"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


mercoledì 29 luglio 2009

Una proposta seria per Trento

Italia dei Valori - Trentino, in questi giorni, ha elaborato una proposta che sarà portata, tramite i canali istituzionali, all'amministrazione comunale di Trento.
La proposta mette in risalto la possibilità di utilizzare molti tetti e tettoie di proprietà pubblica, per l'installazione di impianti fotovoltaici, che potrebbero soddisfare i fabbisogni energetici delle strutture su cui vengono installate e anche portare soldi nelle casse del comune, permettendo così di avere ulteriori disponibità economiche da distribuire in servizi ai cittadini.
L'esempio che potete visionare guardando il file allegato, porta uno studio preliminare fatto e redatto da IDV TRENTINO, gratuitamente, sul PALATRENTO; i dati sono orientativi e ricavati da casistica relativa ad altre strutture, poiché non è stato possibile reperire i dati ufficiali, (sembra siano coperti da "segreto di stato", perché gli enti interpellati non hanno voluto dare tali dati reali....chissà perché?).
Lo studio è solo un esempio per attirare l'attenzione dell'amministrazione comunale, al fine di avviare un processo virtuoso di utilizzo delle energie rinnovabili; credo, così come molti cittadini, che una sana amministrazione debba fare da traino per lo sviluppo di una nuova mentalità energetica; inoltre, va considerato il fatto che tutto ciò è pure produttivo economicamente, poiché porta soldi alle casse comunali; speriamo che il nostro comune si attivi seriamente!
Ecco, in allegato, la nostra proposta, che a settembre porteremo nelle commissioni comunali, per avviare un discorso ad ampio respiro....
Cordialmente, vi saluto.
Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

martedì 21 luglio 2009

Noi, poveri ignoranti....


Desidero dare spazio ad un'articolo di Marco Travaglio....




La mosca tzè tzè da L'Antefatto.it


Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione, pensavamo che i poteri e i doveri del Presidente della Repubblica fossero quelli indicati dalla Costituzione. E cioè:- rappresentare l'unità nazionale- inviare messaggi alle Camere- indire le elezioni delle Camere - autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del governo- promulgare le leggi ed emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti (oppure rinviare le leggi alle Camere in caso di manifesta incostituzionalità)- indire il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione- nominare il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri- nominare, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato, ma anche i senatori a vita e alcuni giudici costituzionali, ma anche i membri delle autorità di garanzia - accreditare e ricevere i rappresentanti diplomatici, ratificare i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere- comandare le Forze armate, presiedere il Consiglio supremo di difesa, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle Camere - presiedere il Consiglio superiore della magistratura - concedere la grazia e commutare le pene- conferire le onorificenze della Repubblica- sciogliere le Camere o anche una sola di esse, sentiti i loro presidenti.Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non riusciamo a trovare un solo rigo nella medesima che autorizzi il capo dello Stato a chiedere notizie di un’indagine che non gli garba (come fece Napolitano nel dicembre scorso con quella della Procura di Salerno sui magistrati corrotti di Catanzaro); o a promulgare una legge facendo sapere per lettera che non gli piace per niente (come ha appena fatto col pacchetto sicurezza); o ad anticipare al governo che non firmerà un decreto (come ha fatto col decreto Englaro) o che non promulgherà una legge se non sarà modificata (come ha fatto con la legge-bavaglio sulle intercettazioni). Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non vi abbiamo trovato alcun articolo che consenta al capo dello Stato ad auspicare “una revisioni di regole e di comportamenti” in materia di intercettazioni e cronaca giudiziaria, a parlare di “abusi”, a invocare “soluzioni appropriate e il più possibile condivise” (come se una porcata votata da molti fosse meglio di una porcata votata da pochi). Né abbiamo trovato un solo articolo che gli permetta di invocare “tregue” nell’attività di opposizione e di informazione sul capo del governo coinvolto in scandali (sui quali il rappresentante dell’unità nazionale non ha mai proferito una sillaba). Ma forse, non volendo neppure immaginare che stia sbagliando lui, il problema è nostro: evidentemente abbiamo, della Costituzione, un testo vecchio e superato.Ignoranti come siamo, poi, non abbiamo capito nemmeno a quali indagini egli si riferisca quando, per l’ennesima volta, invita misteriose entità a “non indulgere alla spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie e dei processi”. Visto che le nomina il capo dello Stato, sappiamo invece che le Autorità indipendenti sono anche affar suo, e da mesi speravamo che si accorgesse di un paio di presenze inquietanti al loro interno. L’Autorità Garante della Privacy è vicepresieduta da un certo Giuseppe Chiaravalloti, plurinquisito in Calabria per gravissimi reati e sorpreso al telefono con la sua segretaria a invocare l’eliminazione fisica, a opera della “camorra”, del magistrato Luigi De Magistris. Dell’Autorità Garante delle Comunicazioni fa parte il forzista Giancarlo Innocenzi, sorpreso a trafficare con il premier Berlusconi (che lui chiama “Grande Capo”) per acquistare senatori del centrosinistra e per procacciare lucrosi contratti a un produttore berlusconiano impegnato nella compravendita dei senatori medesimi (vedi intercettazioni riportate nel nostro libro “Papi”). Purtroppo, il capo dello Stato ha citato quest’ultima Autorità per raccomandare ai giornalisti di attenersi all’«importante codice di autoregolamentazione» da essa fissato per censurare le notizie scomode al potere. Ignoranti come siamo, pensavamo anche che gli uomini delle istituzioni fossero soggetti a critiche, tantopiù legittime quanto più alti sono i loro scranni. Invece abbiamo ieri appreso dall’Augusta Favella che “chi mi critica non conosce la Costituzione”. Insomma ogni critica alla sua Intoccabile Persona è lesa maestà, come nei regimi sovietici a lui tanto cari fino agli anni 50 (memorabile il suo elogio nel 1956, davanti al Comitato centrale del Pci, della repressione sovietica dei moti di Ungheria). Pensavamo anche che il capo dello Stato non dovesse scendere nell’agone politico, per bacchettare questo o quello come un Capezzone o un Cicchitto o un Quagliariello qualsiasi. Invece l’ha fatto con Antonio Di Pietro, reo addirittura di avergli chiesto di non promulgare leggi palesemente incostituzionali anziché chiosarle con la piuma d’oca. Mal gliene incolse: Napolitano l’ha chiamato sarcasticamente “guerriero” accusandolo di “vano rotear di scimitarra”. Era dai tempi di Cossiga che un capo dello Stato non se la prendeva frontalmente con un leader dell’opposizione (fra l’altro isolatissimo e solitario, dinanzi a un governo strapotente e strafottente e a un’opposizione inesistente): solo che, contro Cossiga, il Pci di Napolitano chiese l’impeachment trattandolo da golpista. Sui “guerrieri” alla Berlusconi & C. che roteano scimitarre tutt’altro che vane contro i magistrati e i giornalisti liberi, mai un sospiro dal Quirinale. Sui guerrieri alla Bossi & C., che ogni due per tre minacciano di “tirar fuori i fucili e i mitra” o di “oliare i kalashnikov”, ora contro i “comunisti” ora contro i “terroni” ora contro i “negri”, mai una parola dal Quirinale: un conto sono i fucili, i mitra e i kalashnikov, un altro le scimitarre.Ignoranti come siamo, pensavamo che non rientrasse fra i compiti del capo dello Stato giudicare l’attendibilità di testimoni d’accusa in questo o quel processo: invece, ieri, Napolitano ha deciso che le nuove rivelazioni di Spatuzza, Riina, Ciancimino jr. e altri sui mandanti esterni delle stragi di mafia & Stato “vengono da soggetti per lo meno discutibili” e comunque non bisogna parlarne: secondo Napolitano quelle rivelazioni, totalmente ignorate da gran parte dei telegiornali di regime, “sono state accolte da un clamore un po’ eccessivo”. In effetti, ne ha financo parlato qualche quotidiano. La prossima volta, per favore, silenzio. Il Presidente riposa.

(Vignetta di Bandanas)

Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

martedì 14 luglio 2009

Summit 2009

Si è concluso il summit de L’Aquila.
Dal sito http://www.g82009.it/, sono andato a documentarmi ed a leggere gli atti dei convegni e, qui, manifesto alcune considerazioni.
Il documento che riporta il riepilogo della Presidenza, è suddiviso in capitoli che analizzano le tematiche discusse a L’Aquila.
Sul commercio si riporta che tutti i convenuti si dicono d’accordo sul fatto che i mercati debbano restare aperti, che è meglio evitare protezionismi e concordano di incontrarsi prima del prossimo convegno di Pittsburgh, dove ogni ministro riferirà sui progressi raggiunti in merito allo sviluppo;ma, mi chiedo, dov’è la novità?
Per quanto riguarda l’economia mondiale, tutti i leader si dicono d’accordo nel programmare regole per una leale concorrenza dei mercati, per un controllo del sistema globale che porti alla stabilizzazione di condizioni di sicurezza; bello, davvero; ma, in sostanza, come si procederà ad attuare tutto ciò? Si parlerà di una forma di “diritto legislativo” internazionale? Si fisseranno delle regole comuni per controllare i mercati? Quali provvedimenti per chi non rispetterà tali regole? A chiacchiere, tutti d’accordo sul fatto che le regole della buona economia debbano essere sottoscritte da tutti i paesi, ma nei fatti, come si pensa di risolvere il fenomeno dei “paradisi fiscali”, che tanto fanno comodo a quegli imprenditori che controllano i politici nei vari paesi, quando addirittura non sono loro stessi a fare politica?
Cambiamenti climatici: tutti d’accordo nel definire che bisogna ridurre le emissioni globali del 50% entro il 2050! Ma che bravi, e fino al 2050 cosa facciamo? Continuiamo a rinviare programmi reali di ammodernamento del sistema industriale mondiale? Belle parole e ricchissime di buone intenzioni, però non vedo sostanza nella fase applicativa! Esiste già un certo protocollo, mi sembra sia stato stipulato a Kyoto, o giù di lì, o forse ce lo siamo scordato? Una chicca, poi, l’accordo definito per incrementare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di raddoppiarli entro il 2015! Mi preoccupa non poco quella data; temo che fino ad allora, nulla verrà fatto, poiché molto spesso tali termini servono più a far vedere le intenzioni ed a spostare le reali applicazioni; significa, forse, che già dal prossimo anno, con la finanziaria 2010, vedremo aumenti in tali capitoli di spesa anche qui in Italia? Oppure, come credo sarà, forse si continuerà a tagliare e,poi, nella finanziaria 2015, si raddoppieranno gli stanziamenti ultimi previsti per l’anno precedente. Questo modo di dare date e progetti vaghi serve a gettare fumo negli occhi della gente, a non vedere i reali problemi,a rifiutare sistematicamente di voler far crescere un paese. Un paese che non investe in ricerca e sviluppo è un paese destinato al baratro!
Mi risulta aleatoria, poi, l’analisi per quanto riguarda lo sviluppo e l’Africa: si dice che i leader hanno chiesto una valutazione nel 2010 su cosa sia necessario per raggiungere gli obiettivi fissati per combattere la povertà e la fame! Ma come, si fa un vertice internazionale per chiedere una valutazione? Nel vertice si dovrebbero portare iniziative reali, le idee e le proposte si progettano a casa propria e poi si portano in discussione ai vertici!
Positivo, indubbiamente, lo stanziamento di 20 miliardi di dollari in 3 anni per sostenere lo sviluppo rurale nei poveri, ma da un vertice di tale portata mi sarei aspettato anche che venissero definite le modalità di erogazione, quali paesi beneficeranno di tale intervento e, soprattutto, chi gestirà l’iniziativa; perché, a mio avviso, poi, queste cose passano nel dimenticatoio e si perdono di vista. Non so poi, quanto realmente possano incidere 20 miliardi in 3 anni, per paesi che mancano di strutture reali per la potabilizzazione dell’acqua, per i trasporti delle merci, per lo sviluppo sostenibile del fabbisogno energetico per incrementare la produttività e, di conseguenza, il reddito pro-capite , elemento essenziale per dare respiro alle famiglie di tali paesi.
In sostanza, permettetemi di dissentire da chi, con grandi proclami ed entusiasmo, annuncia che c’è stato un summit di grande rilievo; di buono c’è che, almeno questa volta, non abbiamo fatto la figura dei buffoni, ma resta una triste consolazione, di fronte ai reali problemi di questo nostro mondo e di fronte alla pochezza di contenuti reali messi in evidenza da questi “grandi leader”, che sanno comunicare molto bene le intenzioni, ma in quanto ai fatti, mancano di reale coraggio e di iniziativa.
Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

sabato 4 luglio 2009

Ronde a Gardolo? Alcune riflessioni.....



Leggo, sui giornali, che la Lega ha intenzione di proporre l’istituzione delle ronde a Gardolo.
Mi sorgono alcuni quesiti, che desidero esternare, per stimolare la riflessione.
Vorrei sapere chi finanzierebbe e in che termini tale iniziativa; i cosiddetti volontari, sarebbero pagati dalla Lega, agirebbero gratuitamente o, se a titolo oneroso, dovremmo essere noi cittadini a pagarli? Perché, se dovessimo pagarli noi, tramite le casse comunali, mi si dovrebbe poi spiegare perché, invece, non si potrebbe spendere qualcosa in più per rafforzare la presenza della forza pubblica, quella vera e addestrata per intenderci, che darebbe miglior garanzia di efficienza e di imparzialità.
Già mi vedo, i dirigenti della Lega, guidare i loro baldi giovanotti :”Ti, cori lì da quela a dirghe che no se pòl star li!”…e ancora:” Vàrda quei putèi che i ziga màsa, dighe che i là smèta!”; perché di questo si tratta; cosa possono fare queste persone, se non creare momenti di scontro tra i cittadini? Non pensate che le ronde che girano per i quartieri possano essere anche fatte oggetto di pesanti insulti e poi cadere nelle provocazioni e scatenare l’effetto contrario, cioè, magari, una rissa vera e propria? Vogliamo creare le bande stile Bronx?
Per garantire l’incolumità delle ronde, e anche dei cittadini, sottoposti al controllo di questi “rondini”, sarà sicuramente necessaria la presenza di qualche vero tutore dell’ordine; e allora, ritorna un’altra domanda: se servono anche i tutori dell’ordine ufficiali, a cosa servono le ronde? Non è meglio che ci siano solo le forze di polizia ufficiali?
Un’ultima domanda, che è più una riflessione: cambia il colore, che sarà verde, ma le camicie sono molto simili al colore nero di qualche decennio fa! Ma davvero non vi accorgete che stiamo ripristinando un sistema in vigore nel fascismo? Ma davvero siamo così ciechi da non capire che stiamo riportando l’Italia verso il baratro fascista?
Ronde di cittadini che evocano gli squadroni fascisti; ora gireranno per “vigilare” su drogati e puttane, ma quando qualcuno di noi si azzarderà ad alzare la voce per manifestare contro qualcosa di sbagliato, o che non condividiamo, siamo sicuri che non ci contrasteranno impedendoci di “disturbare la quiete pubblica?” Il passo è breve nel passare il confine tra il controllo del territorio dalla delinquenza e il controllo autoritaristico per avere l’egemonia del pensiero. Il passo è davvero troppo breve ed il limite è molto vicino; a mio avviso ci stiamo avvicinando a grandi passi a questo limite e, se anche a Trento, città governata da una giunta di centro-sinistra, permetteremo l’istituzione delle ronde, significa che stiamo oltrepassando il limite della libertà individuale di pensiero.
Molti, troppi, sono i segnali di avvicinamento a quel pensiero fascista che ha buttato l’Italia nel baratro, il secolo scorso; l’istituzione delle ronde, lo stop alle intercettazioni telefoniche, il bavaglio agli organi di stampa! Sono segnali che noi, cittadini dormienti e con la pancia ancora troppo piena per poterci lamentare, sottovalutiamo; è importante dire basta a tutto ciò, è importante dire basta ad un governo che ci sta riportando indietro e non ha una visione programmatica del futuro. Dobbiamo essere preoccupati, davvero; non lo dico per insinuare paure inutili; ma davvero questi sono segnali preoccupanti, che ci dovrebbero far riflettere, prima che sia troppo tardi e prima che ci impediscano realmente di poter dire ciò che pensiamo.
Marco Ianes
Italia dei Valori Trentino

venerdì 3 luglio 2009

Chiediamo le dimissioni dei giudici commensali di Berlusconi

DAL SITO DI BEPPE GRILLO:
Un giudice costituzionale invita a casa sua l'imputato che vuole farla franca. Sono vecchi amici. Il giudice si chiama Mazzella. L'imputato, il corruttore di David Mills, si chiama Berlusconi. Il giudice ha una lunga frequentazione con lo psiconano. E' stato ministro della Funzione Pubblica in un suo governo. Mazzella e Berlusconi sono serviti a tavola da "una domestica fidata". Alla tavolata del ristorante Mazzella sono presenti Berlusconi, che trae vantaggio dal Lodo Alfano, i giudici Mazzella e Napolitano, che devono giudicare la costituzionalità del Lodo Alfano, Angelino Alfano, il ministro della Giustizia che ha scritto il lodo Alfano, Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali. Hanno trascorso la serata "conversando tutti assieme in tranquilla amicizia". Hanno parlato di tutto, ma non del Lodo Alfano. Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, è stato esplicito: "Non si è parlato di Lodo Alfano". Lui non era presente, ma è stato di certo informato dalla "domestica fidata". Il ristorante Mazzella è sempre aperto per l'imputato Berlusconi. Mazzella è un giudice liberale, gli imputati vuole vederli in privato, in un contesto conviviale. Infatti ha scritto a Silvio "ti inviterò ancora a cena... non era quella la prima volta che venivi a casa mia e che non sarà certo l'ultima".Alla cena non era presente Morfeo Napolitano. Non l'hanno invitato e non l'ha presa molto bene. Si è rifugiato in uno sdegnoso silenzio, preferisce non commentare le parole di Mazzella che tira in ballo l'intera Consulta: "Molti miei attuali ed emeriti colleghi della Corte Costituzionale hanno sempre ricevuto nelle loro case, come è giusto che sia, alte personalità dello Stato e potrei farne un elenco chilometrico". Mazzella, lo faccia questo elenco. Vorrei sapere quanti sono i ristoranti privati dei giudici costituzionali e di cosa si discute tra le alte cariche dello Stato, magari prima di una sentenza. Al ristorante Mazzella si è consumata l'ultima cena della democrazia. Se i cittadini perdono fiducia anche nella Corte Costituzionale, dopo c'è solo l'abisso.
Ps. Dal blog di Antonio di Pietro è possibile inviare una email a Francesco Amirante, Presidente della Corte Costituzionale, per chiedere le dimissioni di Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano. Vi invito a partecipare all'iniziativa.
Ecco il link per sottocrivere la richiesta di dimissioni: http://www.antoniodipietro.com/dimettetevi.php

giovedì 2 luglio 2009

Serata sugli impianti fotovoltaici: ecco la documentazione

Nel ringraziare tutti i partecipanti alla serata informativa, tenutasi ieri presso la sede di Italia dei Valori - Trentino, sono a mettervi in evidenza il link dove potete visionare o scaricare la documentazione della serata stessa.

Se seguite il blog, sarete informati sulle prossime attività...

Un caro saluto a tutti.

ECCO IL LINK: http://marcoianes.net/doc/INCONTRO_IDV_FOTOVOLTAICO.pdf