Somalia: emergenza siccità!
Un momento di solidarietà per raccolta fondi.
Ci troviamo al PARCO DI MELTA VENERDì 19 MAGGIO ORE 16:30 PER UNA PASSEGGIATA SOLIDALE A SCOPO RACCOLTA FONDI.
Il motivo? Leggi qui: http://www.tpi.it/mondo/somalia/bambini-somalia-pericolo-siccita
Lavoro,ambiente,economia,politica,Trentino,autonomia,sviluppo sostenibile,ecologia,energia,scuola e formazione,sport.
"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)
mercoledì 17 maggio 2017
sabato 15 aprile 2017
TAV, tunnel Brennero, Trentino e tanta, troppa confusione e poca trasparenza.
Foto: mentre al MUSE andava in scena lo spot pubblicitario della TAV e del tunnel del Brennero, fuori le forze dell'ordine tenevano a bada i "facinorosi" cittadini che protestavano contro la TAV. Trasparenza e condivisione dei percorsi? Dibattito aperto? A me sembra la solita musica!
Nello splendido Museo della Scienza, meglio noto come MUSE,
a Trento, si è recentemente tenuto un dibattito pubblico, organizzato dal
locale quotidiano l’ADIGE sul tema “TAV e tunnel del Brennero: cosa cambierà,
una volta realizzato completamente, in Trentino e in Alto Adige, ma anche in
tutta Italia e tutta Europa? Come si stanno preparando i territori, quali
opportunità e quali rischi offre una struttura di quel tipo?” Ospiti del convegno i relatori di parte
favorevole alla costruzione dell’opera, ovvero il commissario governativo per
il tunnel, ing. Ezio Facchin, l’assessore provinciale trentino alle
infrastrutture Mauro Gilmozzi e il direttore dell’Osservatorio e del centro
informazioni per il tunnel, dott. Martin Ausserdorfer. Assente, tra i relatori,
qualsiasi rappresentante di posizioni contrarie a tale opera.
Fuori, sempre fuori dal dibattito, i manifestanti NO-TAV, a
tenere compagnia ad uno schieramento di polizia esagerato. Presenti in sala moltissimi esponenti della
maggioranza di governo locale, consiglieri provinciali e la presidente del
consiglio comunale di Trento, Lucia Coppola che rappresenta forse l’unica voce fuori
dal coro della maggioranza di cui fa parte, contro la costruzione dell’opera. Se, da una parte, l’evento ha avuto il pregio
di riportare l’attenzione su un argomento che, a mio avviso con maestria, la
politica trentina sta tenendo sopito, dall’altra però, si evidenzia sempre una
chiusura al dibattito completo, che possa prevedere al tavolo il confronto tra
le varie opinioni, anche contrarie, a quest’opera imponente, costosissima e
della quale non si conoscono bene i contorni. Sì, perché dal dibattito
proposto, non si è fatta luce su progetti relativi alle tratte tra Bolzano,
Trento, Rovereto e Verona, lasciando capire che esiste ancora il “progetto
preliminare” originale, ora rivisto e sistemato, sempre in via provvisoria da
RFI : http://www.ladige.it/news/cronaca/2017/01/26/tav-ipotesi-rfi-galleria-pi-corta-trento-niente-raddoppio-rotaliana-ma).
Praticamente, il dibattito non ha portato alcuna novità degna di nota, ma è
sembrato più un mega spot promozionale, per far sapere che il tunnel del
Brennero sta procedendo alacremente, come ha detto Martin Ausserdofer, molto
abile come promoter, affermando che in Alto Adige si sono sanati tutti i
contrasti iniziali con la cittadinanza contraria, grazie al dialogo e alla
partecipazione. Un dubbio mi viene anche sugli strumenti utilizzati… forse
magari anche grazie a qualche strategia politica di compensazione territoriale?
Chi lo sa! In Trentino, invece, tutto tace; l’assessore competente, ha fatto il
punto sulla situazione, dicendo “che ci stanno pensando” e che sarà attivato un
percorso partecipativo per dialogare con i cittadini e per raccogliere
suggerimenti. Intanto, però, da anni vengono rifiutati confronti pubblici con i
cittadini che sono contrari all’opera. Bella coerenza di trasparenza e apertura
al dialogo. Nell’intervento del commissario governativo, l’ing. Facchin ha
evidenziato che è necessario superare gli attriti, ma non un cenno a numeri che
possano giustificare un’opera simile. Ci si aspettava qualche riferimento
tecnico su cui ragionare, come ad esempio quali impatti ambientali la struttura
a progetto preliminare potrebbe generare e quali prospettive di mitigazione si
potevano introdurre; oppure, quanti treni saranno previsti e che percorsi di
conversione del traffico da ruota a rotaia, a livello economico-politico, si
sarebbero attivati per rendere sostenibile un’opera che avrà effetti impattanti
enormi su un territorio vocato all’agricoltura di montagna. Insomma, per l’ennesima
volta, un altro spot a favore della TAV, ma per assistere ad un dibattito serio su
numeri, progetti e prospettive future, mettendo sul tavolo pro e contro, dovremo
aspettare chissà quando. Sempre ammesso che questi signori si degnino di
mettersi a serio confronto! In chiusura, la ciliegina sulla torta dell’ing.
Facchin, che ha spudoratamente sollecitato la stampa, rivolgendosi ad un
imbarazzato direttore del giornale l’Adige, dicendo:” …anche voi della stampa,
dovreste guidare l’opinione pubblica sulla comprensione di queste opere”! Come
dire, e interpreto soggettivamente…chiudete la bocca a quelli che non la
pensano come noi! Sempre, però, con trasparenza e condivisione, ovviamente!
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venerdì 10 marzo 2017
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Un seminario tecnico presso ENAIP TRENTINO - CFP VILLAZZANO.
#domotica #smartcities #energierinnovabili Qui il link per prenotare il posto gratuito al seminario di cui sotto: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-domotica-ed-energie-rinnovabili-binomio-essenziale-per-uno-sviluppo-sostenibile-di-una-smart-city-32265278316?aff=ehomecard
sabato 18 febbraio 2017
giovedì 16 febbraio 2017
Ultimo saluto ad un amico, Adriano Rizzoli.
Ciao Adriano...oggi ho saputo della tua scomparsa. Te ne sei andato lasciando un grande vuoto nel mondo ambientalista, in quello vero, fuori dagli schemi preconfezionati dei partiti. Eri un grande, un grande studioso dei problemi ambientali che affliggono la nostra epoca. Prima di parlare e dire la tua ti documentavi, ti informavi, apprendevi. Chi cercava di contraddirti si trovava in grande difficoltà e, spesso, cadeva in fallo, proprio perché tu eri preparato, non parlavi mai a vanvera. Ecco perché la politica di palazzo ti ha sempre temuto e ti ha sempre visto con sospetto. Mai domo, hai combattuto sempre a tutela del bene e della salute di tutti, sempre ad evidenziare interessi occulti che deprimevano le scelte di tutela ambientale. Te ne vai così, lasciando un vuoto enorme nel mondo ambientalista, in questo periodo molto assopito e stanco. A me , come a molte altre persone, rimane il piacere di averti conosciuto, l'orgoglio di aver imparato molte cose, seguendoti e ascoltandoti, anche a volte con reciproche critiche, dure ma leali e sincere, come si fanno tra persone altrettanto vere e sincere. Ti ricorderò sempre per la tua indiscutibile intelligenza e capacità di analisi, ma anche per la tua grande dedizione al nostro amato territorio, ricchissimo di biodiversità, tema che hai sempre cercato di promuovere e salvaguardare. Ciao Adriano, fai buon viaggio e, da lassù, certamente respirerai un'aria migliore, più pulita, più salutare, più fresca. Con affetto, un abbraccio.
domenica 1 gennaio 2017
Rifiuti e inceneritore in Trentino. Anno nuovo, politiche vecchie!
Rifiuti e inceneritore in Trentino: anno nuovo, politiche vecchie.
Mentre arriva la notizia che ISPRA ha classificato il Trentino Alto Adige come seconda regione italiana a livello di raccolta differenziata dei rifiuti, la nostra provincia provvde ad incenerire il residuo indifferenziato, ricorrendo all'inceneritore di Bolzano. Davvero due notizie in antitesi tra loro. Ma andiamo per gradi, per capire come si sia arrivati a decidere di incenerire i rifiuti, nonostante la virtuosa raccolta differenziata che raggiunge percentuali elevate.
Correva l’anno 2009, quando il primo bando di gara per l’aggiudicazione
della costruzione di un inceneritore a Trento andava letteralmente deserto!
Poche le garanzie di poter bruciare quantità rilevanti di rifiuti, data la
notevole escalation della percentuale di raccolta differenziata che era stata
raggiunta e che, ad oggi, sfiora l’80%. In quegli anni erano attive alcune
associazioni (Nimby Trentino, Coordinamento Trentino pulito) che avevano
promosso momenti formativi e informativi in merito ad un progetto alternativo
all’inceneritore, noto in Trentino come “progetto Cerani”, a nome dell’ingegnere
che lo aveva predisposto (qui il link alla pagina dove trovate spiegato il
progetto: http://marcoianes.net/1/area_download_939562.html).
La classe politica trentina che era al governo ci classificò
come “ciarlatani”, venditori di idee irrealizzabili, sostenendo che l’inceneritore
sarebbe stata l’unica via per chiudere il ciclo dei rifiuti in Trentino. Dopo
il primo bando di gara sopraccitato, andato deserto perché nessuna azienda di
settore intravedeva guadagni interessanti, dato lo scarso residuo
indifferenziato da bruciare, arrivò anche la chiusura dei finanziamenti
pubblici all’energia elettrica prodotta da incenerimento dei rifiuti; così, il
percorso prima definito come “l’unica via percorribile”, venne abbandonato
definitivamente dalla politica trentina, che dichiarò che la costruzione di un
inceneritore in Trentino non serviva più.
Non fu certo una scelta dettata da
convinzioni ecologiche e ambientaliste, bensì una pura e mera constatazione che
tale via non avrebbe dato guadagni sufficienti a sostenerne l’ammortamento
economico nel tempo. Comunque, le associazioni ambientaliste avevano vinto una
battaglia importante, perché oltre all’impatto ambientale devastante che
avrebbe avuto sull’economia agro-turistica trentina, avevano pure evidenziato
le gravi lacune economiche che poi, di fatto, si sono rivelate fondate.
I “ciarlatani”,
improvvisamente avevano avuto le prove del loro buon operato. Da allora, però,
il problema della “chiusura del cerchio” dei rifiuti è rimasto irrisolto; da
una parte una raccolta differenziata che aumentava notevolmente, attestandosi
ai livelli attuali che sfiorano circa 80%, dall’altra parte il tema del residuo
indifferenziato che rimaneva non gestito e, quindi, portato in discarica.
In
questi ultimi due anni molto si è parlato qui in Trentino di costruire impianti
di recupero del materiale residuo; impianti che prevedessero il trattamento del
rifiuto con la produzione di CSS (combustibile solido secondario) che
certamente ha un mercato, ma sempre si tratta di combustibile ad alto inquinamento
(plastiche che bruciano: diossine e nanoparticelle nell’aria che respiriamo) e,
ultima novità nel piano rifiuti n°4 del 2014, anche la possibilità di valutare
impianti di riciclaggio ulteriore, come proposto dalle associazioni.
Sembrava
che ci fosse davvero un’apertura alle innovazioni tecnologiche “amiche” dell’ambiente;
sembrava che, finalmente, l’Autonomia Trentina avesse agito davvero con spirito
autonomo e nella direzione giusta di salvaguardia e tutela dell’eco-sistema
agro turistico che la provincia di Trento vanta come fiore all’occhiello. Sembrava…perché
in questi giorni la provincia autonoma di Trento ha chiuso un accordo con la
provincia autonoma di Bolzano; in questo accordo il residuo indifferenziato del
Trentino finirà nell’inceneritore già esistente a Bolzano che è in deficit di
prodotto e, quindi, abbisogna di materia prima (http://www.ildolomiti.it/ambiente/smaltimento-rifiuti-accordo-raggiunto-fra-trento-e-bolzano).
Si torna all’idea originaria, si torna all’inceneritore. Non
a Trento, ma a Bolzano, cioè a soli 50 Km di distanza da dove prima si voleva
costruire quello trentino. Praticamente, non cambia proprio nulla! Le quantità
di raccolta indifferenziata di rifiuti trentini saranno bruciate e passeranno
per il camino che butterà in aria nanoparticelle e diossine che si riverseranno
nelle stesse campagne dove si coltivano viti pregiate che danno vita ad altrettanti
vini famosi quali, ad esempio, il Teroldego, vero fiore all’occhiello delle
aziende vitivinicole trentine.
In aggiunta a ciò, aumenterà il traffico veicolare,
dato che i camion trentini viaggeranno verso Bolzano per portare i rifiuti da
bruciare; altro aggravio ambientale!
E tutti tacciono…le associazioni ormai
sono disgregate, avendo precedentemente chiuso gli obiettivi; la politica
ambientalista trentina praticamente non esiste più, dato che le forze
politiche che pure si erano impegnate
nel passato, sono praticamente inesistenti e nulla più organizzano in tema di
proposte e dibattiti e manifestazioni. Le associazioni di categoria (contadini,
esercenti del turismo) sono in ossequioso silenzio, non rendendosi conto che
ciò per cui si erano battute nel passato, ora è stato realizzato; non nel loro
giardino, certamente, ma in quello adiacente! Credono davvero che le influenze
di tali emissioni stiano alla larga dai propri confini?
Davvero
una tristezza che, alla fine, si sia arrivati ugualmente al risultato che la politica trentina progettava più di dieci
anni fa, cioè l’incenerimento dei rifiuti. Nulla è cambiato, sempre le solite
politiche ambientali. Poi ci lamentiamo se il clima cambia, se l’inquinamento
aumenta, se i tumori dettati da inquinamento atmosferico aumentano (http://www.airc.it/cancro/disinformazione/inquinamento-atmosferico/).
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lunedì 7 novembre 2016
Partita la COP 22 di Marrakech. Con le lobbies del petrolio al tavolo!
Partita la COP 22 di Marrakech. Con le lobbies del petrolio
al tavolo!
Oggi, 7 novembre 2016, sono partiti i lavori della Cop22 (CONFERENCE
OF PARTIES .- CONFERENZA DELLE PARTI).
Il nuovo vertice sui cambiamenti climatici e sulle strategie
che i vari paesi del mondo (parties) dovranno adottare, segue il famoso COP21 di Parigi dello
scorso anno, dove si era registrato il comune intento, a livello mondiale, di
riconoscere i cambiamenti climatici e di avviare un processo di riforma globale
delle economie mondiali, in tema di riduzione delle emissioni da combustione.
Nella sessione 2017, una novità incredibile: il coinvolgimento
al tavolo di lavoro delle lobbies del petrolio.
In una conferenza composta da delegazioni dei governi,
siedono al tavolo i rappresentanti dei petrolieri, aziende quali ExxonMobil,
Chevron, Peabody, BP, Shell e RioTinto, cioè i più grandi estrattori di
petrolio mondiale. (https://www.theguardian.com/environment/2016/nov/07/marrakech-climate-talks-giving-the-fossil-fuel-lobby-a-seat-at-the-table)
Immediate le reazioni di molti paesi partecipanti, che
gridano al chiaro conflitto di interesse; come è possibile far sedere al tavolo
dei governi anche i rappresentanti di lobbies che, per logico interesse, sono
contrari al rallentamento dell'uso del petrolio stesso?
Il Venezuela cita come scandaloso che si possano ammettere
tali attori, definiti "non-state actors", cioè non facenti parte di
delegazioni di stato, bensì proprio rappresentanti delle lobbies che dovranno
subire le limitazioni previste dagli stati membri della conferenza stessa.
Differenti le opinioni della "verde" Europa, che
sostiene, invece, che un summit mondiale di tale portata, debba essere
inclusivo e non escludere nessuno; ma allora, la domanda sorge spontanea:"
perché non ci sono le "lobbies" degli ambientalisti", oppure le
lobbies dei sostenitori delle energie rinnovabili, quali solar power, wind
power ecc."?
L'Australia dichiara che non è chiaro quale possa essere il
conflitto di interesse, citato dal Venezuela; anche questa dichiarazione ha
dell'incredibile!
Non vedere il chiaro e netto conflitto di interesse nella
partecipazione dei petrolieri è come negare, di fatto, ciò che si è
riconosciuto lo scorso anno nella COP21, affermare cioè che i cambiamenti climatici non
esistono!
Se, da una parte, la COP21 di Parigi aveva aperto la
speranza che, finalmente, la consapevolezza dei cambiamenti climatici era
confermata da tutti, compresi i più reticenti quali U.S.A. e Cina, ora queste
manovre di "apertura" alle lobbies dei petrolieri riportano alla
triste constatazione che nulla cambia in questo mondo di affaristi e
approfittatori. Far sedere al tavolo della progettazione delle regole per il
nuovo mondo che verrà, proprio i sostenitori principali delle cause che hanno
generato questi problemi, non è davvero considerabile come atto di inclusione,
bensì come una sporca mediazione al ribasso che, temo davvero, porterà
all'ennesimo nulla di fatto anche per questa COP22.
Se davvero si voleva aprire il dibattito a tutti, con
"l'inclusione e la trasparenza" come dichiarato da alcuni stati
membri, sarebbe stato opportuno vedere seduti a quel tavolo anche
rappresentanti di altre visioni; quanto meno si sarebbe salvata la speranza di
poter vedere un dibattito costruttivo, alla ricerca del bene di tutti, alla
ricerca delle soluzioni possibili per migliorare i problemi climatici che
abbiamo.
Sarò pessimista, ma queste notizie sono di quelle che
davvero tolgono la credibilità ad un progetto (COP) che sembrava prendere
davvero la strada giusta.
E, al fatto davvero grave, si aggiunge anche il silenzio
generale dei quotidiani italiani, che sono tutti presi dal duello americano per
la presidenza e da un referendum italiano che davvero entusiasma pochissime
persone. Se davvero siamo sull'orlo del baratro ambientale, come è stato
sancito dalla COP21 di Parigi da tutti i membri partecipanti, perché vogliamo
scivolarci dentro in questo modo, continuando con politiche affaristiche che
privilegiano i soliti a scapito della sopravvivenza dell'umanità? Sarò tragico
nel dire ciò, perché chi scrive e, probabilmente chi leggerà questo post, non
vedrà la fine dettata dai cambiamenti climatici, ma chi ci seguirà ci maledirà
per sempre, per aver permesso tutto ciò, in favore degli interessi privati, camuffati
da "aperture" al dialogo.
Ricordiamoci che la Terra ci è stata data in prestito e
stiamo però continuando a trattarla come ne fossimo gli unici padroni, senza
pensare al futuro delle generazioni che verranno.
sabato 15 ottobre 2016
Votare Si al refendum per futili motivi...
Sono basito nel leggere le motivazioni che inducono una persona di cultura, un docente universitario a votare Si al prossimo referendum.
Parlare di “trombonismo” politico legandolo a chi sostiene il NO è proprio fuori luogo.
Io sono un sostenitore del No, per i motivi che sullo stesso giornale( l'Adige) sono già stati pubblicati (non certo con uno spazio simile, pur argomentando tecnicamente) , ma leggere addirittura in prima pagina, tali superficiali e banali motivazioni mi offende come cittadino; soprattuto se sostenute da chi dovrebbe divulgare cultura, da chi dovrebbe far trasparire il metodo scientifico di analisi profonda e accurata di una riforma, che la si condivida o meno. Non contesto il diritto al SI, ognuno ha le proprie idee e visioni, ma qui manca proprio la visione, l’analisi e l’approfondimento. Detto da un docente universitario mi fa accapponare la pelle. Che sia anche lui un “trombone” universitario che non lascia spazio alle giovani menti che fuggono all’estero? Spero di no, ma certamente non dà una bella immagine di sé e della sua “profonda” conoscenza culturale.
Che tristezza pensare che ci sono docenti così…
Parlare di “trombonismo” politico legandolo a chi sostiene il NO è proprio fuori luogo.
Io sono un sostenitore del No, per i motivi che sullo stesso giornale( l'Adige) sono già stati pubblicati (non certo con uno spazio simile, pur argomentando tecnicamente) , ma leggere addirittura in prima pagina, tali superficiali e banali motivazioni mi offende come cittadino; soprattuto se sostenute da chi dovrebbe divulgare cultura, da chi dovrebbe far trasparire il metodo scientifico di analisi profonda e accurata di una riforma, che la si condivida o meno. Non contesto il diritto al SI, ognuno ha le proprie idee e visioni, ma qui manca proprio la visione, l’analisi e l’approfondimento. Detto da un docente universitario mi fa accapponare la pelle. Che sia anche lui un “trombone” universitario che non lascia spazio alle giovani menti che fuggono all’estero? Spero di no, ma certamente non dà una bella immagine di sé e della sua “profonda” conoscenza culturale.
Che tristezza pensare che ci sono docenti così…
Qui l'articolo apparso su L'Adige di venerdì 14/10...
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