"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


lunedì 29 marzo 2010

giovedì 11 marzo 2010

Aggredito giornalista da La Russa!

Gravissima aggressione ad un giornalista da parte del ministro La Russa; riporto uno scritto di Antonio Di Pietro, che vi invito a leggere; guardate, poi, l'intervista al giornalista free-lance che ha subito l'aggressione.


Antonio Di Pietro:

Oggi è stata posta al Senato la fiducia, l’ennesima, su un disegno di legge che consente a Silvio Berlusconi e ai suoi ministri di non presentarsi ai processi.
E’ questa la considerazione che questa ultradestra fascista ha dello Stato?
Nel pomeriggio in conferenza stampa Berlusconi ha vomitato accuse senza senso e senza riscontro su tutto e tutti assolvendo gli unici veri responsabili delle regolarità elettorali: gli uomini della sua organizzazione. Il Pdl ha gettato fango anche su questo baluardo della democrazia: l’istituzione del voto.

Per coprire mediaticamente la vergogna che si consumava in Senato il Premier ha scelto una conferenza stampa farsa dove consumare, di fronte una pletora di giornalisti ossequiosi e selezionati dal ministro La Russa, un vergognoso sproloquio nei confronti del Tar, della sinistra, dei giudici, dei Radicali e di tutti i fantasmi che assediano ormai il suo declino dittatoriale. Tutti gli interventi erano evidentemente in scaletta, tutti tranne uno, quello di una voce libera sfuggita alla selezione di giornalisti consenzienti. Rocco Carlomagno, un giornalista indipendente, ha voluto porre delle domande a cui però Berlusconi è riuscito a sottrarsi.

Un leader non teme il popolo, non lo fugge e a testa alta risponde agli affronti e alle voci fuori dal coro.
Un dittatore rifugge il confronto, scende accerchiato da guardie del corpo e da una folta claque pronta ad applaudirlo.

Per un leader il suo popolo è la sua forza.
Per un dittatore la folla è una comparsa, è lui l’unico protagonista.

Un leader improvvisa quando capita poichè nell'improvvisazione c'è spontaneità.
L’apparizione di un dittatore è studiata a puntino e ciascuno recita la sua parte come stabilito: nessuna voce fuori dal coro è ammessa.

Un leader soffre con il suo popolo. Non ruba al suo popolo. Non mente al suo popolo.
Un dittatore accumula ricchezze all’estero su conti privati depredando il popolo. Mente al popolo e fa le leggi a proprio uso e consumo, e comunque utili ad una minoranza.

Un leader ascolta il popolo.
Un dittatore vuol essere solo ascoltato dai sudditi.

Silvio Berlusconi non potrà mai permettersi la piazza, né un confronto pubblico perché lui è un dittatore.
E come tale non scenderà in piazza per spiegare le ragioni del “pasticcio elettorale” perché prima dovrebbe spiegare al popolo le porcate del legittimo impedimento, del decreto interpretativo, del lodo Alfano e le ingiurie rivolte agli organi delle istituzioni.
Berlusconi è un dittatore, per lui il popolo non esiste, esistono i sudditi.
Nessun dittatore può permettersi di insultare i suoi sudditi e chiedergli allo stesso tempo di applaudirlo.

Sono vicino al giornalista freelance Carlomagno, magari non rispettoso della precedenza di altri colleghi, magari incalzante, ma che non meritava assolutamente il trattamento riservatogli da arroganti balilla.
Lo invito a non scoraggiarsi, e ad andare fino in fondo con la sua querela perchè l’informazione irrinunciabile è soprattutto quella fatta da chi vive fuori dal coro.

Invito invece i suoi colleghi, molti dei quali al soldo di qualche padroncino, ad imporsi come difensori di un’informazione libera più spesso di quanto non facciano oggi.



domenica 7 marzo 2010

REGOLE E CONTRO REGOLE: CARTELLINO ROSSO!



Il pallone, calciato con forza, pervenne all'attaccante, che si trovava in netta posizione di fuori gioco. Il centravanti calciò forte il pallone, che si insaccò, alle spalle del portiere.L'assistente dell'arbitro, allineato perfettamente ed in ottima posizione, alzò la bandiera e l'arbitro, fischiando, fermò il gioco, decretando un calcio di punizione indiretto, a termini di regolamento, per la squadra avversaria, annullando la rete,poiché NON REGOLARE.
Applicazione delle regole del gioco; null'altro! Ora, cosa diremmo se, tutto d'un tratto, comparisse una persona che, durante la partita, ci dicesse che il goal era regolare, poiché mentre il pallone veniva calciato, si era deciso di eliminare la regola 11: il fuorigioco (regolamento del giuoco del calcio:fidatevi, visti i miei trascorsi..!)
Questo è quello che è accaduto in questi giorni, sul campo di calcio delle liste elettorali; l'arbitro ha annullato le liste del PDL, perché non regolari, applicando il regolamento. Ma la regola viene sostituita e, retroattivamente, va a sanare l'errore, cambiando il volto della partita.
Capisco (fino a un certo punto!)che il maggiore partito di governo non possa essere estromesso, ma non comprendo, come la maggioranza degli italiani, perché si possa far passare per lecito il meccanismo messo in atto per sanare la questione. Mi chiedo, altresì, se fosse capitato a IDV o al PD, o a qualche partito più piccolo e di opposizione? Si sarebbe usato lo stesso metro di valutazione ? Non credo proprio! Saremmo stati additati come incapaci e inconcludenti! Le regole sono uguali per tutti? Non credo proprio! E' più corretto dire che le regole ci sono e vanno rispettate da tutti, tranne da chi le può cambiare a proprio piacimento, soprattutto se l'applicazione determina l'esclusione dettata dall'incapacità di chi doveva gestire la predisposizione delle liste incriminate. Questa gente è arrogante e pretenziosa; accusa i partiti e le persone che stanno alle regole ed alza la voce, per mascherare le proprie incapacità ed i propri errori. Sarebbe stato utile per tutti, se i signori del PDL avessero ammesso l'errore, chiedendo scusa ai propri elettori e chiedendo al parlamento di valutare l'opportunità di un intervento legislativo, per non privare gran parte dell'elettorato della propria rappresentanza. Ma si sa, il parlamento non serve a Berlusconi & C; il governo va avanti a decreti d'urgenza e, per l'ennesima volta, con estrema arroganza e disprezzo per il popolo italiano, ha messo in campo un altro provvedimento lesivo della dignità dell'Italia e di tutti gli italiani, scaricando le colpe su chi rispetta le regole e alza la voce quando queste vengono calpestate. Ci si scandalizza quando Di Pietro denuncia questi fatti vergognosi, solo per mascherare il vero scandalo di una leggina fatta su misura per riparare agli errori fatti.
Altra questione: non sarà che, se questi farabutti dovessero perdere le elezioni, poi, si auto denunceranno e tireranno fuori il fatto che le loro liste erano illegittime e quindi chiederanno l'invalidazione? Da come si comportano, potrebbero pure fare questo! Vi sembra così assurdo? Ma, scusate, quello che è passato in questi giorni, cos'era? Logico e civile? Non penso proprio, davvero.
L'unica speranza è riposta negli italiani che andranno a votare; speranza che aprano davvero gli occhi e si rendano conto che è ora di riportare un po' di civiltà in questo nostro Paese, martoriato dagli affaristi e ipocriti che ci governano e credono di prenderci in giro. Speriamo davvero, questa volta, che gli italiani aprano gli occhi e votino per un cambiamento di rotta; che votino per il rispetto delle regole, almeno finché la partita è ancora in corso e l'arbitro non ha emesso il triplice fischio finale! Sembra assurdo dover parlare di queste cose; ma in che Paese stiamo vivendo?