"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


giovedì 28 aprile 2016

Lungimirante e acuta decisione in Trentino Alto Adige: staffetta alla presidenza A22!

#politicatrentina Lungimirante e acuta decisione in Trentino Alto Adige: staffetta alla presidenza #A22! Metà a ti e metà a mi (dialetto trentino)! Spartizione di poltrone tra PATT e PD! Ecco la nuova politica che avanza dal Trentino; e poi mi parlano di voler salvaguardare l'autonomia! E POI MI DICONO CHE QUESTI POLITICI CHE CI GOVERNANO SONO QUELLI CHE TUTELANO L'AUTONOMIA!!! Quale autonomia? Quella del poltronismo? E allora dove sta la differenza tra la politica nazionale che tipicamente distribuisce poltrone per sistemare amici degli amici e la nostra politica autonomista d'avanguardia? Dove sta il progetto politico? Qualcuno mi spiega per favore? Perché non capisco il senso di queste scelte. Non capisco perché, in questo periodo dove la politica come non mai è vista male, come un "palazzo del potere occulto", si continui ad operare scelte di spartizione di "careghe" senza rispetto per un minimo di decenza! Ben felice di aver lasciato partiti e logiche di spartizioni! Non mi riconosco per nulla in queste politiche spartitorie del potere e degli affari! Ho un difetto (uno dei tanti per la verità...): contrariamente a molti italiani/trentini che hanno la memoria cortissima al momento delle elezioni, io ho la fortuna di avere un'ottima memoria! E me ne ricorderò al momento del voto, poiché sarò uno dei pochi che andranno a votare, questo sì; non so per chi voterò, ma so già chi non voterò (partiti e nomi inclusi). Vergogna, vergogna, vergogna! Questa non è politica degli interessi comuni, questa è pura spartizione di poltrone!
Dal sito de L'Adige:
http://www.ladige.it/news/business/2016/04/28/andrea-girardi-vertice-a22-vista-staffetta-olivieri

venerdì 15 aprile 2016

Un referendum difficile da capire, ma importante per lo sviluppo sostenibile futuro.

Domenica siamo chiamati ad andare a votare, checché ne dica il Presidente del Consiglio Renzi, per un referendum che ha scarso appeal sulla popolazione, in quanto molto tecnico. Vorrei qui evidenziare che, a mio modesto parere, delegare i cittadini su un tema così complesso è davvero pericoloso; lo è perché molte persone non hanno le conoscenze tecniche e le informazioni necessarie a dare una corretta valutazione della situazione e, di conseguenza, non sono realmente in grado di valutare la risposta da dare al quesito posto. Il referendum, per istituto, serve a rimettere in mano ai cittadini una decisione che la politica non è stata in grado di prendere con i canali tradizionali. Per questo, ritengo gravissimo che un Presidente del Consiglio dei Ministri si arroghi il diritto di esortare a non andare a votare. Pericolosissimo! Già abbiamo percentuali di astensione elevatissime e quindi esortare al non voto, seppure per una tornata non elettorale, risulta comunque un bruttissimo segnale politico.
Ciò detto, vorrei qui riassumere brevemente, anche grazie alle mie conoscenze nel settore energetico , alcuni punti importanti per spiegare i motivi per i quali ho scelto di andare a votare per il SI. Innanzitutto, facciamo un po’ di chiarezza: il referendum non bloccherà alcuna attività estrattiva, almeno non nell’immediato, sia che vinca il sì o il no o, peggio, cosa che temo  di più, vinca l’astensionismo. Il 18 aprile e pure gli anni a seguire, le attività in essere continueranno a lavorare. Cosa cambia dunque? Il quesito è molto tecnico e chiede di abrogare una parte di un articolo di legge che, se mantenuto in vigore, permetterebbe alle compagnie estrattive di chiedere, vita natural durante del giacimento, la possibilità di procedere con le attività estrattive. Perché quindi votare SI e abrogare tale possibilità? Le ragioni sono diverse!
La prima motivazione riguarda gli aspetti di convenienza nel concedere una licenza estrattiva “vita natural durante”; è veramente incredibile e impensabile che lo Stato italiano, quindi parliamo di beni comuni, assegni una concessione estrattiva a tempo indeterminato ad una compagnia privata; non vi sono precedenti in merito di concessioni, che invece devono avere una chiara e definita scadenza temporale. Un esempio pratico, per rendere l’idea: se voi poneste in affitto un’abitazione, nel contratto di affitto inserite la scadenza temporale, tipo 4 anni + altri 4, ma non pensereste mai di scrivere:”…per la durata della vita dell’affittuario”! Questo per una forma di autotutela, perché se cose non funzionano, il contratto può non essere rinnovato. Invece, con lo stato attuale, la concessione all’estrazione può diventare perpetua! E qui si aggancia la seconda motivazione che propongo. Se il tempo non ha limiti, le compagnie hanno tutto l’interesse a tenere bassa la produzione di petrolio e gas, perché sotto certi limiti non pagano le famose royalties allo Stato. Infatti, potendo diluire in un tempo illimitato lo sfruttamento della concessione, possono permettersi di estrarre petrolio o gas in misura bassa, evitando così tali prelievi statali. Invece, con la vittoria del SI, le concessioni scadrebbero in un tempo definito, le compagnie sarebbero costrette ad estrarre i prodotti in tempi più brevi, alzando le produzioni e facendo così incamerare allo Stato introiti da utilizzare per i beni comuni. Il terzo motivo per cui vale la pena di votare SI, riguarda l’occupazione. Non è assolutamente vero che si perderanno posti di lavoro, poiché in caso di vittoria del SI, le compagnie estrattive potranno continuare a lavorare per molti anni, poiché le concessioni scadranno tra il 2017 e il 2027; quindi ci sarebbe tutto il tempo per progettare una conversione industriale delle maestranze coinvolte. Pensando al lavoro, proviamo ad analizzare anche cosa potrebbe succedere in caso di incidente su una delle piattaforme! Sversamenti di gas o petrolio nei nostri mari, determinerebbero un disastro per l’industria del turismo, che rappresenta un capitolo occupazionale molto più rilevante dell’industria  estrattiva off shore. In quanto, poi, agli incidenti, vi sono sostenitori del no che asseriscono che non ce non sono stati. Questa è una vera falsità! Sono circa 1300 gli incidenti occorsi alle piattaforme italiane, certamente non tutti gravissimi, ma tutti determinanti dal punto di vista dell’impatto ambientale. (Fonte: http://www.greenreport.it/news/energia/gli-incidenti-dimenticati-delle-piattaforme-offshore-italiane-paguro-ad-adriatic-iv/).
Infine, e non è poco, il referendum ha un chiaro ed inequivocabile connotato politico. Non possiamo andare a firmare protocolli internazionali  per ridurre le fonti fossili ( COP21 di Parigi: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/22/cop21-siamo-in-ritardo-di-almeno-ventanni/2324011/) e  poi permettere alle compagnie petrolifere e del gas, di sfruttarle per tempi biblici, o comunque all’infinito. È chiaro che porre dei limiti significa avviare veramente un approccio politico diverso e innovativo verso un’economia sostenibile reale. Inutile riempire pagine di giornali con dichiarazioni pro-rinnovabili, rilasciate da esponenti politici di molti schieramenti  di vario colore e, poi nella realtà, invece continuare a permettere l’eterno sfruttamento delle fonti fossili. Un’ultima, ma non meno importante considerazione. Ciò che estraiamo dai siti off shore, in Italia, ha una scarsissima rilevanza percentuale ( 1% per il petrolio e 6,9% per il gas) sulle necessità. Quindi, quando si fermeranno le estrazioni, qualora vincesse il SI, tali percentuali potrebbero benissimo essere assorbite dalle fonti rinnovabili che, nel frattempo, potrebbero essere sviluppate ulteriormente; inoltre, una sana politica di ristrutturazioni edilizie e industriali, potrebbe mettere in campo quel famoso risparmio energetico che permetterebbe davvero la riduzione degli sprechi energetici, facendo così rientrare molto facilmente ciò che non verrebbe più estratto.
Per chi vuole approfondire, qui alcune slides : http://www.marcoianes.net/1/upload/referendum17aprile_marcoianes.pdf

lunedì 11 aprile 2016

Referendum del 17 aprile: TUTTI A VOTARE E VOTIAMO SI!

Domenica prossima, 17 aprile 2016, abbiamo la possibilità di far capire a chi ci governa che siamo stufi di politiche a sostegno delle lobbies del petrolio! Abbiamo la possibilità di far capire a chi ci governa, che sono lì per fare gli interessi della collettività e non dei soliti approfittatori che vogliono arricchirsi mettendo a rischio l'ambiente!
Spezziamo le varie collusioni ( e recentemente abbiamo ben visto che esistono!) tra politica e lobbies del petrolio.

Domenica 17 aprile andiamo a votare e dimostriamo ai signori del PD (partito DEMOCRATICO!!!), che chi crede nella democrazia vera va a votare e non instiga i cittadini a restare a casa. Un partito che nel proprio nome ha la parola DEMOCRATICO, dovrebbe vergognarsi di istigare i cittadini a non votare, giustificando così l'assenteismo già enorme che regolarmente, purtroppo, si continua a manifestare nelle varie tornate elettorali.

Andiamo a votare e votiamo SI!

Per chi volesse approfondire, segnalo che MERCOLEDI' 13 APRILE ORE 20:30 al MUSE (MUSEO DELLA SCIENZA) A TRENTO, ci sarà un dibattito pubblico sul referendum. Io parteciperò come relatore al sostegno del SI!

Marco Ianes