Se, legare ambiente e industria in un unico assessorato
futuro, significa relegare la tutela ambientale e lo sviluppo
ecosostenibile a fattore secondario e subordinato ad uno sviluppo industriale
deregolamentato, allora è chiaro ed evidente che i due temi non potranno mai
essere racchiusi sotto un’ unica guida
assessorile, come ipotizzato dal candidato alle primarie Alessandro Olivi.
Appare netta la contraddizione tra i due settori, in quanto, chi guida l’assessorato all’ambiente
dovrebbe essere sempre il garante della tutela di uno sviluppo
correttamente gestito, anche con confronto, a volte duro, con il collega
reggente dell’industria. Mi pare di capire, anche leggendo le dichiarazioni
di Paolo Mazzalai, presidente degli industriali trentini che sostiene la
presenza di troppi vincoli ambientali, che si tenti di far passare come
sostenibile l’ipotesi di aggregare i due settori; pericolosa questa visione,
che reputo inconciliabile con le prospettive di sviluppo ecosostenibile che,
tutti indistintamente, sembrano condividere nei propri programmi politici,
purtroppo spesso solamente per intercettare i voti dei moltissimi cittadini che
credono nella tutela ambientale. Abbiamo ancora sott’occhio la situazione di
Monte Zaccon, o le acciaierie di Borgo Valsugana, o la miriade di micro
discariche disseminate sul nostro territorio; tutte situazioni sostenute da un
sistema fortemente propenso a giustificare un’industrializzazione più o meno
“libera” da lacci e lacciuoli di tipo ambientalistico, che da sempre hanno dato
fastidio a chi vuole promuovere un progresso che, oggi, non è davvero più
sostenibile e giustificabile. Tuttavia,
colgo l’occasione per fare e proporre una riflessione, credo interessante e
provocatoria sotto il profilo politico:
l’abbinamento “ambiente e industria”, ambiente rigorosamente prima di
industria, non per ordine alfabetico, ma per ordine di importanza vitale,
potrebbe trovare un senso logico e di corretto impiego, qualora il futuro
ipotizzato assessorato fosse affidato ad una persona proveniente
dall’ambientalismo vero; non una persona invasata di ambientalismo assurdo ed
estremo, bensì un referente di buon senso, che sappia correttamente assemblare
un’idea di sviluppo industriale moderno e sostenibile ambientalmente. Ecco, in
tal senso un abbinamento tale potrebbe anche avere una logica credibile e
spendibile per il Trentino futuro, che sosterrebbe uno sviluppo industriale
ecosostenibile; diversamente, sarebbe come affidare una vergine a Barbablù, per
usare un’espressione colorita. Questa visione di ambiente e industria, noi
eco-civici e verdi europei, potremmo certamente sostenerla; al nostro interno
non abbiamo visioni di chiusura sul mondo industriale, anzi; siamo per un
corretto sviluppo del benessere, dell’industria come motore dell’economia e
promotrice di posti di lavoro; ma il tutto nel rispetto dell’ambiente in cui
viviamo, nella salvaguardia del territorio come bene primario, che deve sempre
venire prima di ogni altra valutazione di tipo economico;(ricordo che, molti di
noi sono attivi nel settore dell’industria (green economy), della ricerca
economica e industriale, nella formazione in ambito tecnologico). Ecco perché,
molto probabilmente, non sarà mai possibile vedere uniti questi due temi,
perché presumibilmente per molti soggetti i
motivi che ne potrebbero determinare l’unificazione, sono differenti dalla
nostra visione; ma, forse, sbaglio a pensare male e sono il solito
ambientalista ed ecologista disfattista! Però, se provassimo davvero ad
esperimentare l’abbinamento, nella formula che ho proposto? Chissà, potremmo
essere di esempio anche per altri, visto che ci vantiamo di essere “scuola
politica” per il resto del Paese…
Marco Ianes - Trento
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