"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


mercoledì 2 febbraio 2011

Salute e inquinamento a Trento: preoccupazioni a fasi alterne.

Ho vissuto quasi quindici anni nella zona adiacente l’area ex Sloi e Carbochimica. Ricordo che già molti anni prima che mi stabilissi a Campotrentino, si parlava di bonifica dell’area e, giustamente, gli amministratori pubblici, anche su forte sollecitazione della cittadinanza, posero il veto di lottizzazione e costruzione al fine di programmare una bonifica globale dell’area. In ballo ci sono stati sempre i soliti scaricabarile di responsabilità, in merito soprattutto a chi dovesse pagare gli interventi di bonifica. Inutile dire che pagherà sempre pantalone, perché dalla recente sentenza del TAR si apprende che, praticamente, si arriverà ad uno spezzatino dell’area; i siti a speculazione edilizia saranno bonificati ( forse…!) da chi poi venderà le cubature, mentre gli altri rimarranno in attesa di bonifica, forse per altri decenni, magari per essere bonificati dall’ente pubblico che certo non potrà permettere di avere siti abitati troppo vicini all’area non bonificata. Chi acquisterà in quella zona si troverà, quindi, a vivere con un alto rischio per la propria salute, con l’aggiunta magari di non vedere risoluzione al problema per parecchio tempo ancora. Bene dunque, l’intervento della giunta comunale di Trento, che rimane fortemente perplessa sulla decisione del TAR e annuncia ricorso al Consiglio di Stato. Plaudo anche alle lodevoli intenzioni degli amministratori che, finalmente, dimostrano vera preoccupazione per la salute dei cittadini. Mi sorge, però, una considerazione : l’area soggetta a rischio al momento attuale è stabilizzata e quindi se non toccata, il rischio esposizione per i cittadini è molto basso; tale rischio, poi, anche in caso di futura bonifica, sarebbe temporaneo e limitato nel tempo durante le lavorazioni stesse e, se accuratamente gestite, queste operazioni , difficilmente causerebbero danni alla popolazione stessa. Ecco la domanda: perché la stessa attenzione non è posta per il futuro inceneritore che emetterà sostanze tossiche per oltre vent’anni, ogni giorno? Perché tale problema non risveglia le coscienze dei nostri amministratori, cosi solerti e condivisibili sul tema area SLOI, ma tanto assenti e sordi sul tema rifiuti? Chissà se ci sarà risposta, ma intanto si persegue nella scelta di incenerire, escludendo di fatto ogni analisi di possibilità alternativa. Due pesi e due misure, ma problema inquinamento e salute uguale, per la stessa cittadinanza per la quale ci si preoccupa, stranamente e incomprensibilmente, solo a fasi alterne.
Marco Ianes –Trento