
modificazioni pericolose o addirittura il prosciugamento, la TAC rischia di
essere costruita nel pieno disinteresse dei cittadini trentini, che vengono
tenuti all’oscuro da una politica poco trasparente. Nella perizia idrogeologica
della provincia di Trento, documento ufficiale di analisi del territorio,
legata a questo progetto, si pone in evidenza il rischio di intercettazione di
molte falde acquifere, soprattutto nell’area di Besenello, comune della piana
dell’Adige (http://www.notavtrentino.it/documenti/ridrgeo01.pdf).
Ma se, da una parte, c’è una latitanza della politica, che
certo non brilla per trasparenza verso gli elettori, vi è pure un certo
attivismo da parte di alcuni cittadini, che in questi giorni stanno creando un
vero e proprio presidio nella zona dei carotaggi; il presidio vuole richiamare
l’attenzione sul problema degli impatti ambientali che tale opera avrà sul
Trentino, ma anche svegliare la cittadinanza ignara e apatica di Trento e
dintorni, sui grandi investimenti di risorse pubbliche che tale opera prevede;
milioni di euro per un’opera devastante che stravolgerà l’assetto orografico
dell’asta dell’Adige. Investimenti che vedono coinvolti molti soggetti dell’economia trentina: le
istituzioni in primis, dove la provincia di Trento è sostenitrice e socia di
R.F.I. e partecipa in prima persona alla realizzazione di tale opera (http://www.ferroviabrennero.provincia.tn.it/quesiti_ricorrenti/pagina7.html).
Sabato 7 novembre, alcuni manifestanti hanno forzato il posto di blocco,
andando ad occupare simbolicamente la trivella dei carotaggi; le forze
dell’ordine, presenti in numero enorme, hanno ritenuto di usare anche i
lacrimogeni per tentare di allontanare i manifestanti, tra i quali vi erano
donne con bambini piccoli, che certo non
rappresentavano minacce particolari; spropositata la reazione delle forze
dell’ordine, certamente. Alcuni ragazzi sono riusciti ad salire sulla trivella,
occupandola fino a sera in segno di protesta. Angoscianti le recenti
dichiarazioni della giunta provinciale, attraverso l’assessore Mauro Gimozzi
nella trasmissione Filo Diretto di Trentino TV di lunedì 9 novembre, nella
quale dichiara:” …nulla è deciso; si fanno i carotaggi per vedere se l’opera è
fattibile e poi si deciderà!”. Queste frasi di circostanza servono, ovviamente,
per calmare gli animi e indurre i cittadini a pensare che davvero nulla sia
deciso; ma le cose proprio così non sono, visto che ci sono già attive
partecipazioni societarie, da parte della provincia stessa, nell’opera.
Intanto, il presidio continua, le attività delle associazioni di liberi
cittadini che non credono in questi modelli di sviluppo insostenibili sono tese a creare consapevolezza nella
cittadinanza, divulgando informazioni che, invece, i rappresentanti politici
istituzionali si guardano bene dal divulgare e discutere. Molto meglio tacere,
lasciar cadere nell’oblio la protesta, evitare il confronto. Così il cittadino
medio rimane ignaro di ciò che stanno scavando sotto i suoi piedi; evitare il
confronto è una strategia vecchia, additare i movimenti no-TAV in maniera
semplicistica, come persone violente, che non cercano il dialogo, è solo voler
offuscare il vero problema: quest’opera s’ha da fare solo per interessi di
pochi, non certo per il bene comune. Se così non fosse, aspettiamo i politici
locali ad un confronto aperto, dove si possano mettere in tavola seriamente
tutti i pro e i contro e poi decidere per il meglio. Sempre che sia ancora
possibile decidere, come asserisce l’assessore provinciale Gilmozzi. Se,
invece, tutto è già deciso, in forma occulta e misteriosa come temo,
aspettiamoci davvero proteste molto più vivaci…Val Susa docet!
Intanto, comunque, per richiamare l’attenzione pacificamente
sul problema, a Trento sabato 14 novembre in piazza Dante alle 14:30 i comitati
no TAV indicono una pacifica manifestazione di protesta; sarà possibile capire
perché questi comitati protestano, sarà possibile capire perché la TAV viene
costruita e perché non tutela gli interessi dei beni comuni. Nell’attesa che le
istituzioni si degnino di un confronto serio e sincero!
Alcuni ragazzi hanno forzato il posto di blocco, occupando la trivella in segno di protesta.
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