Biomasse, ambiente, energia e Trentino.
Cosa uniscono le parole biomassa, ambiente ed energia al nostro territorio, il Trentino? Molte cose per la verità, ma andiamo per gradi; cos'è una biomassa? La DIRETTIVA EUROPEA 2009/28/CE definisce la biomassa come "frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall'agricoltura, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese pesca e acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani". Nel D.M. 6 luglio2012 "Nuovi incentivi alle rinnovabili", viene inserito un elenco di questi materiali e si trova davvero di tutto; ne citiamo alcuni alquanto anomali in termini di biodegradabilità: pneumatici fuori uso, limatura e trucioli di materiali plastici, materiali isolanti a matrice plastica, residui di plastiche e gomme generiche. Potrei continuare con l'elenco ufficiale di materie che di biologico inteso come "naturale" hanno davvero poco a che vedere. Ecco dunque la riflessione legata all'ambiente: non si capisce come sia possibile credere di tutelare l'ambiente bruciando queste "biomasse", definite tali solo per decreto, quando invece sono materiali che, se combusti, provocano emissioni di diossine e miscele chimiche dannose per le coltivazioni e gli allevamenti, quindi per i cibi che mangiamo, oltre anche ad incrementare l'inquinamento atmosferico e quindi l'aria che respiriamo. E il legame con l'energia? Certo, la combustione di tali materiali porta a generare energia termica ed elettrica; ma lo sapete che le perdite date dalla produzione di energia con tali sistemi sono talmente elevate che, se non esistessero gli incentivi statali per queste fonti "rinnovabili", nessuno penserebbe di generare energia con questi sistemi?
E il Trentino che c'entra? La nostra provincia ha da tempo deciso di lasciare la strada dell'incenerimento dei rifiuti, grazie alla perseveranza dei cittadini che hanno creduto nella raccolta differenziata; però, ecco nascere nuove idee e nuove prospettive di piccoli inceneritori occultati sotto il sistema delle centrali a biomasse. Dunque il sistema funziona così: si costruiscono centrali a biomasse per bruciare inizialmente iresidui legnosi dell'agricoltura e della lavorazione del legno, avviando così la procedura di incentivazione dell'energia, grazie al decreto sopra citato; poi, il residuo dei rifiuti della raccolta differenziata sarà trattato dalla provincia per diventare CSS (combustibile solido secondario, derivato da plastiche, gomme e rifiuti vari); ecco trovato il collegamento; niente inceneritore gigante, ma piccole centrali a biomasse sparse per il territorio trentino, che bruceranno i residui legnosi, ma potranno anche bruciare i residui di rifiuti, come dall'elenco che ho sopra esposto; veri e propri piccoli inceneritori, fuori dalla visibilità abnorme del mega impianto che si voleva costruire, lontani da sguardi indiscreti, avviati silenziosamente, come per esempio è avvenuto in questi giorni a Cembra, dove nel silenzio generale e davvero con poca trasparenza, è stata avviata la produzione di energia da biomassa nella nuova centrale sita proprio nel comune di Cembra! Ma cosa si brucia? Cosa si brucerà? È di venerdì 14 novembre un incontro pubblico, che definirei promozionale più che informativo, dell'amministrazione locale, supportata dallo staff tecnico che ha realizzato l'impianto e che parla solo di cippato di alta qualità. Promozionale dicevo, perché i relatori erano tutti di parte dell'impresa esecutrice e perché mancava un relatore esperto di problemi della salute, quale un medico, per esempio; quindi incontro monco e privo di contradditorio. Però alcuni quesiti sorgono: per una centrale della potenza di circa 600 Kw, come quella installata, servono circa 5.500 TON/ANNO di combustibile; dove si prenderanno questi cippati se è vero che si vuole averli a chilometro zero? E , un domani che il cippato richiesto sarà scarso, da dove proverranno i combustibili? E quanti camion saliranno a Cembra, ogni giorno, per i rifornimenti? Quali saranno gli impatti delel emissioni (CO2, AZOTO, NITRATI E POLVERI SOTTILI) sull'ambiente , sulle coltivazioni di uve pregiate per i nostri vini, sulla salute degli ignari cittadini che sono all'oscuro di tutto? A queste domande non si vuole rispondere, ma prima o poi verranno a galla in maniera inesorabile. Qualcuno ha poi detto che il bilancio di CO2 è pari a zero, perché la pianta che viene bruciata emette la CO2 che ha immagazzinato nella sua vita; verissimo, ma qui si commette una truffa matematica molto subdola: la pianta ci mette anni o addirittura decenni ad immagazzinare la CO2 che la fa crescere, ma la restituisce in pochi secondi durante la combustione; quindi il saldo non è proprio pari a zero se rapportato all'ambiente esterno, ma lo è solo riferito alla vita della pianta; ecco svelato un altro trucchetto per abbindolare la gente e far credere che gli inquinanti emessi non esistono! Questi nuovi percorsi di combustione dei materiali, definiti biologici per decreto, sono quanto di più subdolo si potesse inventare, per imbrogliare la gente; definire questi impianti sostenibili in quanto utilizzatori di fonti rinnovabili è davvero di una falsità inaudita! Se, poi, si aggiunge anche che il CSS, viene elevato a "fonte rinnovabile", siamo davvero all'imbroglio totale; che cosa c'è di rinnovabile nel bruciare gomme e plastiche o loro residui? Sembra che anche in Trentino stia partendo una stagione di sviluppo delle centrali a "biomasse", con la possibilità futura che le stesse possano bruciare quel famoso CSS che la provincia si ostinerebbe a voler realizzare tramite l'insediamento di un sito produttivo per trattare il residuo dei rifiuti; ecco quindi svelato l'arcano del percorso di chiusura del ciclo dei rifiuti in Trentino; piccoli inceneritori disseminati nei vari territori, avviati nel silenzio quasi assoluto, alla chetichella e senza clamore; ma quali saranno gli sviluppi ambientali di un territorio vocato alla produzione di vini pregiati, di mele rinomate in tutto il mondo? Quale sarà il futuro dei cittadini che si troveranno a respirare, davvero ignari, un'aria altamente inquinata, ma che sarà ritenuta salubre per decreto? È finita la stagione delle proteste contro gli inceneritori, ma sembra che siano in atto strategie ben diverse e assai più subdole, per percorrere le strade del profitto a scapito della tutela ambientale e della salute pubblica. Pensare male è peccato, ma purtroppo molte volte ci si azzecca!
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