Centrale fotovoltaica in provincia di L'Aquila.
Leggiamo, in questi giorni, che le casse comunali avranno problemi, nel prossimo futuro, dati gli inevitabili tagli che si sono resi necessari.
Si rende, quindi altrettanto necessario e indispensabile, reperire liquidità in maniera diversa e innovativa; tale “nuova” linea è già stata applicata da molti comuni d’Italia, poiché i tagli in certe zone sono arrivati prima che da noi. Per produrre liquidità, si sa, è necessario investire e per fare ciò, è altrettanto necessario identificare i canali in cui riversare risorse per avere un ritorno economico, ma anche etico per la collettività, dato che parliamo di beni pubblici. Vengo al dunque. Mi è capitato di prestare consulenza per un piccolo comune (circa 6000 abitanti) della pianura padana, il quale ha deciso, in un solo anno, di investire capitali per dotare i palazzi pubblici di impianti fotovoltaici. Si tratta di impianti di piccola-media entità che hanno reso autosufficienti energeticamente le strutture: lo stadio comunale, il palazzo del municipio, le due scuole materne, due scuole elementari, un istituto omnicomprensivo di scuola secondaria, la piscina comunale e perfino i tetti del cimitero. L’operazione ha visto un impegno economico per il comune, con il supporto di una banca locale, tramite mutui agevolati che si auto finanziano con gli introiti del “conto energia”, praticamente a costo zero per le casse comunali. Il guadagno, fino all’estinzione dei mutui ,consiste nel risparmio della bolletta dell’energia elettrica; poi, dopo aver estinto il mutuo (circa 10 anni), rimangono altri 10 anni di introiti ulteriori per le casse comunali, quelli che prima servivano per pagare le rate del mutuo. Nel frattempo, nel ventennio, il comune in questione non paga più spese per energia elettrica, per i siti in questione. Conclusione: senza praticamente sborsare un soldo, il comune in questione ha garantito, nell’immediato, il risparmio dei costi energetici per le strutture sopra citate e, per il futuro, introiti nelle casse comunali a disposizione per spese correnti o per interventi a favore della collettività. Non è utopia, ma realtà! Non ci sono trucchi, bensì reali possibilità di creare gettito nelle casse del comune, sviluppando un settore che darebbe anche lustro alla città, sotto il profilo ambientale. Una sollecitazione in tal senso, è peraltro già avvenuta nei mesi scorsi, quando la consigliera comunale di Italia dei Valori, ha presentato un ordine del giorno con una proposta chiara di investimento per la città di Trento. Ora che le casse languono, che ne pensano i nostri amministratori di cominciare a programmare il futuro con metodologie moderne ed eco-sostenibili? Non conviene aspettare oltre, è necessario che anche Trento abbia il coraggio di fare scelte forti per aprire la porta a nuove prospettive di reperimento fondi. Certamente, qualcosa è stato fatto su alcuni palazzi cittadini, ma il tutto è stato lasciato troppo al caso, al singolo intervento e senza una programmazione di base che possa coinvolgere organicamente tutto il territorio cittadino. È necessaria una programmazione generale in tal senso, per raccogliere frutti molto interessanti che potrebbero garantire un polmone finanziario per il futuro delle casse cittadine. Molte amministrazioni del centro-sud Italia, che hanno meno risorse di noi, si stanno già attrezzando, ma noi, che aspettiamo?
Si rende, quindi altrettanto necessario e indispensabile, reperire liquidità in maniera diversa e innovativa; tale “nuova” linea è già stata applicata da molti comuni d’Italia, poiché i tagli in certe zone sono arrivati prima che da noi. Per produrre liquidità, si sa, è necessario investire e per fare ciò, è altrettanto necessario identificare i canali in cui riversare risorse per avere un ritorno economico, ma anche etico per la collettività, dato che parliamo di beni pubblici. Vengo al dunque. Mi è capitato di prestare consulenza per un piccolo comune (circa 6000 abitanti) della pianura padana, il quale ha deciso, in un solo anno, di investire capitali per dotare i palazzi pubblici di impianti fotovoltaici. Si tratta di impianti di piccola-media entità che hanno reso autosufficienti energeticamente le strutture: lo stadio comunale, il palazzo del municipio, le due scuole materne, due scuole elementari, un istituto omnicomprensivo di scuola secondaria, la piscina comunale e perfino i tetti del cimitero. L’operazione ha visto un impegno economico per il comune, con il supporto di una banca locale, tramite mutui agevolati che si auto finanziano con gli introiti del “conto energia”, praticamente a costo zero per le casse comunali. Il guadagno, fino all’estinzione dei mutui ,consiste nel risparmio della bolletta dell’energia elettrica; poi, dopo aver estinto il mutuo (circa 10 anni), rimangono altri 10 anni di introiti ulteriori per le casse comunali, quelli che prima servivano per pagare le rate del mutuo. Nel frattempo, nel ventennio, il comune in questione non paga più spese per energia elettrica, per i siti in questione. Conclusione: senza praticamente sborsare un soldo, il comune in questione ha garantito, nell’immediato, il risparmio dei costi energetici per le strutture sopra citate e, per il futuro, introiti nelle casse comunali a disposizione per spese correnti o per interventi a favore della collettività. Non è utopia, ma realtà! Non ci sono trucchi, bensì reali possibilità di creare gettito nelle casse del comune, sviluppando un settore che darebbe anche lustro alla città, sotto il profilo ambientale. Una sollecitazione in tal senso, è peraltro già avvenuta nei mesi scorsi, quando la consigliera comunale di Italia dei Valori, ha presentato un ordine del giorno con una proposta chiara di investimento per la città di Trento. Ora che le casse languono, che ne pensano i nostri amministratori di cominciare a programmare il futuro con metodologie moderne ed eco-sostenibili? Non conviene aspettare oltre, è necessario che anche Trento abbia il coraggio di fare scelte forti per aprire la porta a nuove prospettive di reperimento fondi. Certamente, qualcosa è stato fatto su alcuni palazzi cittadini, ma il tutto è stato lasciato troppo al caso, al singolo intervento e senza una programmazione di base che possa coinvolgere organicamente tutto il territorio cittadino. È necessaria una programmazione generale in tal senso, per raccogliere frutti molto interessanti che potrebbero garantire un polmone finanziario per il futuro delle casse cittadine. Molte amministrazioni del centro-sud Italia, che hanno meno risorse di noi, si stanno già attrezzando, ma noi, che aspettiamo?
quale è il comune in questione??
RispondiEliminaCaro Francesco, non posso citare il nome del comune, per rispetto di un vincolo professionale che ho sottoscritto. Però è solo un esempio piccolo quello che ho citato. Ce ne sono tantissimi di comuni virtuosi che, in Italia e un po' in tutta Europa, stanno adottando o hanno già adottato, politiche di sviluppo reale delle energie rinnovabili sui propri edifici. Basta crederci veramente e non solamente vagheggiare intenzioni politiche a parole. Ma, si sa, la politica è ben altra cosa dalla realtà...
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