Come cambierà la resa economica di un piccolo impianto FV da 3 kWp su
edificio con il quinto conto energia? Quali i tempi di ritorno
dell'investimento? Quali differenze con il quarto conto energia?
Qualenergia.it con l'aiuto dell'ingegner Fabio Alberani di ATER,
l'associazione tecnici energie rinnovabili, prova a rispondere a queste
domande.
Vi propongo qui un articolo tratto dal portale QUAL'ENERGIA.
Marco Ianes - Trento
Tratto dal sito www.qualenergia.it
L'inizio del travaglio del quinto conto
energia è stata una misteriosa bozza, forse uscita dal computer di una
dipendente Enel. Un documento che a leggerlo sembra concepito per
mettere la parola “fine” alla storia del fotovoltaico in Italia. Sono
seguiti mesi di mobilitazioni da parte degli operatori del settore,
nuove bozze riviste, e tante indiscrezioni. Poi il tentativo di
mediazione delle Regioni, che in Conferenza Unificata avevano dato
parere positivo al decreto a condizione che fossero accolte alcune
modifiche “imprescindibili”. Infine, dopo uno snervante silenzio di
settimane, venerdì scorso è arrivata la versione definitiva del quinto
conto energia, che dovrebbe entrare in vigore a inizio settembre.
Come si può vedere dal testo del decreto (e dalla sintesi di Qualenergia.it),
le richieste fatte in Conferenza Unificata sono state in larga parte
ignorate, mentre è intatto lo spirito della prima bozza “made in Enel”,
fortemente punitivo nei confronti di questa fonte che ha iniziato a
essere scomoda per i produttori da fonti fossili per la concorrenza a
costo marginale zero nelle ore diurne.
Nei prossimi giorni avremo modo di sondare quelle che saranno le probabili conseguenze del nuovo conto energia per il fotovoltaico in Italia. Intanto proviamo a rispondere alla domanda che molti lettori si stanno facendo: mi conviene ancora fare un piccolo impianto domestico sul tetto di casa?
Con l'aiuto dell'ingegner Fabio Alberani di ATER,
l'associazione tecnici energie rinnovabili, abbiamo guardato come
cambierà la resa economica di un impianto dimensionato a misura di
famiglia, cioè da 3 kWp su edificio, con il quinto conto energia e le differenze con il quarto.
Si tratta di una taglia di impianto che è tra le meno penalizzate dal nuovo regime incentivante, visto che è esonerata dal famigerato registro
che scatta solo sopra i 12 kWp (o 20 kWp con tariffa decurtata del
20%). Piccoli impianti che in Italia hanno dimostrato una discreta
diffusione: se a livello di potenza installata la maggior parte (circa
11,5 GW su 14) viene da impianti sopra i 50 kW, per numerosità, sui
quasi 400mila impianti FV italiani, circa 350mila sono impianti sotto ai
20 kWp.
Per la nostra analisi abbiamo ipotizzato che l'impianto da 3 kWp entri in esercizio nel primo semestre di applicazione del
quinto conto energia, ossia entro il 31 dicembre 2012. Abbiamo
considerato che abbia un costo chiavi in mano (Iva inclusa) di 2.800 €/kWp;
che sia realizzato con tecnologia “made in Europe”, riuscendo dunque ad
accedere al premio relativo sulla tariffa, pari a 2 centesimi di euro
per kWh. Per un impianto con componenti made in Europe il prezzo
ipotizzato è nella parte bassa del range di prezzi attuali, ma abbiamo
voluto usare questo dato "ottimistico" pensando alla diminuzione dei
prezzi in corso che verosimilmente accelelererà nei mesi successivi.
L’impianto è orientato perfettamente a sud con un'inclinazione di 20 gradi. Abbiamo considerato tre località di installazione per avere un'idea di come cambia la resa economica con la producibilità: Milano, Roma e Palermo.
Come
sappiamo, il nuovo conto energia prevede due distinte tariffe
incentivanti: una applicata solo all'energia immessa in rete, la tariffa omnicomprensiva, l'altra solo all'energia autoconsumata, il premio autoconsumo.
Nel nostro caso la tariffa omnicomprensiva con il V CE sarebbe di 208
€/MWh, che diventano 228 con il premio sul “made in Europe”, mentre il
premio per l'autoconsumo sarebbe 126 €/MWh che diventano 146 con il
premio. Abbiamo ipotizzato che la famiglia in questione consumi 2.700
kWh (nel primo anno il prezzo del kWh preso dalla rete è stimato in 0,18
€) è che riesca ad autoconsumare il 50% dell'energia prodotta dall'impianto:
“questa percentuale è ovviamente una stima, ma nasce dalla nostra
esperienza su attività residenziali standard con riscaldamento a
metano”, ci spiega l'ingegner Alberani.
Andiamo dunque a vedere in sintesi i risultati. A Milano (qui tutti i dettagli della simulazione),
dove si ha una produzione annua (media su 20 anni) di 3.050 kWh, con il
quarto conto energia in 20 anni prenderemmo circa 16.906 € di
incentivi, con il quinto invece l'incasso per incentivi (mettendoci
dentro sia la tariffa omnicomprensiva e il premio autoconsumo) è di 11.407 €.
In questo modo i tempi di rientro dell'investimento – 8.400 € che qui
abbiamo ipotizzato siano capitale proprio – salgono dai 7 anni del
quarto conto energia a 11 con il quinto. Allo stesso modo il valore
attuale netto per i 25 anni di vita dell’impianto con il quarto conto
energia ammonta a 24.549 euro, mentre con il quinto conto quinto energia
è meno della metà: 10.336 euro.
Leggermente più attraenti i risultati per gli impianti dove si produce di più: a Roma (vedi dettagli)
dove con il IV CE l'impianto si ripagherebbe in 6 anni, con i nuovi
incentivi si ripaga in 9 e il guadagno netto attualizzato su 25 anni
diventa di 14.536 euro contro i 31.567 del quarto conto energia.
A Palermo invece (qui dettagli)
il tempo di rientro dell'investimento del nostro impianto da 3 kW sale
da 5 a 8 anni e il guadagno netto su 25 anni scende da € 36.066 a
17.228.
Insomma, il fotovoltaico alle
famiglie italiane conviene ancora. Più attraenti potranno essere i
conti se il prezzo degli impianti continuerà a diminuire e se la quota di autoconsumo è più elevata
(premio autocunsumo + costo elettricità dalla rete maggiore della
tariffa ominicomprensiva); questa infatti è la strada per massimizzare
la convenienza di un impianto. Con i prezzi attuali e un autoconsumo del
50% però, come abbiamo visto, i guadagni tendono a dimezzarsi rispetto
al quarto conto energia. Un colpo piuttosto duro, soprattutto se si
pensa che questa tipologia di impianti è quella tra le meno penalizzate
dal nuovo conto energia.
oggi, maggio 2013, il costo per kw installato è 2000 euro, invece che dei 2800 del giorno in cui hai scritto il post!
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