"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


sabato 27 giugno 2009

INCONTRO SUGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Ricordo a tutti l'incontro sugli impianti fotovoltaici che si terrà:

MERCOLEDI 01 LUGLIO 2009 - ORE 20:30

PRESSO LA SEDE DI ITALIA DEI VALORI-TRENTO
VIA GIOVANELLI,17
TRENTO (VICINO ALL'OSPEDALE S.CAMILLO)

Nel link trovate il volantino.
INCONTRO APERTO A TUTTI.

DURATA: 1,5 h - circa.

Vi aspetto numerosi!!!

martedì 23 giugno 2009

INCONTRO INFORMATIVO: IMPIANTI FOTOVOLTAICI


ITALIA DEI VALORI - TRENTINO
ORGANIZZA:
SERATA TECNICO-INFORMATIVA
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
Serata informativa a tema tecnico sugli impianti fotovoltaici a servizio delle abitazioni civili.
ARGOMENTI DELLA SERATA:
- Cenni sul funzionamento di un sistema fotovoltaico
- Procedura per la realizzazione ( cosa bisogna fare, chi si deve interpellare, chi può realizzare…)
- Conto energia e contributi provinciali: come funzionano e come richiederli
Presso la sede di ITALIA DEI VALORI
A TRENTO VIA GIOVANELLI,17
(di fianco all’ospedale S.Camillo)
MERCOLEDI 1 LUGLIO 2009 ORE 20:30
DURATA PREVISTA: 1,5 ORE CIRCA
INGRESSO LIBERO – POSTI LIMITATI
Per informazioni : Marco Ianes 349/8778198
Chi lo desidera potrà ricevere copia della documentazione dell’incontro richiedendola a mezzo e-mail a : marco@marcoianes.net
(NECESSARIO LASCIARE NOME E COGNOME E INDIRIZZO E-MAIL PER LA SPEDIZIONE)

domenica 21 giugno 2009

Tecniche di manipolazione dell'informazione.

Tecniche di manipolazione dell’informazione
Giornalmente se ne studiano nuove, anche se i principi di fondo sono quelli di sempre, che possiamo riassumere in semplici principi base:

-L’importante non è “fare”, ma “far credere di fare”;

-Una notizia non è tale, un avvenimento non esiste se non viene comunicato.

-La comunicazione è in grado di creare colpevoli e innocenti, buoni e cattivi, eroi e vigliacchi, grandi uomini e piccoli vermi, secondo l’orientamento predeterminato del giudizio da comunicare.

E andiamo a casa nostra: è ormai accertato da “Reporter sans frontiere” che l’Italia occupa il settantaduesimo posto ( o giù di là), per quel che riguarda la libertà di stampa e d’informazione. Attraverso il meccanismo della distribuzione pubblicitaria e grazie ai fondi statali, i giornali, soprattutto quelli di partito, hanno creato una rete di “giornalisti dipendenti”, proni alle direttive dei partiti che li pagano o dei padroni di testate che fanno riferimento a questi partiti o ricevono da essi commesse pubblicitarie. Giornalmente, una equipe di cervelli decide quali devono essere le notizie da prima pagina, quale la notizia d’apertura, quali sono i termini da usare, quali per rendere il fatto appetibile o poco credibile, quali per renderlo importante o irrilevante. Sulla base della linea giornaliera, per lo più indicata dai giornali al soldo del governo, gli altri si allineano riproducendone l’impostazione, con lievi differenze. E’ ormai passata come cosa abituale la foto giornaliera del premier, a dimensioni diverse, a colori o in bianconero, in primo piano o in compagnia, col sorriso o con lo sguardo truce, a seconda delle minchiate che sta sparando. Tutti i giornali, sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione o quelli che si professano equidistanti, sono schiavi di questo ritratto, reso obbligatorio dal principio semplicissimo che il personaggio deve penetrare in ogni angolo e diventare indispensabile nell’immaginario collettivo. In tal senso e, solo in apparenza stranamente, uno dei giornali più recidivi, è Repubblica, la quale spesso pubblica tre o quattro foto del berlusca, cui si associano altrettante foto dei suoi lacchè, chiamali ministri o leccaculo di vario genere. Non c’è proporzione con le immagini dell’opposizione, spesso inesistenti o irrilevanti. Una volta stabilita l’impostazione del notiziario del giorno, lanciato in prima stesura da Canale 5 e dal Giornale, questo viene passato, per lo più attraverso l’Ansa, a tutti i telegiornali, da Sky alla Rai, che si allineano pedissequamente alla direttiva di regime. Pertanto il tutto è omogeneizzato in una dimensione monocromatica. Ci sono poi tecniche più raffinate, sino a rasentare il ridicolo, che caratterizzano soprattutto i giornali interamente schiavizzati dai soldi del premier:

1)Lanciare la notizia, possibilmente gossip, come un’esca all’amo. Aspettare che il giornalista, di opinione possibilmente opposta abbocchi e poi stroncarlo come uno che invece di fare giornalismo serio cerca calunnie per infangare il nemico politico. La vicenda di Noemi, tirata fuori per prima dai giornali del Berlusca, disegna chiaramente questa strategia del boomerang che non torna ai furbi che lanciano lo strumento, ma a coloro che lo raccolgono per rilanciarlo.

2)Ribaltare la notizia, specie se essa è scarsamente credibile. “Libero” del 16-6 ce ne da un esempio: Berlusconi va alla corte di Obama, dopo avere ricevuto alla sua corte, con incredibili buffonate, Gheddafi. Obama non lo caca se non per quel che si può fare con un alleato ininfluente e da sempre asservito alle direttive americane. Il giornale del “duce”, Libero, spara un titolone in prima pagina: “Obama a Silvio: Aiutami”. Grandi risate: il capo della nazione più grande e più ricca del mondo chiede aiuto al guitto di una nazione che ha il debito pubblico più alto del mondo!!!! Figurarsi. Eppure, chi ha studiato questo titolo ha cercato di trasmettere l’immagine del ragazzino Obama davanti allo scafato e saggio Berlusconi che dispensa consigli, gli fa il piacere di mettere in prigione in Italia tre criminali del campo di concentramento americano di Guantanamo e gli mette a disposizione, come già deciso mesi fa, altri ottocento baldi soldati per rialzare le sorti languenti della guerra americana contro i talebani dell’ Afghanistan. “Silvio, Aiutami”. Figurarsi!!! Si può arrivare a questo grado di cialtroneria? Sì, e si può andare ancora oltre: quella di dire, quando si incontra una qualsiasi persona conoscente la frase “Nice to see you, my friend” è un’abituale frase di saluto: i giornali schiavi hanno voluto far credere che Obama avesse detto a Berlusconi “E’ bello vederti amico mio”, come se fosse una spontanea dichiarazione d’amicizia, una sorta di “M’illumino d’immenso” davanti alla faccia splendente del Silvio nazionale. A proposito, anche quella di usare il nome, anziché il cognome o il titolo, è una tecnica per rendere più vicino il soggetto, per farlo sentire di casa: anche Repubblica, a “Silvio” dedica spesso esortazioni e comprensioni per le sue gaffe o per i commenti dei suoi cortigiani.

3) Tecnica del panino: inventata dal fedelissimo berlusconiano Mimun consiste nel dire l’opinione del governo, nel far seguire una critica, spesso “potata” e inconsistente e nel far seguire ancora la controreplica dei portavoce governativi: in tal senso i più gettonati e i peggiori sono nell’ordine Gasparri, Cicchitto , Bonaiuti e Capezzone; seguono, a distanza, Tremonti, La Russa, Maroni, Bossi, Calderoli, Bricolo e Quagliarella. Molto spesso i devotissimi della RAI, dopo una dichiarazione, si premurano di avvisare gli interessati per avere la controreplica e annullare subito il senso di un intervento timidamente polemico.

4) tecnica della mistificazione: basta accompagnare l’informazione taroccata con espressioni o finte cifre per renderla più credibile: per esempio “Ci siamo adeguati alla normativa europea…” che non esiste, ma che importa, basta inventarsela, oppure “Secondo un sondaggio diffuso da….(segue il nome della società cui è stato commissionato sia il sondaggio, sia il risultato da esibire) ; oppure “secondo voci di corridoio…” “pare che….” : una volta trasmesso l’input ritirare la mano non è più possibile: il lancio della notizia falsa ottiene sempre risultati maggiori di quanto non ne ottenga una successiva smentita o rettifica. In pratica il pubblicitario “tipico dei finlandesi…” per dire che i finlandesi hanno tutti denti perfetti, non è stato confermato da alcuna seria ricerca, ma è dato come un’affermazione di proprietà comune. Il povero D’Alema, che ha parlato di un indebolimento dell’immagine del premier dopo l’europee, si è visto cadere addosso l’accusa di un complotto ordito, nientemeno che per destabilizzare il governo e sostituire il suo capo, che invece resta impavido in sella “tetragono ai cimenti e al fato avverso”. Che il complotto per liquidare la democrazia sia da tempo in atto è vero, ma a farlo non è D’Alema, il quale, tuttalpiù o è complice o non si è ancora reso conto che l’acquiescenza porta ogni giorno alla perdita di un pezzo di libertà.

5) l’aggressione dell’avversario con il ribaltamento, su di lui dell’eventuale accusa infamante: il povero Di Pietro è stato, sin dai tempi di Tangentopoli, vittima di campagne di aggressioni studiate a tavolino, di false immagini ritagliate da un insieme e presentate come se si trattasse di un pervertito ecc. Idem dicasi della povera Veronica, che dopo il suo atto di coraggio e la sua denuncia si è vista aggredire da infami calunnie, accreditare pretesi amanti ed è stata sbattuta, sempre sui giornali del padrone, con le tette al vento. In pratica quello che tu dici a me lo rigetto su di te: vince chi ha più strumenti e giornali per far passare la propria posizione;

6) E’ il principio di Goebbels: “Una bugia detta mille volte diventa una verità”. Così sin dai tempi di Nerone, che incolpò i cristiani dell’incendio di Roma, per arrivare al caso di Telecom Serbia, un piano studiato a tavolino, con un falso testimone che avrebbe dovuto testimoniare che Prodi era un corrotto anche lui: addirittura sul caso Mitrontikin si fece anche una commissione parlamentare che, grazie all’onesta di alcuni suoi componenti, non accertò nulla. Ma si pensi anche ai complotti dei magistrati “comunisti” che volevano a qualsiasi costo criminalizzare il premier verginello e innocente. Da Telecinco a Mills. Oppure ai giudici carogna di Mani Pulite che hanno causato il suicidio di tanti poveri innocenti, o l’esilio del nobile socialista Craxi.

7) Tecnica dell’antipolitica: Berlusconi è uno cui si può perdonare tutto, perché non è un politico di professione, ma un imprenditore prestato alla politica. Grasse e grosse risate ci siamo fatti quando Obama è stato eletto presidente: Silvio, secondo il solito “Libero”, è l’ Obama italiano, , l’uomo nuovo che sa conquistare la gente. Non conosce il linguaggio e i trucchi della politica e perciò spesso si lascia andare a gaffe e a minchiate che, a seconda delle reazioni, vengono smentite subito dopo. Per questo bisogna avere comprensione nei suoi riguardi: Tutta la fila dei suoi devotissimi, pronti sempre a dire “Il capo ha sempre ragione” si è astenuta dal fare questo commento quando il padrone, in un raro accesso di sincerità ha sussurrato: “Certe volte quello che faccio mi fa schifo”.

8) Tecnica del vittimismo: Si comincia sin dal primo giorno dell’elezione: “E adesso lasciamolo lavorare”. L’opposizione viene vista come un fastidioso disturbo che ostacola le giuste manovre del premier. Addirittura può diventare “eversiva” se si permette di dire che è ora di cambiare uomini e politica. Invece il Silvio passa per uno nei cui confronti si ordiscono complotti, si fabbricano false prove, si truccano i risultati elettorali, si inventano episodi inesistenti, insomma gli si appioppa tutto il male del mondo, mentre lui meriterebbe di essere santificato. Le veline al Parlamento europeo? Niente vero. I voli di stato carichi di puttanelle? Ma quando mai!!! Noemi che passa tre giorni nella sua villa? Calunnie. Veronica che si decide finalmente a chiedere il divorzio? E’ una poveraccia imbeccata dall’opposizione, ma la pagherà..

9) Tecnica dell’apoteosi: Quella della santificazione è una strategia conforme a quelle che usavano e usano i regimi totalitari: il premier visto come colui che non dorme, ma riposa, con la finestra illuminata di notte, che sfibra le sue stanche ossa per servire il paese, che sa quando intervenire, che risolve con la bacchetta magica i problemi della monnezza napoletana o quelli del post-terremoto abruzzese, che siede tra i grandi accreditando l’immagine di statista di levatura mondiale, quando tutti invece ridono di lui.

Esistono naturalmente altre sottili strategie, con l’uso sapiente delle quali si può fare giornalmente campagna elettorale e procacciare consensi in modo spregiudicato. Gli americani ne hanno studiato tante, ma almeno, tra di essi esistono persone e testate giornalistiche in grado di ritagliarsi una certa indipendenza e di denunciare e mettere in crisi gli intoccabili, a cominciare dal presidente. In Italia questo è ormai un principio irrimediabilmente perduto.

(Salvo Vitale)
( 18 giugno 2009 )

sabato 20 giugno 2009

domenica 14 giugno 2009

Gheddafi, la sua lezione di democrazia!

Riflessione di Fabio Evangelisti, che riporto pari pari, sulla visita di Gheddafi in Italia.
Condivido in pieno!!!!

Comunque la si vuole vedere, la lunga visita ufficiale del Colonnello Gheddafi in Italia è apparsa ai più troppo lunga, a tratti pittoresca, nella forma e nei contenuti, e sostanzialmente con tributi e onori un tantino esagerati, frutto del dilettantismo del nostro governo che, come spesso capita, non salvaguarda abbastanza la dignità del nostro Paese.Il leader libico, d’altronde, aveva fatto capire subito quale e come sarebbe stata la sua visita presentandosi, in maniera a dir poco ostentata, con una foto sul petto raffigurante il capo della resistenza libica che gli italiani impiccarono nel 1931. Ci sembra, francamente, che la diplomazia italiana non si può dire abbia ben governato questa pur storica visita.Che dire degli eccessi verbali pronunciati in varie sedi istituzionali (grazie all’opposizione, non nell’Aula del Senato come era previsto dal protocollo)?Rileggendo una sua affermazione, tra le tante: ‘Il partitismo è un aborto della democrazia’, insomma basta partiti! Viene il sospetto che, dopo Putin, il prossimo punto di riferimento culturale e politico per il nostro Premier possa essere rappresentato proprio dal Raìs.L’incontinenza verbale di Gheddafi, proprio lui che ha attaccato i nostri alleati internazionali, giustificato il terrorismo e schernito il rispetto dei diritti umani, di sicuro ha procurato non pochi imbarazzi, distinguo e prese di distanza nel mondo politico e istituzionale.E’ legittimo chiedersi allora: era così necessario preparare una visita lunga come il Festival di Sanremo, sotto il benevolo sguardo ridanciano e accondiscendente del nostro Presidente del Consiglio? Non era il caso, visto che siamo parlando di un personaggio, un attore, un esagerato, un provocatore, come è ritenuto nella quasi unanimità dei giudizi fin qui espressi dalla stampa, di prevedere con più attenzione i tempi e i modi che una visita del genere presupponeva, proprio per evitare che diventasse, come è stato, uno show del Colonnello? E, comunque, non era opportuno, da parte di tutte le istituzioni coinvolte, oltre che sottolineare il carattere di amicizia e collaborazione tra le due nazioni, rimarcare l’inopportunità di alcune sue dichiarazioni pasticciate?Per carità, nessuna sprovveduta e improvvisa ingenuità. Sappiamo bene quali interessi economici, a cominciare dal petrolio dell’Eni, legano questi due Paesi mediterranei, obbligati a dialogare, anche in forza di un Trattato recentemente ratificato dal nostro Parlamento, che ci ha convinto solo in alcuni passaggi, soprattutto sul fronte dell’immigrazione clandestina. Ma qualcuno ha chiesto al Colonnello Gheddafi notizie sulle condizioni umane e igieniche in cui versano i migranti respinti qualche tempo fa e rispediti in Libia senza neanche peritarsi di verificare la presenza di richiedenti asilo politico? C’è da dubitarne visto che in questo momento sembra più importante non perdersi le indimenticabili lezioni di democrazia del Raìs.

venerdì 12 giugno 2009

Notizie dal consiglio comunale di Trento

Nella riunione di Consiglio Comunale del 10 giugno, un emendamento di Italia dei Valori alla delibera relativa ai criteri di indirizzo per le nomine nelle società partecipate dal Comune, ha consentito di indicare anche il genere tra i criteri di indirizzo al Sindaco da parte del Consiglio. Ora sarà la prudente valutazione del Sindaco, su input del Consiglio, a fare in modo che non esistano CDA tutti maschili o,( più raramente) solo femminili.L'emendamento di Italia dei Valori, sostenuto da parte della minoranza e osteggiato da parte della maggioranza (ma comunque approvato), visto con favore dal Sindaco, consentirà anche di inserire sul sito internet del Comune tutti i nomi di coloro che saranno indicati dal Sindaco stesso come rappresentanti del Comune nelle partecipate, nonchè l'ammontare dei gettoni di presenza di ognuno.In precedenza i nominativi erano consultabili solo presso l'URPe non c'era modo di avere notizie sui compensi.Si tratta, quindi, di un passaggio importante per la trasparenza e la correttezza nei confronti dei cittadini

giovedì 11 giugno 2009