Caro direttore,
Complimenti sinceri per la bella e molto centrata
iniziativa su Stava.
Pensa che in quel periodo stavo svolgendo il servizio
militare, in aeronautica in quel di Bovolone, base NATO.
Mia sorella stava facendo la stagione estiva a Tesero in
albergo e io, di servizio in quel triste giorno, ero in ansia per lei, poiché
avevamo saputo dalla radio della notizia.
I cellulari ovviamente non esistevano e telefonare dal
fisso, in quella zona, era come telefonare in una zona di guerra. Mio padre e
mia madre, a Trento, vivevano momenti di angoscia, non sapendo l'entità del
dramma e quali zone avesse colpito la colata di fango.
Poi, per una fortuita coincidenza, via radio, tramite i
canali militari,apprendemmo con esattezza il luogo coinvolto. Mia sorella era
più spostata, in un albergo fuori dalla portata della frana. Attimi di terrore
puro, ti assicuro. Momenti in cui ti rendi conto che la vita è davvero appesa
ad un filo. Poi, quando passano gli anni e capisci meglio le cose, un po'
perché le studi, un po' perché le vivi attraverso le inchieste giudiziarie ben
riportate in questo caso dalla stampa, ti rendi conto davvero di quanto l'uomo
possa essere distante dal concetto di rispetto della vita, distante dal
concetto di bene comune, privilegiando, senza senso, il profitto smisurato.
E, per questo e per altri motivi, decidi di provare a
sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi di uno sviluppo sostenibile, su una
reale conversione ecologica che, in questi giorni, viene spesso ripresa anche
nelle commemorazioni di un grande uomo come fu Alexander Langer, davvero
antesignano su questi temi. Ma ti rendi anche conto che chi ha in mano il
potere decisionale rischia nuovamente di percorrere strade insostenibili, non
certamente in linea con la salvaguardia dl patrimonio ambientale del Trentino.
Mi riferisco, ovviamente al progetto Valdastico.
Che c'entra con Stava?
L'approccio del profitto a giustificazione di scelte insostenibili, ecco un
punto in comune sul quale sarebbe opportuno aprire un serio dibattito che, spero,
la stampa vorrà avviare e approfondire. Perché, e qui mi spiace davvero dirlo,
chi dovrebbe politicamente sostenere tali questioni ambientali rimane fermo
continuando a cercare motivi per
sostenere una maggioranza provinciale che appare sempre più lontana da ciò che
rappresentava qualche tempo fa.
Stava è stato un dramma, anche la politica ebbe le sue
responsabilità nel non governare correttamente licenze e controlli, ma che ne
sarà della Valdastico? Quali saranno gli impatti sull'ecosistema trentino? Non
lasciamo cadere il dibattito, cerchiamo di fermare scempi prima che si possano
davvero compiere.
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