Europa che cambia, e
il Trentino?
Mi fa un certo effetto sentire il nostro presidente del
consiglio che, molto saggiamente, dice che l’Europa deve cambiare, altrimenti
sarà il fanalino di coda del mondo; ha ragione da vendere!
Peccato, però, che il monito parta da chi dirige un paese
che è già fanalino d’Europa, o quasi, per quanto riguarda sviluppo, occupazione
e innovazione. Un paese, il nostro, che fa leva ancora su tradizionali metodi
di economia, che ormai appartengono a quello stesso sistema che ha generato la
devastante crisi in cui siamo immersi. E, nel nostro paese, la politica degli
annunci sembra avere prevalenza su una politica del rinnovamento reale. E
questi percorsi, purtroppo, hanno spesso caratterizzato anche la gestione della
politica provinciale, nell’autonomia che abbiamo.
E, proprio per partire dalle possibilità che la nostra
autonomia ci permette, in questi giorni
abbiamo presentato una proposta alla giunta provinciale, per riattivare
l’economia delle piccole-medie imprese e per dare la possibilità a famiglie e
imprese stesse, di innovare e ristrutturare abitazioni e sedi.
Ma dove sta la novità? Non abbiamo certo scoperto grandi
cose, ma abbiamo solamente cercato di indicare alcuni percorsi facilmente
realizzabili, quasi a costo zero per le casse provinciali. La nostra proposta
prevede lo stanziamento di 30 Ml di Euro divisi in tre anni (10 ML all’anno),
da mettere a disposizione di chi decide di investire in energie rinnovabili e
in ristrutturazioni/recuperi edilizi e
in messa a norma di impianti
tecnologici. Il percorso che proponiamo non vuole creare il solito giro di
contributi a pioggia, ma sarebbe sostenibile dal gettito fiscale che verrebbe
generato dalle fatturazioni che le imprese effettuerebbero. L’intervento
provinciale servirebbe solamente per far partire il meccanismo, avviando la
macchina con un incentivo mirato e
calcolato sul reale fabbisogno energetico di chi realizza l’intervento di
installazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, oppure di chi
ristruttura gli stabili con rimozioni di
amianto o di barriere architettoniche,
oppure di chi riammoderna il
proprio impianto elettrico o termico, per garantire la sicurezza e l’efficienza
del proprio stabile, sia per privati che per imprese. Legando tali erogazioni di
contributi al conferimento degli incarichi alle aziende artigiane locali, che
così lascerebbero alle casse provinciali gli 8/10 delle tasse che pagano. E di
interventi ce ne sarebbero in numero elevato da eseguire! Come si vede non c’è
nulla di eccezionale da proporre, ma l’eccezionale sarebbe che venisse attuato
veramente, per dare fiato all’economia agonizzante delle nostre imprese, per
ridare la possibilità ai giovani di trovare occupazione , per permettere a
famiglie e imprese stesse di sperare ancora in un futuro. In questo la nostra
autonomia potrebbe davvero essere promotrice di vie nuove per uno sviluppo
sostenibile, lo stesso che il nostro premier continua a decantare, ma che con i
fatti stenta a proporre alla nostra Italia, che naviga ancora a vista, senza un
preciso programma industriale, senza un piano energetico credibile. Perché a
parole va benissimo dire che si deve cambiare, ma ora è tempo di passare ai
fatti. Il Trentino, con la semplice proposta che abbiamo avanzato alla giunta
provinciale in questi giorni, potrebbe dare l’esempio. Sempre se crediamo
davvero di meritarci l’autonomia e non ci limitiamo, invece, ad amministrare il
patrimonio senza investire nel futuro. Nuovi percorsi, molto sobri e facilmente
sostenibili senza dilapidare risorse pubbliche, bensì utilizzando le stesse per
rimettere in moto un’economia addormentata, sono improcrastinabili; se restiamo
ancora a parlarci addosso rischiamo di lasciar sfuggire ogni possibilità di
rinascita, mentre gli altri paesi cominciano a correre di nuovo.
Noi la proposta l’abbiamo avanzata, sperando che non cada
nel vuoto ma possa avviare un iter positivo; chissà se verrà colta ed
analizzata per strutturarla come percorso realizzabile o se si continuerà solamente nella politica degli annunci. Gli
strumenti li abbiamo, usiamoli in piena “autonomia”!
La proposta è scaricabile al seguente link:
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