Partita la COP 22 di Marrakech. Con le lobbies del petrolio
al tavolo!
Oggi, 7 novembre 2016, sono partiti i lavori della Cop22 (CONFERENCE
OF PARTIES .- CONFERENZA DELLE PARTI).
Il nuovo vertice sui cambiamenti climatici e sulle strategie
che i vari paesi del mondo (parties) dovranno adottare, segue il famoso COP21 di Parigi dello
scorso anno, dove si era registrato il comune intento, a livello mondiale, di
riconoscere i cambiamenti climatici e di avviare un processo di riforma globale
delle economie mondiali, in tema di riduzione delle emissioni da combustione.
Nella sessione 2017, una novità incredibile: il coinvolgimento
al tavolo di lavoro delle lobbies del petrolio.
In una conferenza composta da delegazioni dei governi,
siedono al tavolo i rappresentanti dei petrolieri, aziende quali ExxonMobil,
Chevron, Peabody, BP, Shell e RioTinto, cioè i più grandi estrattori di
petrolio mondiale. (https://www.theguardian.com/environment/2016/nov/07/marrakech-climate-talks-giving-the-fossil-fuel-lobby-a-seat-at-the-table)
Immediate le reazioni di molti paesi partecipanti, che
gridano al chiaro conflitto di interesse; come è possibile far sedere al tavolo
dei governi anche i rappresentanti di lobbies che, per logico interesse, sono
contrari al rallentamento dell'uso del petrolio stesso?
Il Venezuela cita come scandaloso che si possano ammettere
tali attori, definiti "non-state actors", cioè non facenti parte di
delegazioni di stato, bensì proprio rappresentanti delle lobbies che dovranno
subire le limitazioni previste dagli stati membri della conferenza stessa.
Differenti le opinioni della "verde" Europa, che
sostiene, invece, che un summit mondiale di tale portata, debba essere
inclusivo e non escludere nessuno; ma allora, la domanda sorge spontanea:"
perché non ci sono le "lobbies" degli ambientalisti", oppure le
lobbies dei sostenitori delle energie rinnovabili, quali solar power, wind
power ecc."?
L'Australia dichiara che non è chiaro quale possa essere il
conflitto di interesse, citato dal Venezuela; anche questa dichiarazione ha
dell'incredibile!
Non vedere il chiaro e netto conflitto di interesse nella
partecipazione dei petrolieri è come negare, di fatto, ciò che si è
riconosciuto lo scorso anno nella COP21, affermare cioè che i cambiamenti climatici non
esistono!
Se, da una parte, la COP21 di Parigi aveva aperto la
speranza che, finalmente, la consapevolezza dei cambiamenti climatici era
confermata da tutti, compresi i più reticenti quali U.S.A. e Cina, ora queste
manovre di "apertura" alle lobbies dei petrolieri riportano alla
triste constatazione che nulla cambia in questo mondo di affaristi e
approfittatori. Far sedere al tavolo della progettazione delle regole per il
nuovo mondo che verrà, proprio i sostenitori principali delle cause che hanno
generato questi problemi, non è davvero considerabile come atto di inclusione,
bensì come una sporca mediazione al ribasso che, temo davvero, porterà
all'ennesimo nulla di fatto anche per questa COP22.
Se davvero si voleva aprire il dibattito a tutti, con
"l'inclusione e la trasparenza" come dichiarato da alcuni stati
membri, sarebbe stato opportuno vedere seduti a quel tavolo anche
rappresentanti di altre visioni; quanto meno si sarebbe salvata la speranza di
poter vedere un dibattito costruttivo, alla ricerca del bene di tutti, alla
ricerca delle soluzioni possibili per migliorare i problemi climatici che
abbiamo.
Sarò pessimista, ma queste notizie sono di quelle che
davvero tolgono la credibilità ad un progetto (COP) che sembrava prendere
davvero la strada giusta.
E, al fatto davvero grave, si aggiunge anche il silenzio
generale dei quotidiani italiani, che sono tutti presi dal duello americano per
la presidenza e da un referendum italiano che davvero entusiasma pochissime
persone. Se davvero siamo sull'orlo del baratro ambientale, come è stato
sancito dalla COP21 di Parigi da tutti i membri partecipanti, perché vogliamo
scivolarci dentro in questo modo, continuando con politiche affaristiche che
privilegiano i soliti a scapito della sopravvivenza dell'umanità? Sarò tragico
nel dire ciò, perché chi scrive e, probabilmente chi leggerà questo post, non
vedrà la fine dettata dai cambiamenti climatici, ma chi ci seguirà ci maledirà
per sempre, per aver permesso tutto ciò, in favore degli interessi privati, camuffati
da "aperture" al dialogo.
Ricordiamoci che la Terra ci è stata data in prestito e
stiamo però continuando a trattarla come ne fossimo gli unici padroni, senza
pensare al futuro delle generazioni che verranno.
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