Leggo, con grande stupore, le dichiarazioni di don Pizzolli, delegato dal vescovo per l’ambiente, sull’inceneritore. Mi pongo alcuni quesiti, che desidero rendere pubblici:
· Il Santo Padre, recentemente è intervenuto richiamando tutti ad una maggiore attenzione all’ambiente e quindi mi viene naturale pormi la seguente domanda: aver cura dell’ambiente vuol dire realizzare inceneritori che inquinano e fanno male alla salute?
· Altra questione: a che titolo questi signori sensibilizzano l’opinione pubblica, soprattutto anziana e molto vicina alla Chiesa, in merito ad un problema così delicato? Sono esperti in energia, medici luminari esperti sulle malattie causate dalle nano-particelle emesse dall’incenerimento? Grandi meteorologi che ci spiegheranno dove andranno i fumi della combustione? Molto bene, avevamo proprio bisogno di altri tuttologi che approfittano della visibilità del loro ruolo per manipolare l’opinione pubblica!
· Altro quesito, un po’ più pratico e piccante: non sarà che pure la Curia trentina entrerà nel grande business dell’inceneritore? Se così fosse, capirei la grande faciloneria con la quale si sono enunciate le dichiarazioni a favore dell’inceneritore.
Molte persone ultimamente si stanno esprimendo su questo tema; credo sarebbe opportuno farlo in maniera scientifica e non sulla base di facili interpretazioni, dettate da schemi preconfezionati da politici o da utilitaristiche intenzioni, più o meno occulte; perché una presa di posizione così chiara e inequivocabile? Dov’è l’interesse per la verità? Mi sarei aspettato un richiamo, da parte della Chiesa trentina, ad una maggiore sobrietà nella gestione dei rifiuti, ad una maggiore trasparenza nella valutazione dell’opportunità tecnica e morale nella realizzazione di un inceneritore a Trento. Perché, ripeto, una presa di posizione così forte, priva di un supporto scientifico e logico?
Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino
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