"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


domenica 29 maggio 2011

Incontro a tema: SALUTE E INCENERITORE


Incontro a tema: SALUTE E INCENERITORE



Mercoledì 1 giugno ore 20.30
Teatro Arcivescovile di Trento.

Incontro a tema: SALUTE E INCENERITORE.

Organizzato dall'associazione giovani farmacisti trentini.

Incontro informativo sui temi legati alla salute, in merito all'inceneritore.

Relatori:
dott. Giuseppe Miserotti- presidente dell'ordine dei medici di Piacenza
dott. Gustavo Mazzi - medico e vice-presidente medici ISDE Friuli Venezia Giulia
dott. Fabrizio Dematté - chimico ambientale, membro del direttivo ordine chimici Trentino Alto Adige.

Siete tutti invitati a partecipare e a divulgare l'evento.

Nell'occasione sarà possibile sottoscrivere la mozione da proporre al comune di Trento (solo per residenti nel comune di Trento).

sabato 28 maggio 2011

TASSE SI, INNOVAZIONE NO!

LETTERA APERTA AL SIG. SINDACO DI TRENTO.

Ho letto con interesse la lettera del nostro sindaco, in merito alla difficile situazione di bilancio che il comune di Trento si troverà ad affrontare. Vorrei segnalare che, a mio modesto parere, non si tratta di discutere su addizionali aggiuntive alle tasse, bensì di metodo programmatico per il futuro, più che per l'immediato. Personalmente non trovo scandaloso pagare l'addizionale IRPEF se ciò serve per mantenere un livello di servizi buono, però rimango perplesso sull'assenza di progettualità per il futuro. Mi permetto di lanciare una riflessione: l'anno scorso, assieme alla consigliera comunale Giovanna Giugni, avevo proposto alla collettività un progetto di realizzazione di un impianto fotovoltaico per il palazzetto dello sport di Trento. Dalle stime proposte, il comune avrebbe avuto il risparmio della spesa energetica e, in più, l'introito delle tariffe incentivanti (erano stimate in circa 800.000 euro l'anno, tra risparmio energetico e incentivo statale).Ciò che proponemmo era chiaramente un'idea pilota che guardava al futuro, che avrebbe potuto individuare strade diverse per introitare liquidità nelle casse comunali. Mi chiedo perché tali inziative non vengano prese in considerazione, magari prima di parlare di tasse aggiuntive. Vi sono altri metodi per rimpinguare le casse comunali, senza gravare sulle tasche dei cittadini, ma sembra davvero che i politici, quando arrivano a governare, non vogliano provare a percorrere strade diverse e innovative. Certo è molto più facile aggiungere un coefficiente addizionale, piuttosto che avviare un nuovo processo globale di visione generale del sistema di gestione degli introiti pubblici. Non me ne voglia il sindaco, ma anche questa volta, ciò che è stato proposto da semplici cittadini, non è stato nemmeno considerato.

lunedì 23 maggio 2011

A qualcuno piace l'orso!


Il dibattito sull’orso è attuale ed importante. CivilMente ha voluto invitare a discuterne chi di orsi se ne intende e potrà parlarne con competenza. In allegato la locandina per il 26 maggio prossimo alle ore 16,00. Vi aspettiamo, per confrontarci in libertà.

Per fare informazione, vi invito a far girare.

Cordialmente, saluto.

Marco Ianes

Presidente di CivilMente

domenica 15 maggio 2011

Trentinovolley campione d'Italia!

Itas Diatec Trentino campione d'Italia! Lo scudetto del volley torna a Trento!!! Grande Trentinovolley,campione del mondo,campione d'Europa e ora d'Italia!
Marco Ianes - Trento

martedì 10 maggio 2011

Nucleare assurdo, ora e per le generazioni future: analisi tecnica sul nucleare.

Nucleare assurdo, ora e per le generazioni future.

La scelta del ritorno al nucleare, per il governo italiano, rappresenta la soluzione ideale al problema energetico del nostro Paese. E, da questa definizione, si capisce benissimo che ci governa ben poco conosce sia del nucleare, sia del comparto energetico italiano. La realtà, infatti, deve fare i conti con la tecnica attuale e, peggio ancora, con la totale incapacità di gestione dei derivati e residui che tutto l’indotto del nucleare introdurrebbe. Gestione delle scorie radioattive che si generano dopo le fasi di lavoro, corretta gestione dei processi produttivi, dopo oltre venticinque anni di inattività formativa e informativa sul nucleare in Italia, sono macigni che pesano enormemente sull’ipotesi di sviluppo di tale tecnologia nel nostro Paese. Rimane molta perplessità e preoccupazione, poiché è difficile credere ad una corretta gestione del nucleare, dopo gli incidenti di Chernobyl e Fukushijma; e questi fatti sono avvenuti in paesi dove il nucleare è radicato ed è stato sviluppato negli anni, soprattutto riferendoci al Giappone, nazione all’avanguardia e non certo arretrata tecnologicamente. È poi vero che sono passati “già”venticinque anni dal nefasto episodio di Chernobyl, ma questo tempo è infinitamente piccolo, rispetto ai danni che l’umanità dovrà sopportare ancora per centinaia di anni per quel disastro. La scala del tempo, quando si parla di nucleare, è ben diversa da quella con la quale ci rapportiamo per la nostra breve vita umana. Per esempio, la radioattività delle scorie, dura migliaia di anni; come facciamo a trovare un posto sicuro per stoccarle, ma che resti sicuro per un periodo così elevato? Che ne sappiamo di quali sconvolgimenti potrebbe avere la nostra madre terra, nei prossimi millenni? Non esiste, quindi, la possibilità di garantire questo tipo di sicurezza nel tempo, non almeno nella scala temporale del nucleare, ben diversa dalla scala del tempo della vita umana. Ma, vi sono anche altri motivi, prettamente tecnici e facilmente verificabili con i dati a disposizione, che sostengono che la via del nucleare non può rappresentare la soluzione energetica mondiale; oltre ai dati, ovviamente, vi è l’enorme rischio che il nucleare si porta dietro. Un errore, un guasto, un cataclisma naturale, non prevedibile e non stimabile in fase progettuale, possono determinare danni irreversibili per l’umanità intera, mettendone a serio rischio, se non la sopravvivenza della specie, almeno, la vivibilità in condizioni accettabili di salute. Ecco, di seguito, alcuni spunti tecnici a sostegno di una chiara e trasparente analisi per determinare un disincentivo e un progressivo abbandono della tecnologia nucleare, fase peraltro già avviata dai paesi che hanno, in passato, spinto fortemente su questa tecnologia. Propongo, a seguire, le affermazioni a sostegno della tesi nucleare, contrapponendo le teorie oggettive che nascono da dati facilmente reperibili anche in rete e sostenute sia da grandi scienziati, sia da tecnici comuni, che vivono e lavorano nel comparto energia giornalmente.

Si afferma che:

  1. “L’energia nucleare garantirà l’indipendenza energetica all’Italia”. Cio è falso perché i paesi europei e l’Italia in particolare,non hanno significative riserve di uranio, materia prima necessaria per tale processo produttivo e, quindi, la dipendenza rimarrebbe, come approvvigionamento della materia prima,spostando la dipendenza dal petrolio, dal carbone e dai vari combustibili, all’uranio, che non è comunque infinito.
  2. “Per contrastare il rincaro del petrolio, serve il nucleare”. Questa è una definizione fuorviante, poiché la maggior parte della produzione di petrolio serve per soddisfare la produzione di combustibili liquidi per i trasporti e per la chimica petrolifera che determina le altre produzioni di derivati dal petrolio e non per produrre energia elettrica; ad esempio, la Francia produce circa il 78% di energia elettrica da fonte nucleare, ma è anche uno dei maggiori consumatori di petrolio per i trasporti e ne consuma addirittura più dell’Italia, che non ha centrali nucleari.
  3. “Importiamo energia da fonte nucleare dalla Francia, a prezzi elevati, ecco perché conviene costruircele in casa”; ecco un’altra falsità, propinata artatamente per gettare foschia sulla realtà. Infatti, l’esigenza non è nostra, ma dei francesi, poiché le centrali nucleari non possono essere spente o modulate in base alle richieste di energie, esse devono funzionare a ciclo continuo e quindi anche di notte quando la richiesta di energia è minore alla loro produzione; ecco che, allora, le aziende produttrici francesi vendono all’Italia, molto volentieri, l’energia a basso costo, contrariamente a quanto ci fanno credere, pur di non dover fermare le centrali.
  4. “L’energia fotovoltaica non può garantire futuro, perché si dovrebbe coprire tutta l’Italia di pannelli per avere l’energia necessaria”. Questa è una delle più grosse bufale che ci vogliono far credere. Da studi approfonditi e dimostrabili si evince che, con le tecnologie attualmente in commercio, per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale con il fotovoltaico, basterebbe una superficie di un quadrato avente lato di circa 25 Km; ora, è ben evidente che non si può realizzare una centrale così grande, ma la superficie derivante può essere spezzettata su più impianti, da localizzare nelle zone del sud Italia, dove il sole certo non manca. La strada corretta e migliore, invece, è quella di rendere autonome individualmente e localmente, le attività produttive, con installazioni di centrali fotovoltaiche atte a soddisfare il fabbisogno energetico in loco. La domanda susseguente a tale dichiarazione è ovvia: “ma di notte il sole non c’è e come si fa?” Anche la risposta è immediata e facilmente dimostrabile con i dati energetici reperibili: la notte il fabbisogno energetico cala e, con la produzione idroelettrica, eolica, geotermica e termoelettrica attuale, riusciamo a soddisfare tale fabbisogno; inoltre, sono in via di sviluppo sistemi di accumulo di energia solare che permetterebbero di tamponare notte tempo l’assenza delle centrali solari.
  5. “Nucleare: la fissione di nuova generazione e la fusione a freddo risolveranno il problema energetico”. Tutte da verificare le possibilità di realizzare su grande scala e con piani industriali tali nuove possibilità; ammesso e non concesso che possano in futuro essere sviluppate con sicurezza, passeranno almeno 30 anni prima di poterle sfruttare ma, per la nostra società energivora, il tempo di attesa è troppo elevato! Rimane, ovviamente, il problema della gestione delle scorie in sicurezza, su scala temporale millenaria: non gestibile, per i motivi già citati.
  6. “L’energia solare non potrà mai soddisfare il fabbisogno energetico”; anche questa è un’enorme bugia! Dal sole arriva un’enorme quantità di energia elettromagnetica e questa fonte è costante, immediatamente utilizzabile e praticamente infinita; oltre all’energia data dalla luce, vi è anche quella termica data dal calore; per il nucleare si sfrutta l’energia termica della scissione atomica per innalzare la temperatura dell’acqua e creare vapore per le turbine elettriche;non si ricava energia direttamente dal nucleare, ma si sfrutta il calore della scissione atomica per elevare la temperatura dell’acqua; ebbene, è altrettanto possibile, e già lo si fa con il solare termodinamico, creare vapore per tali turbine elettriche con il calore del sole; rendimenti buoni, inquinamento nullo e gestione dei residui di lavorazione (scorie e acque reflue) facilissima e ad impatto ridottissimo! Se,poi, qualcosa si guasta, il danno è limitato al momento , riparato tale danno, non rimangono pericoli da gestire (radiazioni).

Concludo con una riflessione: la via del nucleare è molto pericolosa e, attualmente, non gestibile dall’uomo per tutti i motivi sopra esposti; chi vuole perseguire tale strada lo fa solo per l’interesse economico che ne deriva, senza valutare il devastante impatto che determinerebbe tale strada, su tutta l’umanità. Qui non si tratta di parlare di speculazioni; qui si tratta di parlare di integrità di un’intera nazione e di un popolo, che sarebbe inevitabilmente compromessa in caso di disastro nucleare. La domanda che ne deriva è molto semplice: ne vale la pena? La risposta la dovremmo dare il 12-13 giugno prossimi, andando a votare SI al referendum che vuole abrogare la legge che vorrebbe trascinare l’Italia in questo rischiosissimo percorso.

E i danni conseguenti ad un incidente nucleare non hanno colore politico! Coinvolgono tutti, indistintamente.

Marco Ianes – docente di elettrotecnica,impianti elettrici- consulente nel settore energia.

giovedì 5 maggio 2011

Acqua, nucleare e legittimo impedimento ecco i quattro quesiti referendari.

Acqua, nucleare e legittimo impedimento
ecco i quattro quesiti referendari. Per eliminare le leggi in questione occorrerà rispondere SI, a tutti e quattro i quesiti.

Gli organi di "informazione" tacciono su questi argomenti. Dimostriamo, con il passaparola, che sappiamo essere più forti di chi ci oscura.

Legittimo impedimento
Il quesito dalle possibili ripercussioni politiche più forti è naturalmente quello per abrogare la legge sul legittimo impedimento. Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionale della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.

"Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?".

Nucleare
Lungo e articolato( ne riporto una sintesi essenziale, ma comprensibile) il quesito referendario per abrogare la norma per la "realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare". Si tratta di una parte del decreto legge recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge "con modificazioni" il 6 agosto dello stesso anno.

"Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?".

Acqua 1
Il primo quesito sulla privatizzazione dell'acqua riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.

"Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?".

Acqua 2
Il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.

"Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?".

IMPORTANTISSIMO FARE INFORMAZIONE E DIVULGARE!!!

mercoledì 4 maggio 2011

Diossina a livelli preoccupanti in Trentino:non è allarmismo!

Diossina a livelli preoccupanti in Trentino.

È notizia di questi giorni che la diossina, in Trentino, ha raggiunto valori preoccupanti e minacciosi per la salute pubblica e, tale situazione, ci ha permesso di balzare in vetta alla triste classifica dei luoghi più inquinati d’Italia. Stupisce moltissimo che, chi deve gestire la cosa, cioè i nostri governanti, invece di preoccuparsi e avviare un serio confronto con gli attori in causa, magari coinvolgendo esperti veri al fine di cercare strade diverse per migliorare la situazione, invece gridino all’allarmismo strumentale. Stupisce anche che vi siano consiglieri provinciali che si dichiarano contrari all’inceneritore, ma poi, per ammorbidire la loro posizione nei confronti della maggioranza a cui appartengono, dicano anche che, tutto sommato, l’inceneritore previsto non peggiorerà di molto la situazione, pur riconoscendo che essa è già grave. Ma come, scusate, se è già grave così, anche solo un po’ di più la renderebbe gravissima! E poi in base a quali dati questi esponenti politici supportano la loro tesi di poca pericolosità e di scarsa incidenza sullo stato futuro, con la costruzione di un inceneritore? Queste persone hanno forse dati analizzabili che noi comuni cittadini non conosciamo? Se è così sarebbe meglio se li mettessero a confronto e a disposizione, così potremmo capire il perché un futuro inceneritore non dovrebbe aggravare di molto la situazione, già di per se molto grave. Si continua a parlare di falso allarmismo da parte di medici e associazioni ambientaliste che, però, a supporto delle proprie tesi hanno sempre portato dati pubblici, in tutte le serate proposte; ma i dati oggettivi e analizzabili a supporto delle teorie pro-inceneritore, chi li ha mai visti? Senza allarmismo, ma mi piacerebbe capire con dati e analisi e non per opinioni semplicistiche dettate dagli umori dei singoli o, peggio, per colore di bandiera politica. Basta decisioni prese con l’enunciazione e senza supporto di dati scientifici: non sulla salute di tutti noi, con questa non scherziamo, per favore; questi non sono falsi allarmismi, ma serie motivazioni per rivedere la politica ambientale del nostro amato Trentino, che si appresta ad incrementare la presenza di diossina, costruendo un inceneritore del tutto inutile, con spreco di denaro pubblico, sia per la costruzione vera e propria, da ritenersi inutile e superflua oltre che tecnicamente obsoleta, sia per la successiva spesa sanitaria che sarà incrementata per l’ulteriore crescita di patologie più o meno gravi determinate dall’inevitabile aumento dell’inquinamento. Un tavolo tecnico scientifico qualificato, ecco cosa servirebbe davvero e non propagande semplicistiche a sostegno di posizioni politiche non più condivisibili. Lo chiediamo da tempo come associazioni ambientaliste ma, si sa, noi facciamo solo allarmismo!

martedì 3 maggio 2011

Diossina a Trento tra la più alta in Italia:avanti con l'inceneritore!

Riporto un articolo de L'Adige di oggi. E pensare che c'è chi dice che a Trento abbiamo un'aria pulita e che l'inceneritore non altererà la nostra vita! Magari fosse così! Invece aggiungeremo diossina alla diossina già notevolmente presente. E ai trentini va bene così, a quanto pare, visto che restano indifferenti alle sollecitazioni proposte in merito alle alternative possibili all'inceneritore.
Continuiamo a farci del male...