"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


giovedì 21 novembre 2013

La gestione delle risorse e non dei rifiuti. Una visione di prospettiva sostenibile.

La gestione delle risorse e non dei rifiuti.Una visione di prospettiva sostenibile.
È possibile cambiare punto di vista e valutare ciò che scartiamo dai nostri usi quotidiani (rifiuti) come risorse da reimpiegare? Attorno a questa domanda ruota una visione diversa della gestione del problema dei rifiuti in Italia e anche in Trentino. Se siamo una terra all'avanguardia, e per molti aspetti lo siamo davvero, abbiamo l’obbligo di cercare soluzioni all'avanguardia, il meno impattanti possibile sull'ambiente che, tutti, indistintamente dall'appartenenza politica, diciamo di voler preservare e tutelare.
Dunque, il Trentino ha la possibilità di avviare un percorso virtuoso, innovativo e eco-sostenibile, grazie alla scelta politica di accantonare il percorso di incenerimento del residuo della raccolta differenziata, che ha già valori percentuali, in media, molto interessanti.
Il percorso deve essere avviato politicamente, aprendo il dibattito per un periodo ben delimitato, di qualche mese, coinvolgendo associazioni ambientaliste, esperti di settore, politica provinciale e cittadinanza; nel dibattito è necessario raccogliere tutte le informazioni e le proposte possibili ed immaginabili per regolamentare il ciclo di gestione delle risorse-rifiuti. Trascorso tale periodo, il decisore politico potrà avere un panorama chiaro sulle strade possibili da percorrere, ma soprattutto avrà condiviso un percorso virtuoso con la cittadinanza, dando voce  a tutti gli attori in campo. È chiaro che la politica deve decidere le linee guida di riferimento, ma tali linee guida devono avere un fondamento tecnico solido, che raccolgano la necessità di chiudere il “cerchio dei rifiuti” , rispettando le specificità e le vocazioni agro-turistiche del Trentino, magari sfruttando anche siti già esistenti, da convertire a nuovi insediamenti industriali da dedicare a questo settore.
Il ciclo produttivo di recupero dei materiali è un business in espansione, sfruttato sapientemente in molte realtà già consolidate, come ad esempio San Francisco, che non è proprio una piccola cittadina; può rappresentare un modo di fare green economy rispettoso dell’ambiente e proficuo sia per i privati da coinvolgere, sia per i cittadini. Però, rimane sempre più necessario creare consenso sulle decisioni politiche che determineranno benefici o impatti sul sistema economico, ambientale e sociale collettivo; da qui parte la necessità di cambiare approccio e investire sul concetto di democrazia partecipata, analizzando le proposte che provengono dalla base, senza voler continuare a perseguire metodi che hanno portato, nel recente passato, a scontri poco costruttivi. Il primo passo potrebbe essere, quindi, aprire un tavolo di dibattito per contribuire ad elaborare il futuro piano provinciale, senza calarlo dall'alto come è stato fatto nel passato, causando non pochi scontri e la nascita, inevitabile, di comitati di cittadini che hanno dovuto fare politica in maniera apartitica, per orientare diversamente i percorsi.
Il seguito della proposta, entrando nel dettaglio, potrebbe inserirsi nel dibattito sulla conversione industriale che riguarda il sito Whirlpool e provando a proporre  alcuni ragionamenti di sviluppo sostenibile. Abbiamo una struttura che sarà messa a disposizione per attività industriali future e sarebbe auspicabile che tali attività potessero essere inquadrate in un ambito di sostenibilità ambientale d’avanguardia. Accostando a tale problema quello della “chiusura del cerchio dei rifiuti” , nasce la proposta di realizzazione di un impianto industriale di trattamento meccanico del residuo indifferenziato. Il luogo ben si presterebbe per locazione, dato che è vicino alla tangenziale e pure all'autostrada, evitando così la costruzione di un ponte sull'Adige che sarebbe previsto per l’insediamento a Ischia Podetti e evitando, inoltre, un ulteriore costruzione di un ulteriore “scatolone” in cemento in quella zona. Nel sito Whirlpool, inoltre,  vi è già una notevole disponibilità di energia elettrica prelevabile, data la fornitura in media tensione già presente per l’uso in corso, cosa invece non esistente a Ischia Podetti , quindi anche su questo punto si eviterebbero ulteriori spese di costruzione di nuove linee e cabine elettriche per poter far funzionare lo stabilimento stesso. Rimane da progettare il percorso di conversione e adattamento delle strutture e calibrare il sistema, magari analizzando soluzioni che prevedano il recupero delle materie e non la gestione dei rifiuti, sulla traccia del famoso “progetto Cerani” che, già un paio di anni fa, grazie all'interessamento dei comuni della piana Rotaliana e spinto dalle associazioni ambientaliste come Coordinamento Trentino Pulito e Nimby Trentino, era stato proposto in alternativa all'inceneritore. Ora i tempi sono maturi per riprendere in mano una gestione,all'avanguardia, della partita rifiuti, non vi sono più scontri su posizioni in antitesi tra loro e, la struttura Whirlpool, potrebbe rappresentare un punto di partenza per una conversione industriale tesa al rispetto ambientale. Se la politica vuole provare ad innovare per credere in un futuro migliore è necessario lavorare con approcci diversi per trovare soluzioni che mettano in campo modelli economici diversi da quelli sostenuti finora. Da qui dovremmo partire per lanciare un programma di innovazione, di speranza e di progresso; un programma dove l’antico pensiero ambientalista, che molti associavano a freno fastidioso per uno sviluppo basato sulla perenne crescita, diventa ora probabilmente l’unico percorso realmente perseguibile, per uscire da una crisi globale e irreversibile, di sistema e strutturale, che certo non sta risparmiando nemmeno il nostro Trentino; dobbiamo inserire progettualità innovativa, mirata a percorsi virtuosi strettamente legati ai concetti della blue e della green  economy, che il Trentino, terra all'avanguardia in fatto di ricerca e sviluppo, ha l’obbligo di percorrere, per il proprio futuro e per dare anche un impulso esemplare alla nazione; siamo sempre stati indicati come artefici di progresso e innovazione e, ora,possiamo diventare sempre più  un punto di riferimento per tutto il Paese e per l’Europa; siamo obbligati a farlo, per un Trentino migliore, autonomo ed europeo,che sappia far crescere la condivisione politica nelle grandi decisioni, aprendo ad un modello di democrazia partecipata e partecipativa reale e non solo virtuale.
Marco Ianes- co portavoce Verdi Europei
Consulente tecnico ambientale e del settore energia , progettista di processi industriali e docente di impianti elettrici e elettrotecnica.

lunedì 18 novembre 2013

Giunta "nuova", vecchi sistemi. Si parla ancora di rifiuti e non di risorse.



E ci risiamo.
Appena insediato, l'assessore Gilmozzi parla di gestione dei rifiuti.
Mandiamoli a Bolzano,anzi no, mandiamoli in Veneto o in Lombardia che ce li chiedono. Anzi no, al posto dell'inceneritore costruiamo uno stabilimento ad Ischia Podetti per fare CSS ( combustibile solido secondario), il quale, ricordo, altro non è che un derivato dei rifiuti e serve da far bruciare nei cementifici,proprio al pari di come avviene con un inceneritore. Così i cementifici ( Sarche?) bruceranno rifiuti (CSS) in forma privata e molto meno appariscente, leggi magari meno controllata! Il quarto piano rifiuti sarà emesso entro gennaio, dice il "nuovo" assessore. Ma bene, nuovamente senza interpellare associazioni ambientaliste, ma calandolo dall'alto, come è sempre stato fatto. E le alternative proposte anche in campagna elettorale? Un esempio era la riqualificazione del sito Whirlpool, senza andare a costruire nuovi complessi industriali; in quel sito si sarebbe potuto realizzare uno stabilimento industriale che recuperasse le materie dell'indifferenziato, per poi venderle sul mercato e usare i soldi per abbassare la tariffa rifiuti dei contribuenti. Senza combustioni, senza nuovi faraonici stabilimenti da costruire ad Ischia Podetti, senza produzioni di CSS, che restano sempre rifiuti da bruciare. Avevamo proposto un metodo diverso, un approccio condiviso al sistema gestione rifiuti, coinvolgendo associazioni ambientaliste nel redigere il nuovo piano provinciale.A parole tutti d'accordo sull'avviare percorsi virtuosi, ma ora, passata la festa (elezioni), gabbato lo santo ( elettori creduloni che hanno ritenuto di bocciare la proposta politica dei Verdi, ritenuti inutili per la politica locale ambientale e di salvaguardia del territorio).
A questa politica vecchia, diciamo di no!  Saremo pronti a contrastarla con ogni mezzo politico possibile. Sarà dura, sarà difficile, vista l'esclusione dal consiglio provinciale, ma saremo presenti per dare battaglia contro queste politiche di gestione dei rifiuti che appartengono al passato, sia come scelte tecniche, sia come metodi di approccio escludenti il dialogo.
Se i Verdi sono rimasti fuori dal consiglio, non sono però rimasti fuori dalla politica. Abbiamo le mani più libere, ora che ci hanno pure scaricato, denigrando totalmente la nostra proposta.E, quindi, possiamo dare voce con forza al nostro chiaro e netto NO a queste politiche obsolete e insostenibili,in tema di gestione della partita rifiuti. Si continuano a perpetrare errori macroscopici in tema di gestione ambientale e dei rifiuti. E i Trentini non hanno valutato che la nostra presenza in consiglio provinciale avrebbe potuto guidare nuove vie e nuovi approcci. Proveremo a farlo da fuori, coinvolgendo le persone e le associazioni. Questa volta, però, con toni molto meno soft, e con approcci più diretti e immediati. In maniera chiara ed inequivocabile, non sosterremo scelte di questo tipo che riteniamo vecchie, superate e non all'altezza di un Trentino che vuole apparire baluardo della tutela ambientale sui media, salvo percorrere strade insostenibili nella realtà. Se vogliamo essere un punto di riferimento per la nazione e per l'Europa, stiamo davvero partendo con il piede sbagliato e,forse,  anche con le persone sbagliate preposte a tutelare ambiente e territorio. 
Marco Ianes