Abbiamo eccellenze nel campo della ricerca scientifica, ma
spesso ci perdiamo su come valorizzare i contenitori e coloro che
devono guidare queste istituzioni, anziché ragionare sui contenuti e sui
ritorni economici e di sviluppo che tali eccellenze potrebbero dare o, magari
danno già.
In tutti i nostri programmi politici proponiamo una visione ecosostenibile del Trentino, proiettata verso il recupero del patrimonio edilizio esistente, ma poi nei fatti andiamo a cercare percorsi di sfruttamento del territorio che prevedono ulteriori costruzioni di resort di lusso, in project financing, ma sempre invasivi; siamo qui a discutere di turismo sostenibile e speriamo che le condizioni meteo ci dicano che domani la temperatura si abbassi per poter innevare le nostre piste!
Parliamo di promuovere i nostri
prodotti agricoli di elevatissimo apprezzamento internazionale e poi ci
perdiamo nell'uso di pesticidi tradizionali che minano alla nostra credibilità
di agricolture biologiche in via di sviluppo.
Abbiamo una raccolta
differenziata dei rifiuti che rappresenta un vanto nazionale per quantità e
qualità e siamo qui a parlare di costruire impianti di combustibile solido
secondario, da bruciare, che andranno quindi a gravare ulteriormente sullo
stato del nostro ambiente, altamente delicato per i concetti legati alla
bioagricoltura e alla biodiversità.
Ecco, forse manchiamo di una programmazione lineare e coerente su questi temi, che tutti riconosciamo come importanti, ma che poi, nei fatti, passano in secondo piano e diventano quasi fastidiosi se riportati alla ribalta da chi, invece, ne fa motivo di serio impegno politico.
Una conversione ecologica del
Trentino, reale e fattiva, che non rimanga una sterile programmazione politica,
si rende davvero necessaria. Si stima, a livello nazionale, che uno sviluppo
sistemico nel solo campo delle energie rinnovabili, possa portare un incremento
di oltre 150.000 posti di lavoro! Facciamo le debite proporzioni alla nostra
realtà e proviamo a strutturare percorsi politici coerenti con ciò che,
programmaticamente, ci diciamo da anni.
Sappiamo benissimo che questi
argomenti sono considerati secondari rispetto ai gravi problemi che stiamo
vivendo in questo periodo: scarsità di lavoro, aziende in fortissima crisi,
depressione economica che cresce anziché regredire, il tutto condito con una
disaffezione dalla politica da parte della gente, un allontanamento da tutto
ciò che riguarda la politica che non fa che peggiorare la situazione già di per
se seria e grave.
Ma la politica, quella vera
che, con i “180 secondi per un’idea del Trentino”, vuole
rappresentarsi nella sua veste migliore, con dibattiti franchi e sinceri,
propositivi e anche critici, deve cercare risposte e proposte diverse. Non è
più possibile trovare soluzioni con metodi che appartengono agli stessi sistemi
che sono stati causa di questa crisi.
Cambiare approccio per la ricerca
delle soluzioni ai problemi non è solo necessario, ma doveroso. Non possiamo
più pensare di risolvere i problemi della grave crisi che, per esempio, ha
colpito il settore dell'edilizia, predisponendo piani di lottizzazioni
ulteriori per costruire nuovamente; per esempio, possiamo prendere in
considerazione, invece, la riqualificazione del patrimonio edilizio
esistente, con la ricerca di sistemi integrati di risparmio energetico;
qualcosa abbiamo avviato, ma non ancora in maniera profonda e radicale, ma solo
per tamponare situazioni di stallo.
Una conversione ecologica a tutto campo, coerente prevede iniziative coerenti:
- progettualità a lungo termine: guardiamo avanti al futuro con occhi diversi, cominciando a fare formazione e informazione; formazione alle giovani leve, che non hanno una visione rosea del loro futuro; informazione alle aziende, molto spesso ancora lontane da quel necessario aggiornamento tecnico e progettuale che permetterebbe loro di uscire dal pantano dell'attuale crisi; troppo spesso mi trovo a vedere aziende arroccate su sistemi di lavoro legati a dinamiche che non sono più sostenibili, perché non trovano più spazio nel mercato globale.
Infine, progettualità politica:
benissimo trovarsi in queste occasioni, per parlare, per confrontarsi e
criticarci; ma è nelle sedi dei partiti che dobbiamo far tornare la gente;
dobbiamo riaprire la programmazione di educazione alla politica,
coinvolgendo i giovani veramente; ma non possiamo farlo cercando
tesseramenti eccellenti in vista delle prossime scadenze elettorali, non
possiamo farlo con metodi che hanno la sola visione immediata di alzare le
percentuali di consenso nel breve tempo. Necessario recuperare il senso vero
della politica per il bene comune, se vogliamo far tornare a votare la gente,
se vogliamo far tornare la gente a parlare di politica, a vivere la politica.
Necessario che la politica trovi
qualche via per “smitizzarsi”; non è possibile sentire parlare di tagli alla
sanità, alla scuola, alla ricerca e poi apprendere che, chi fa politica
percepisce redditi al di fuori di ogni ragionevole incarico di responsabilità.
Torniamo con i piedi per terra,
parliamo con la gente, ma soprattutto impariamo ad ascoltare le necessità e,
soprattutto, anche le indicazioni che le parti sociali e tutti gli attori
economico-culturali ci suggeriscono; solo così riusciremo a
ripartire veramente.
”Follia è fare sempre le
stesse cose, aspettandosi risultati diversi”; lo diceva un certo
Albert Einstein e, forse, cambiare metodo ora è davvero
indispensabile.
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