"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


domenica 30 maggio 2010

Lacrime e sangue: alcune proposte di Marco Travaglio

Da "Il fatto quotidiano", alcune proposte "lacrime e sangue" di Marco Travaglio; non per i comuni cittadini, ma per i soliti approfittatori italiani. Se solo il governo avesse il coraggio...

Le proposte alternative di Marco Travaglio ( DA "IL FATTO QUOTIDIANO del 30/05/2010):
Il primo intervento proposto da Travaglio consiste in un’ulteriore tassazione del 10 percento dei soldi appena rientrati con lo scudo fiscale.
In secondo luogo, si potrebbe recuperare un vecchio disegno di legge, proposto nel 2007 e mai approvato, che fissava una cauzione sulle impugnazioni. In questo modo si scoraggerebbero i ricorsi nei tre gradi di appello, spesso presentati solo per prendere tempo o per avvicinare la prescrizione, oppure si renderebbero più remunerativi per le finanze dello Stato. “Si potrebbe imporre un cip di 2 mila euro –scrive Travaglio – che rimane allo Stato se il ricorso si rivela infondato”.
La terza proposta è la più semplice: “Basta copiare una legge penale tributaria a scelta fra quelle esistenti nel mondo, e gli evasori finirebbero automaticamente in galera”. L’Italia, dal 2001 e dalla riforma tributaria realizzata dal governo Amato, ha una legislazione contro l’evasione tra le più morbide in assoluto. Basterebbe passare dalle “carezze agli evasori” alle “manette agli evasori”, per ottenere un vero deterrente alla frode fiscale. “Negli Usa – per esempio – si celebrano 3 mila processi l’anno per reati fiscali e gli evasori detenuti sono migliaia: le pene arrivano a 15 anni”.
Forse sarebbe davvero ora di cambiare radicalmente, prima che il popolo si stanchi di pagare iniquamente e perda la pazienza!

giovedì 13 maggio 2010

Assalto al PM, di Luigi De Magistris

Assalto al Pm.
di Luigi de Magistris

Sono stato un bravo magistrato quando mi sono occupato del traffico di esseri umani, delle estorsioni, dello spaccio di droga e degli omicidi. Sono diventato un cattivo magistrato quando in Calabria ho posizionato la lente dell’indagine sulla classe politica, nazionale e locale, imbattendomi nei legami che esistono fra amministrazione pubblica e crimine organizzato, soprattutto nello sfruttamento opaco e illecito dei finanziamenti pubblici. Quando ho individuato nomi e cognomi di alcuni esponenti della politica e dell’imprenditoria che ne macchiano la funzione alta che pure esse dovrebbero assolvere per il Paese; quando mi sono scontrato con il ruolo delle logge massoniche e di una P2 mai morta all’interno dei palazzi di giustizia e del potere; quando ho rintracciato il volto degli uomini del (dis)onore che con la politica, l’imprenditoria e la massoneria si mescolano nel tentativo di spartirsi il vantaggio della res pubblica. Allora il cattivo magistrato, che ieri era giudicato professionalmente capace, doveva esser fermato con un assalto che ha avuto il volto della sottrazione delle inchieste (come Why not o Poseidone), delle ispezioni del ministero della Giustizia, dei procedimenti disciplinari a pioggia della Procura Generale della Cassazione e del CSM, delle interrogazioni parlamentari trasversali, del trasferimento coatto per incompatibilità ambientale, dell'esautoramente delle funzioni di pm, della pressione dei colleghi e dei politici affinchè fossi scoraggiato nel mio lavoro e intimidito nella mia professione, fino al punto di svestirmi della toga, costringendomi cioè alla scelta più dolorosa della mia vita. Killeraggio professionale compiuto per mezzo delle carte da bollo, perpetuato a colpi di burocrazia politico-giudiziaria, realizzato con la delegittimazione etico-morale. Tutto giudicato illegittimo dalla Procura di Salerno, che ha al contrario sostenuto la fondatezza delleinchieste, e che per questo è stata falcidiata nei suoi vertici e nei suoi collaboratori. “Assalto al pm. Storia di un cattivo magistrato” (Ed.Chiarelettere) è il libro che racconta la mia vicenda professionale, ma anche la mia storia personale di studente in Legge, di figlio di magistrato, di cittadino che ha fatto della legalità e della giustizia il senso di una intera esistenza trascorsa fra Napoli e Catanzaro, dei legami “di ferro” sbocciati con uomini e donne delle forze dell’ordine e della magistratura che mi hanno sostenuto umanamente condividendo fatica e sogno. Ma il piccolo rispecchia il grande, così dalla mia vicenda e dalla mia storia prendo spunto anche per discutere di ciò che oggi è al centro dell’attenzione politica e mediatica: (contro)riforma della giustizia, sottoposizione del pm all’esecutivo, mancanza di fondi al settore, stop alle intercettazioni. Il sentimento che attraversa queste pagine è quellodell’amarezza ma anche della speranza. Una speranza che porta il volto di Borsellino, Falcone e Calamandrei (miti giovanili a cui ancora adesso guardo, anzi forse soprattutto adesso); che ha nella difesa e nell’attuazione della Costituzione la sua stella polare; che ritrova nel lavoro odierno di tanti ormai ex colleghi una continuità; che vede nella società civile l’unico argine democratico ad una china pericolosa sul cui il Paese si è avviato.

Presentazione: 13 maggio ore 18 presso la libreria Melbook Store di Roma, via Nazionale 254-255. Intervengono: Marco Lillo (Il fatto quotidiano) e David Parenzo (Telelombardia)