Piano provinciale dei rifiuti: si ragiona su ampie
prospettive aperte a tecnologie sostenibili.
Il Trentino deve chiudere il ciclo dei rifiuti e lo può fare
in maniera sostenibile. Nel prossimo quarto piano provinciale dei rifiuti,
abbiamo proposto alcune rettifiche, che qui riassumo:
- inserimento, nelle tecnologie ammesse alla
chiusura del ciclo dei rifiuti, anche del trattamento di produzioni di materie
plastiche da rifiuto, sulla base indicativa del famoso "progetto Cerani", senza
alcuna preclusione e in alternativa al percorso di produzione di CSS, che rimane
pure una strada possibile da percorrere, ma non l'unica; in sostanza, se arriva
un'azienda che si propone di sviluppare tale percorso, a parità di costi o a
costi inferiori della produzione di CSS, la provincia sarebbe disponibile ad
optare per tale soluzione;
-
sviluppo di un sistema informativo aggiornato,
dopo l'approvazione del piano, che coinvolga maggiormente comunità straniere e,
soprattutto, il mondo della scuola.
- spostamento al primo posto, in ordine di
valenza, nel piano, del concetto di "riduzione alla fonte",
incentivando politiche di riduzione dei rifiuti in fase di emissione.
La discussione
tecnica avuta con i funzionari preposti ha determinato una notevole apertura
nei confronti della nostra proposta, che,
sostanzialmente, è stata accolta in quasi tutte le sue istanze.
È stata evidenziata
la questione del sito dello
stabilimento, che noi suggerivamo di locare nell’area Whirlpool, ma i tecnici
provinciali rimangono perplessi, poiché lì potrebbero esserci problemi di altra
natura, quali una certa incompatibilità con la zona di Spini, che presenta un
incremento abitativo considerevole e,
quindi, eventuali odori fastidiosi potrebbero generare gravi disagi. Da qui, la provincia preferirebbe costruire un sito
nuovo a Ischia Podetti, vicino alla discarica, la quale rimane come sito
strategico per assorbire sbilanciamenti del sistema di gestione dei rifiuti.
Ma, anche su questo punto, assessore e tecnico si sono
detti disponibili a riparlarne in un altro momento, quando determinata la via
da seguire ed i conseguenti spazi necessari.
Quindi, che succede? Che finalmente la provincia di
Trento ha preso atto che è necessario aprire le possibilità di offrire
soluzioni tecniche e ambientali al passo con i tempi, senza preclusione alcuna.
In buona sostanza, chiunque si proporrà per gestire il residuo indifferenziato,
presentando un piano sostenibile ambientalmente e, ovviamente, anche economicamente, potrà
seriamente ambire ad acquisire la gestione del ciclo di chiusura dei rifiuti.
Questa nuova fase mette in risalto un approccio diverso
da parte delle politica, che non determina più “a porte chiuse” cosa fare con i
residui dei rifiuti e a chi attribuire tale incarico, bensì lascia campo aperto
ad ogni tecnologia possibile, purché sostenibile dal sistema.
Direi che è un grande risultato di apertura al confronto,
auspicato dalle associazioni ambientaliste e da alcune forze politiche che, per anni,
hanno sostenuto vie diverse dall’incenerimento dei rifiuti e che hanno portato
la politica a rivedere le proprie decisioni.
Ora, la palla passa ad imprenditori del settore, nella speranza che ci sia
qualcuno interessato a proporre, a tariffe sostenibili dalla collettività,
sistemi all’avanguardia e che diano le sufficienti garanzie di continuità nel
tempo. Sapranno, queste imprese, cogliere la sfida per la quale molte
associazioni, affiancate da alcune forze politiche, si sono battute negli anni scorsi? La politica
ha fatto i passi che doveva, seppure in ritardo, ma li ha fatti!
Ora, tocca a
loro dimostrare seriamente che si può fare economia in maniera sostenibile e
agli stessi costi, o magari anche inferiori, delle tradizionali vie
precedentemente proposte e “imposte” , ma tenacemente contrastate. Si apre una
nuova possibilità, speriamo possa essere colta, dopo anni di discussioni sul
tema. Questa sarà la prova della verità e, noi stessi sostenitori di percorsi
diversi, ci attendiamo risposte coerenti dalle imprese che propongono i sistemi
che abbiamo sempre sostenuto.
Marco Ianes
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