"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


martedì 10 maggio 2011

Nucleare assurdo, ora e per le generazioni future: analisi tecnica sul nucleare.

Nucleare assurdo, ora e per le generazioni future.

La scelta del ritorno al nucleare, per il governo italiano, rappresenta la soluzione ideale al problema energetico del nostro Paese. E, da questa definizione, si capisce benissimo che ci governa ben poco conosce sia del nucleare, sia del comparto energetico italiano. La realtà, infatti, deve fare i conti con la tecnica attuale e, peggio ancora, con la totale incapacità di gestione dei derivati e residui che tutto l’indotto del nucleare introdurrebbe. Gestione delle scorie radioattive che si generano dopo le fasi di lavoro, corretta gestione dei processi produttivi, dopo oltre venticinque anni di inattività formativa e informativa sul nucleare in Italia, sono macigni che pesano enormemente sull’ipotesi di sviluppo di tale tecnologia nel nostro Paese. Rimane molta perplessità e preoccupazione, poiché è difficile credere ad una corretta gestione del nucleare, dopo gli incidenti di Chernobyl e Fukushijma; e questi fatti sono avvenuti in paesi dove il nucleare è radicato ed è stato sviluppato negli anni, soprattutto riferendoci al Giappone, nazione all’avanguardia e non certo arretrata tecnologicamente. È poi vero che sono passati “già”venticinque anni dal nefasto episodio di Chernobyl, ma questo tempo è infinitamente piccolo, rispetto ai danni che l’umanità dovrà sopportare ancora per centinaia di anni per quel disastro. La scala del tempo, quando si parla di nucleare, è ben diversa da quella con la quale ci rapportiamo per la nostra breve vita umana. Per esempio, la radioattività delle scorie, dura migliaia di anni; come facciamo a trovare un posto sicuro per stoccarle, ma che resti sicuro per un periodo così elevato? Che ne sappiamo di quali sconvolgimenti potrebbe avere la nostra madre terra, nei prossimi millenni? Non esiste, quindi, la possibilità di garantire questo tipo di sicurezza nel tempo, non almeno nella scala temporale del nucleare, ben diversa dalla scala del tempo della vita umana. Ma, vi sono anche altri motivi, prettamente tecnici e facilmente verificabili con i dati a disposizione, che sostengono che la via del nucleare non può rappresentare la soluzione energetica mondiale; oltre ai dati, ovviamente, vi è l’enorme rischio che il nucleare si porta dietro. Un errore, un guasto, un cataclisma naturale, non prevedibile e non stimabile in fase progettuale, possono determinare danni irreversibili per l’umanità intera, mettendone a serio rischio, se non la sopravvivenza della specie, almeno, la vivibilità in condizioni accettabili di salute. Ecco, di seguito, alcuni spunti tecnici a sostegno di una chiara e trasparente analisi per determinare un disincentivo e un progressivo abbandono della tecnologia nucleare, fase peraltro già avviata dai paesi che hanno, in passato, spinto fortemente su questa tecnologia. Propongo, a seguire, le affermazioni a sostegno della tesi nucleare, contrapponendo le teorie oggettive che nascono da dati facilmente reperibili anche in rete e sostenute sia da grandi scienziati, sia da tecnici comuni, che vivono e lavorano nel comparto energia giornalmente.

Si afferma che:

  1. “L’energia nucleare garantirà l’indipendenza energetica all’Italia”. Cio è falso perché i paesi europei e l’Italia in particolare,non hanno significative riserve di uranio, materia prima necessaria per tale processo produttivo e, quindi, la dipendenza rimarrebbe, come approvvigionamento della materia prima,spostando la dipendenza dal petrolio, dal carbone e dai vari combustibili, all’uranio, che non è comunque infinito.
  2. “Per contrastare il rincaro del petrolio, serve il nucleare”. Questa è una definizione fuorviante, poiché la maggior parte della produzione di petrolio serve per soddisfare la produzione di combustibili liquidi per i trasporti e per la chimica petrolifera che determina le altre produzioni di derivati dal petrolio e non per produrre energia elettrica; ad esempio, la Francia produce circa il 78% di energia elettrica da fonte nucleare, ma è anche uno dei maggiori consumatori di petrolio per i trasporti e ne consuma addirittura più dell’Italia, che non ha centrali nucleari.
  3. “Importiamo energia da fonte nucleare dalla Francia, a prezzi elevati, ecco perché conviene costruircele in casa”; ecco un’altra falsità, propinata artatamente per gettare foschia sulla realtà. Infatti, l’esigenza non è nostra, ma dei francesi, poiché le centrali nucleari non possono essere spente o modulate in base alle richieste di energie, esse devono funzionare a ciclo continuo e quindi anche di notte quando la richiesta di energia è minore alla loro produzione; ecco che, allora, le aziende produttrici francesi vendono all’Italia, molto volentieri, l’energia a basso costo, contrariamente a quanto ci fanno credere, pur di non dover fermare le centrali.
  4. “L’energia fotovoltaica non può garantire futuro, perché si dovrebbe coprire tutta l’Italia di pannelli per avere l’energia necessaria”. Questa è una delle più grosse bufale che ci vogliono far credere. Da studi approfonditi e dimostrabili si evince che, con le tecnologie attualmente in commercio, per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale con il fotovoltaico, basterebbe una superficie di un quadrato avente lato di circa 25 Km; ora, è ben evidente che non si può realizzare una centrale così grande, ma la superficie derivante può essere spezzettata su più impianti, da localizzare nelle zone del sud Italia, dove il sole certo non manca. La strada corretta e migliore, invece, è quella di rendere autonome individualmente e localmente, le attività produttive, con installazioni di centrali fotovoltaiche atte a soddisfare il fabbisogno energetico in loco. La domanda susseguente a tale dichiarazione è ovvia: “ma di notte il sole non c’è e come si fa?” Anche la risposta è immediata e facilmente dimostrabile con i dati energetici reperibili: la notte il fabbisogno energetico cala e, con la produzione idroelettrica, eolica, geotermica e termoelettrica attuale, riusciamo a soddisfare tale fabbisogno; inoltre, sono in via di sviluppo sistemi di accumulo di energia solare che permetterebbero di tamponare notte tempo l’assenza delle centrali solari.
  5. “Nucleare: la fissione di nuova generazione e la fusione a freddo risolveranno il problema energetico”. Tutte da verificare le possibilità di realizzare su grande scala e con piani industriali tali nuove possibilità; ammesso e non concesso che possano in futuro essere sviluppate con sicurezza, passeranno almeno 30 anni prima di poterle sfruttare ma, per la nostra società energivora, il tempo di attesa è troppo elevato! Rimane, ovviamente, il problema della gestione delle scorie in sicurezza, su scala temporale millenaria: non gestibile, per i motivi già citati.
  6. “L’energia solare non potrà mai soddisfare il fabbisogno energetico”; anche questa è un’enorme bugia! Dal sole arriva un’enorme quantità di energia elettromagnetica e questa fonte è costante, immediatamente utilizzabile e praticamente infinita; oltre all’energia data dalla luce, vi è anche quella termica data dal calore; per il nucleare si sfrutta l’energia termica della scissione atomica per innalzare la temperatura dell’acqua e creare vapore per le turbine elettriche;non si ricava energia direttamente dal nucleare, ma si sfrutta il calore della scissione atomica per elevare la temperatura dell’acqua; ebbene, è altrettanto possibile, e già lo si fa con il solare termodinamico, creare vapore per tali turbine elettriche con il calore del sole; rendimenti buoni, inquinamento nullo e gestione dei residui di lavorazione (scorie e acque reflue) facilissima e ad impatto ridottissimo! Se,poi, qualcosa si guasta, il danno è limitato al momento , riparato tale danno, non rimangono pericoli da gestire (radiazioni).

Concludo con una riflessione: la via del nucleare è molto pericolosa e, attualmente, non gestibile dall’uomo per tutti i motivi sopra esposti; chi vuole perseguire tale strada lo fa solo per l’interesse economico che ne deriva, senza valutare il devastante impatto che determinerebbe tale strada, su tutta l’umanità. Qui non si tratta di parlare di speculazioni; qui si tratta di parlare di integrità di un’intera nazione e di un popolo, che sarebbe inevitabilmente compromessa in caso di disastro nucleare. La domanda che ne deriva è molto semplice: ne vale la pena? La risposta la dovremmo dare il 12-13 giugno prossimi, andando a votare SI al referendum che vuole abrogare la legge che vorrebbe trascinare l’Italia in questo rischiosissimo percorso.

E i danni conseguenti ad un incidente nucleare non hanno colore politico! Coinvolgono tutti, indistintamente.

Marco Ianes – docente di elettrotecnica,impianti elettrici- consulente nel settore energia.

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