"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


martedì 1 giugno 2010

RACCOLTA FIRME PER I 3 REFERENDUM

RACCOLTA FIRME PER I REFERENDUM ECCO DOVE POTETE FIRMARE QUESTA
SETTIMANA

MERCOLEDI 2 GIUGNO
TRENTO
via Verdi dalle 9:30 alle 12:30
P.zza Dante – fermata autobus – dalle 9.00 alle 20.00

ROVERETO
C.so Rosmini - angolo via Stoppani – dalle 9.00 alle 20.00

ARCO
P.zza Marchetti – dalle 9.00alle 19.00

TORBOLE
P.zza Benacense dalle 9.00 alle 13.00
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GIOVEDI 3 GIUGNO
TRENTO: piazza Fiera dalle 8:30 alle 13:30
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VENERDI 4 GIUGNO
TRENTO via S.Croce dalle 14:30 alle 19:30
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SABATO 5 GIUGNO
TRENTO
via Mazzini dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 19:00
Largo Porta Nuova dalle 9:00 alle 19:30
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DOMENICA 6 GIUGNO
TRENTO:via S.Croce dalle 9:00 alle 19:30

domenica 30 maggio 2010

Lacrime e sangue: alcune proposte di Marco Travaglio

Da "Il fatto quotidiano", alcune proposte "lacrime e sangue" di Marco Travaglio; non per i comuni cittadini, ma per i soliti approfittatori italiani. Se solo il governo avesse il coraggio...

Le proposte alternative di Marco Travaglio ( DA "IL FATTO QUOTIDIANO del 30/05/2010):
Il primo intervento proposto da Travaglio consiste in un’ulteriore tassazione del 10 percento dei soldi appena rientrati con lo scudo fiscale.
In secondo luogo, si potrebbe recuperare un vecchio disegno di legge, proposto nel 2007 e mai approvato, che fissava una cauzione sulle impugnazioni. In questo modo si scoraggerebbero i ricorsi nei tre gradi di appello, spesso presentati solo per prendere tempo o per avvicinare la prescrizione, oppure si renderebbero più remunerativi per le finanze dello Stato. “Si potrebbe imporre un cip di 2 mila euro –scrive Travaglio – che rimane allo Stato se il ricorso si rivela infondato”.
La terza proposta è la più semplice: “Basta copiare una legge penale tributaria a scelta fra quelle esistenti nel mondo, e gli evasori finirebbero automaticamente in galera”. L’Italia, dal 2001 e dalla riforma tributaria realizzata dal governo Amato, ha una legislazione contro l’evasione tra le più morbide in assoluto. Basterebbe passare dalle “carezze agli evasori” alle “manette agli evasori”, per ottenere un vero deterrente alla frode fiscale. “Negli Usa – per esempio – si celebrano 3 mila processi l’anno per reati fiscali e gli evasori detenuti sono migliaia: le pene arrivano a 15 anni”.
Forse sarebbe davvero ora di cambiare radicalmente, prima che il popolo si stanchi di pagare iniquamente e perda la pazienza!

giovedì 13 maggio 2010

Assalto al PM, di Luigi De Magistris

Assalto al Pm.
di Luigi de Magistris

Sono stato un bravo magistrato quando mi sono occupato del traffico di esseri umani, delle estorsioni, dello spaccio di droga e degli omicidi. Sono diventato un cattivo magistrato quando in Calabria ho posizionato la lente dell’indagine sulla classe politica, nazionale e locale, imbattendomi nei legami che esistono fra amministrazione pubblica e crimine organizzato, soprattutto nello sfruttamento opaco e illecito dei finanziamenti pubblici. Quando ho individuato nomi e cognomi di alcuni esponenti della politica e dell’imprenditoria che ne macchiano la funzione alta che pure esse dovrebbero assolvere per il Paese; quando mi sono scontrato con il ruolo delle logge massoniche e di una P2 mai morta all’interno dei palazzi di giustizia e del potere; quando ho rintracciato il volto degli uomini del (dis)onore che con la politica, l’imprenditoria e la massoneria si mescolano nel tentativo di spartirsi il vantaggio della res pubblica. Allora il cattivo magistrato, che ieri era giudicato professionalmente capace, doveva esser fermato con un assalto che ha avuto il volto della sottrazione delle inchieste (come Why not o Poseidone), delle ispezioni del ministero della Giustizia, dei procedimenti disciplinari a pioggia della Procura Generale della Cassazione e del CSM, delle interrogazioni parlamentari trasversali, del trasferimento coatto per incompatibilità ambientale, dell'esautoramente delle funzioni di pm, della pressione dei colleghi e dei politici affinchè fossi scoraggiato nel mio lavoro e intimidito nella mia professione, fino al punto di svestirmi della toga, costringendomi cioè alla scelta più dolorosa della mia vita. Killeraggio professionale compiuto per mezzo delle carte da bollo, perpetuato a colpi di burocrazia politico-giudiziaria, realizzato con la delegittimazione etico-morale. Tutto giudicato illegittimo dalla Procura di Salerno, che ha al contrario sostenuto la fondatezza delleinchieste, e che per questo è stata falcidiata nei suoi vertici e nei suoi collaboratori. “Assalto al pm. Storia di un cattivo magistrato” (Ed.Chiarelettere) è il libro che racconta la mia vicenda professionale, ma anche la mia storia personale di studente in Legge, di figlio di magistrato, di cittadino che ha fatto della legalità e della giustizia il senso di una intera esistenza trascorsa fra Napoli e Catanzaro, dei legami “di ferro” sbocciati con uomini e donne delle forze dell’ordine e della magistratura che mi hanno sostenuto umanamente condividendo fatica e sogno. Ma il piccolo rispecchia il grande, così dalla mia vicenda e dalla mia storia prendo spunto anche per discutere di ciò che oggi è al centro dell’attenzione politica e mediatica: (contro)riforma della giustizia, sottoposizione del pm all’esecutivo, mancanza di fondi al settore, stop alle intercettazioni. Il sentimento che attraversa queste pagine è quellodell’amarezza ma anche della speranza. Una speranza che porta il volto di Borsellino, Falcone e Calamandrei (miti giovanili a cui ancora adesso guardo, anzi forse soprattutto adesso); che ha nella difesa e nell’attuazione della Costituzione la sua stella polare; che ritrova nel lavoro odierno di tanti ormai ex colleghi una continuità; che vede nella società civile l’unico argine democratico ad una china pericolosa sul cui il Paese si è avviato.

Presentazione: 13 maggio ore 18 presso la libreria Melbook Store di Roma, via Nazionale 254-255. Intervengono: Marco Lillo (Il fatto quotidiano) e David Parenzo (Telelombardia)

lunedì 29 marzo 2010

Corrado Corradini - candidato sindaco di Rovereto

Ecco il video della conferenza stampa di Corrado Corradini; qui trovate anche i 10 punti essenziali del programma per una Rovereto migliore.




giovedì 11 marzo 2010

Aggredito giornalista da La Russa!

Gravissima aggressione ad un giornalista da parte del ministro La Russa; riporto uno scritto di Antonio Di Pietro, che vi invito a leggere; guardate, poi, l'intervista al giornalista free-lance che ha subito l'aggressione.


Antonio Di Pietro:

Oggi è stata posta al Senato la fiducia, l’ennesima, su un disegno di legge che consente a Silvio Berlusconi e ai suoi ministri di non presentarsi ai processi.
E’ questa la considerazione che questa ultradestra fascista ha dello Stato?
Nel pomeriggio in conferenza stampa Berlusconi ha vomitato accuse senza senso e senza riscontro su tutto e tutti assolvendo gli unici veri responsabili delle regolarità elettorali: gli uomini della sua organizzazione. Il Pdl ha gettato fango anche su questo baluardo della democrazia: l’istituzione del voto.

Per coprire mediaticamente la vergogna che si consumava in Senato il Premier ha scelto una conferenza stampa farsa dove consumare, di fronte una pletora di giornalisti ossequiosi e selezionati dal ministro La Russa, un vergognoso sproloquio nei confronti del Tar, della sinistra, dei giudici, dei Radicali e di tutti i fantasmi che assediano ormai il suo declino dittatoriale. Tutti gli interventi erano evidentemente in scaletta, tutti tranne uno, quello di una voce libera sfuggita alla selezione di giornalisti consenzienti. Rocco Carlomagno, un giornalista indipendente, ha voluto porre delle domande a cui però Berlusconi è riuscito a sottrarsi.

Un leader non teme il popolo, non lo fugge e a testa alta risponde agli affronti e alle voci fuori dal coro.
Un dittatore rifugge il confronto, scende accerchiato da guardie del corpo e da una folta claque pronta ad applaudirlo.

Per un leader il suo popolo è la sua forza.
Per un dittatore la folla è una comparsa, è lui l’unico protagonista.

Un leader improvvisa quando capita poichè nell'improvvisazione c'è spontaneità.
L’apparizione di un dittatore è studiata a puntino e ciascuno recita la sua parte come stabilito: nessuna voce fuori dal coro è ammessa.

Un leader soffre con il suo popolo. Non ruba al suo popolo. Non mente al suo popolo.
Un dittatore accumula ricchezze all’estero su conti privati depredando il popolo. Mente al popolo e fa le leggi a proprio uso e consumo, e comunque utili ad una minoranza.

Un leader ascolta il popolo.
Un dittatore vuol essere solo ascoltato dai sudditi.

Silvio Berlusconi non potrà mai permettersi la piazza, né un confronto pubblico perché lui è un dittatore.
E come tale non scenderà in piazza per spiegare le ragioni del “pasticcio elettorale” perché prima dovrebbe spiegare al popolo le porcate del legittimo impedimento, del decreto interpretativo, del lodo Alfano e le ingiurie rivolte agli organi delle istituzioni.
Berlusconi è un dittatore, per lui il popolo non esiste, esistono i sudditi.
Nessun dittatore può permettersi di insultare i suoi sudditi e chiedergli allo stesso tempo di applaudirlo.

Sono vicino al giornalista freelance Carlomagno, magari non rispettoso della precedenza di altri colleghi, magari incalzante, ma che non meritava assolutamente il trattamento riservatogli da arroganti balilla.
Lo invito a non scoraggiarsi, e ad andare fino in fondo con la sua querela perchè l’informazione irrinunciabile è soprattutto quella fatta da chi vive fuori dal coro.

Invito invece i suoi colleghi, molti dei quali al soldo di qualche padroncino, ad imporsi come difensori di un’informazione libera più spesso di quanto non facciano oggi.



domenica 7 marzo 2010

REGOLE E CONTRO REGOLE: CARTELLINO ROSSO!



Il pallone, calciato con forza, pervenne all'attaccante, che si trovava in netta posizione di fuori gioco. Il centravanti calciò forte il pallone, che si insaccò, alle spalle del portiere.L'assistente dell'arbitro, allineato perfettamente ed in ottima posizione, alzò la bandiera e l'arbitro, fischiando, fermò il gioco, decretando un calcio di punizione indiretto, a termini di regolamento, per la squadra avversaria, annullando la rete,poiché NON REGOLARE.
Applicazione delle regole del gioco; null'altro! Ora, cosa diremmo se, tutto d'un tratto, comparisse una persona che, durante la partita, ci dicesse che il goal era regolare, poiché mentre il pallone veniva calciato, si era deciso di eliminare la regola 11: il fuorigioco (regolamento del giuoco del calcio:fidatevi, visti i miei trascorsi..!)
Questo è quello che è accaduto in questi giorni, sul campo di calcio delle liste elettorali; l'arbitro ha annullato le liste del PDL, perché non regolari, applicando il regolamento. Ma la regola viene sostituita e, retroattivamente, va a sanare l'errore, cambiando il volto della partita.
Capisco (fino a un certo punto!)che il maggiore partito di governo non possa essere estromesso, ma non comprendo, come la maggioranza degli italiani, perché si possa far passare per lecito il meccanismo messo in atto per sanare la questione. Mi chiedo, altresì, se fosse capitato a IDV o al PD, o a qualche partito più piccolo e di opposizione? Si sarebbe usato lo stesso metro di valutazione ? Non credo proprio! Saremmo stati additati come incapaci e inconcludenti! Le regole sono uguali per tutti? Non credo proprio! E' più corretto dire che le regole ci sono e vanno rispettate da tutti, tranne da chi le può cambiare a proprio piacimento, soprattutto se l'applicazione determina l'esclusione dettata dall'incapacità di chi doveva gestire la predisposizione delle liste incriminate. Questa gente è arrogante e pretenziosa; accusa i partiti e le persone che stanno alle regole ed alza la voce, per mascherare le proprie incapacità ed i propri errori. Sarebbe stato utile per tutti, se i signori del PDL avessero ammesso l'errore, chiedendo scusa ai propri elettori e chiedendo al parlamento di valutare l'opportunità di un intervento legislativo, per non privare gran parte dell'elettorato della propria rappresentanza. Ma si sa, il parlamento non serve a Berlusconi & C; il governo va avanti a decreti d'urgenza e, per l'ennesima volta, con estrema arroganza e disprezzo per il popolo italiano, ha messo in campo un altro provvedimento lesivo della dignità dell'Italia e di tutti gli italiani, scaricando le colpe su chi rispetta le regole e alza la voce quando queste vengono calpestate. Ci si scandalizza quando Di Pietro denuncia questi fatti vergognosi, solo per mascherare il vero scandalo di una leggina fatta su misura per riparare agli errori fatti.
Altra questione: non sarà che, se questi farabutti dovessero perdere le elezioni, poi, si auto denunceranno e tireranno fuori il fatto che le loro liste erano illegittime e quindi chiederanno l'invalidazione? Da come si comportano, potrebbero pure fare questo! Vi sembra così assurdo? Ma, scusate, quello che è passato in questi giorni, cos'era? Logico e civile? Non penso proprio, davvero.
L'unica speranza è riposta negli italiani che andranno a votare; speranza che aprano davvero gli occhi e si rendano conto che è ora di riportare un po' di civiltà in questo nostro Paese, martoriato dagli affaristi e ipocriti che ci governano e credono di prenderci in giro. Speriamo davvero, questa volta, che gli italiani aprano gli occhi e votino per un cambiamento di rotta; che votino per il rispetto delle regole, almeno finché la partita è ancora in corso e l'arbitro non ha emesso il triplice fischio finale! Sembra assurdo dover parlare di queste cose; ma in che Paese stiamo vivendo?