Il 30 dicembre 2013 la giunta provinciale di Trento ha
approvato, in via preliminare, il quarto aggiornamento del piano rifiuti
provinciale.
Lo avevano chiesto a gran voce le associazioni ambientaliste, dopo il
raggiungimento dei notevoli risultati positivi in merito alla raccolta
differenziata, oltre due anni fa, ottenendo un secco diniego. Lo avevano
richiesto unitamente alla prospettiva di creare un percorso di cammino comune
per individuare le soluzioni possibili per il trattamento del residuo indifferenziato.
Ora, la giunta provinciale approva, seppur in via provvisoria, un piano rifiuti
che prevede la realizzazione di uno o più stabilimenti industriali atti a
creare CSS (COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO), ovvero un tipo di combustibile
idoneo ad essere bruciato in fabbriche come i cementifici. Bruciando tali
combustibili in fabbriche private, si creano piccoli inceneritori delocalizzati
e privati, che bruciano sempre materie a base plastica che determinano
produzione di diossine ed emissioni altamente inquinanti e pericolose. In
Trentino viene subito in mente il cementificio di Sarche, zona pregiata per le
colture biologiche dedicate alla produzione di altrettanti vini pregiati. Quali
le prospettive di un territorio valorizzato con sacrifici, con la presenza di
un piccolo inceneritore vicino alle coltivazioni biologiche? Quali i controlli
reali e possibili sulle emissioni di una fabbrica privata? Una strada da
intraprendere sarebbe stata quella di aprire un dibattito propositivo prima di
approvare l'aggiornamento del piano rifiuti, onde poter valutare tutte le
soluzioni possibili. Esistono soluzioni molto migliori della produzione di CSS,
esistono trattamenti meccanici a secco dei rifiuti, al fine di recuperarne le
materie plastiche che hanno un mercato più redditizio del CSS. Perché ci si
ostina a percorrere strade vecchie, che determinano contrasti sui territori?
Un'altra volta si è persa l'occasione per strutturare percorsi davvero
virtuosi, scegliendo la via peggiore; e, per giunta, senza discussioni politiche,
senza confronti con le forze politiche che compongono la coalizione di centro
sinistra autonomista. Che senso ha parlare di coalizione, se i temi non vengono
discussi, bensì calati dall'alto? Percorsi come quelli progettati dal documento
recente approvato dalla giunta provinciale, senza alcun confronto politico
aperto, senza alcun confronto pubblico altrettanto aperto, non possono che
riaprire le stagioni dello scontro sul tema. E, davvero questa volta la
credibilità di chi governa,in tema di gestione dei rifiuti, è prossima allo
zero. Chi sbandierava in campagna elettorale la coesione di una coalizione, ora
cala dall'alto decisioni su un percorso non condiviso, sul quale si apriranno
certamente scontri molto accesi. Dobbiamo prevedere nuove marce di trattori?
Nuovi referendum? Alcuni ci stanno pensando...
Marco Ianes - Trento
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