"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


sabato 5 novembre 2011

Inceneritore e certificati verdi...

La differenziata vola, in Trentino, a percentuali molto interessanti e la stampa non manca certo di porre in risalto questa crescita percentuale. Ma, dunque, perché insistere sulla gestione del residuo indifferenziato con un inceneritore? Il primo bando è andato deserto ed il secondo, in via di predisposizione, continua ad essere rimandato, complice la spada di Damocle che pende sui certificati verdi che dovrebbero garantire, in buona parte, la sostenibilità economica dell’inceneritore stesso. Ma, mi sorge un dubbio: l’inceneritore serve per “chiudere il cerchio dei rifiuti” come sostengono i nostri politici a tutti i costi, oppure serve per fare cassa? Se serve per chiudere il cerchio dei rifiuti, allora non deve interessare all’ente pubblico se i certificati verdi ci saranno oppure no; va costruito perché serve realmente, come essi stessi sostengono! Non sarà che, invece, si vuole far cassa con gli incentivi che, impropriamente e in contrasto con le direttive europee, l’Italia continua ad erogare a queste “fonti rinnovabili assimilate”? Mi sembra davvero una grande contraddizione in cui cadono i nostri politici: da una parte sostengono che l’inceneritore è indispensabile, dall’altra però aspettano conferma dei certificati verdi perché temono che diversamente nessuno partecipi al nuovo bando di gara; e, se questi non venissero confermati, come sembra possa essere dati i tagli imminenti sulle rinnovabili ed assimilate, l’inceneritore non si farà più? Se questo è il metodo scientifico per scegliere come gestire la partita dei rifiuti, mi complimento davvero con i nostri politici che sanno ponderare bene le scelte tecniche. Ricordo, inoltre, che c’è un gruppo di cittadini che ha chiesto più volte di essere ricevuto dagli amministratori provinciali, per presentare una reale alternativa, che nulla ha a che vedere con i certificati verdi e permetterebbe di risolvere la questione con costi minori e con impatto ambientale molto ridotto. Ma, si sa, di questi tempi ascoltare il popolo non è di moda. E,poi, non rappresentiamo alcuna lobby, ma siamo solo cittadini. Magari pensanti, ma solo semplici cittadini.

Marco Ianes - Trento

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